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Tumore da uso del cellulare, altra condanna per l'Inail

Previdenza Redazione DottNet | 25/04/2017 17:59

A Firenze caso gemello di Ivrea: tumore benigno al nervo acustico. Pronta la class action del Codacons

Stare attaccati al telefono per troppe ore è dannoso alla salute. Dopo il tribunale di Ivrea, anche quello di Firenze, ha riconosciuto il collegamento tra l'uso del telefono cellulare e l'insorgere della malattia, una forma di tumore benigno al nervo acustico. Si tratta della seconda sentenza nel giro di pochi giorni con la quale l'Inail viene condannato a corrispondere una rendita professionale ad un lavoratore per inabilità permanente nella misura del 16%. A raccontare il caso fiorentino è l'avvocato Paolo Maresca, che con il suo collega Dario Zangara, dello studio legale Bonafede, ha seguito il ricorso del lavoratore, un addetto alle vendite.

Il Tribunale di Firenze, sezione lavoro, ha condannato l'Inail, proprio come nel caso di Ivrea, ha spiegato l'avvocato Maresca, a corrispondere una rendita da malattia professionale ad un addetto alle vendite che per motivi di lavoro ha trascorso, per oltre 10 anni, 2-3 ore al giorno al telefono.

Il perito nominato dal tribunale e quello scelto dal lavoratore danneggiato hanno confermato, rileva l'avvocato che ha seguito il ricorso, "l'elevata probabilità di una connessione tra l'uso del telefono cellulare e la malattia insorta", scientificamente definita un neurinoma del ottavo nervo cranico.     Una situazione simile proprio a quella presa in esame a Ivrea dove il lavoratore aveva utilizzato per 15 anni il telefono sempre all'orecchio destro, per diverse ore al giorno, con conseguenti menomazioni. Sul caso di Ivrea è intervenuta anche l'Associazione nazionale mutilati e invalidi che ha chiesto all'Inail di riconoscere questa nuova malattia professionale.     Per il caso fiorentino, dopo la sentenza del 21 aprile scorso, bisognerà ora attendere 60 giorni per conoscere le motivazioni della sentenza.

Dopo le ultime sentenze dei Tribunali di Firenze e di Ivrea che hanno accertato la risarcibilità dei danni sanitari prodotti dai telefonini, il Codacons lancia oggi una mega class action in Italia in difesa dei possessori di cellulari e di chi utilizza il telefonino per lavoro contro i produttori dei telefonini (Apple e Samsung in testa) e la stessa Inail in quanto ente competente per le malattie professionali dei lavoratori. L'associazione presenterà anche un nuovo ricorso al Tar del Lazio chiedendo di obbligare Ministero della salute e Ministero dello sviluppo economico ad inserire sui cellulari avvertenze circa i rischi per la salute, al pari di quanto avviene con le sigarette. "La giurisprudenza italiana ha oramai segnato la strada riconoscendo un modo incontrovertibile il nesso di causalità tra malattie come i tumori e utilizzo dei telefoni cellulari - spiega il presidente Carlo Rienzi - Ciò apre la strada ad una azione risarcitoria collettiva in favore non solo di chi, in relazione all'attività lavorativa svolta, fa uso del cellulare per un tempo complessivo pari ad almeno due ore al giorno, ma anche di chi semplicemente possiede un telefonino, per le mancate informazioni rese circa i rischi sul fronte della salute. Alla base dell'azione legale, infatti, vi sono gli evidenti pericoli sanitari corsi dagli utenti e certificati dai tribunali italiani, che giustificano ora le richieste risarcitorie nelle aule di giustizia".

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