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Epatite C, rischi di gravi effetti collaterali con i superfarmaci

Farmaci Redazione DottNet | 25/01/2017 16:04

Secondo uno studio Usa c'è anche l'insufficienza epatica. Dati da non ignorare

I superfarmaci arrivati negli ultimi anni in grado di curare l'epatite C possono avere dei gravi effetti collaterali, inclusa l'insufficienza epatica. E' la conclusione di uno studio dell'Institute for Safe Medication Practices, organizzazione no profit che studia la sicurezza sui farmaci, pubblicato sul suo sito e segnalato dal New York Times.

Anche se si tratta di piccoli numeri e i dati non sono conclusivi, secondo gli esperti non vanno ignorati. L'indagine ha preso in esame 9 farmaci antivirali, presentati come un grande progresso per il maggior tasso di cura (in 12 settimane per molti pazienti) e i minori effetti collaterali, e i dati raccolti dalla Food and Drug Administration (Fda), l'agenzia Usa che regola i farmaci.

Circa 250mila persone hanno preso i nuovi farmaci nel 2015, secondo il rapporto, con una spesa enorme, che si aggira tra i 55mila e 125mila dollari a paziente. Tra quelli trattati durante l'anno fino allo scorso giugno, 524 hanno sofferto di insufficienza epatica, e di questi 165 sono morti. Inoltre 1.058 hanno avuto gravi lesioni al fegato e su 761 i farmaci non hanno funzionato.

Se la colpa sia dei farmaci non si sa: i problemi sono stati rilevati dai medici che avevano dei dubbi sui medicinali, ma non c'è una prova di causa-effetto. Lo scorso ottobre l'Fda aveva identificato i primi importanti problemi di sicurezza causati dai 9 antivirali per l'epatite C. In 24 pazienti, i farmaci hanno eliminato l'epatite C, ma riattivato l'infezione da epatite B che era rimasta dormiente. Due di questi sono morti e uno ha avuto bisogno di un trapianto di fegato. Dati che hanno spinto a inserire sulla confezione del farmaco un avvertimento per invitare i medici a monitorare l'epatite B in tutti i pazienti in cura per l'epatite C. E' inoltre importante, al momento di prescrivere i nuovi farmaci, verificare prima la funzionalità del fegato.

Fonte: Institute for Safe Medication Practices, ansa, NYT

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