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In India per i farmaci contro l'epatite C. Le Regioni attaccano l'Aifa

Infettivologia Redazione DottNet | 31/07/2015 19:04

Il costo dei farmaci contro l'epatite C alimenta i viaggi verso Oriente

Ancora confusione nelle informazioni ai cittadini sull'accesso ai farmaci innovativi anti Epatite C, sui tempi di accesso e la trasparenza delle liste di attesa, e casi di turismo in Oriente, in particolare in India, per accedere alle terapie per chi non è oggi eleggibile al trattamento gratuito in Italia, perché ''non è malato tanto quanto previsto dai criteri stabili dall'Agenzia italiana del farmaco''. Questo il quadro che emerge a due settimane dall'avvio del programma di tutela di Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato (Tdm) 'Epatite, C Siamo'.

''Mentre le istituzioni italiane discutono se e come curare più persone - afferma Tonino Aceti, coordinatore nazionale Tdm - i cittadini si sono organizzati: prenotano un viaggio e vanno in India o ad Hong Kong per comprare il farmaco con una spesa intorno ai 2 mila euro. Questo è un fenomeno che va tracciato, analizzato e affrontato dalle Istituzioni per garantire la sicurezza delle cure, per evitare che si sviluppino soggetti intermediari che lucrano sulla salute e per rispondere ad una vera domanda di salute ad oggi insoddisfatta''.

Guardando invece dentro i nostri confini, ''stiamo ad oggi trattando meno di una persona su tre delle aventi diritto. Ancora troppo poco. Tutte le Istituzioni devono fare di più e meglio", rileva Aceti.

Nei giorni scorsi, inoltre, il Tdm ha inviato una nota alla Commissione Salute della Conferenza delle Regioni in merito alla bozza di 'Piano Nazionale per la prevenzione delle epatiti virali da virus B e C', in cui l'associazione ha sottolineato tra l'altro ''l'assenza di stanziamento di risorse economiche, la necessità di affrontare il tema della co-infezione HIV-HCV che interessa almeno 33.0000 persone, e la necessità di prevedere che vengano coinvolte oltre alle Associazioni di pazienti anche quelle di cittadini, così da poter permettere il fattivo contributo anche di Associazioni, ad esempio, come quelle di tutela dei diritti dei detenuti, delle comunità degli immigrati, delle persone affette da HIV''.
 

E intanto le Regioni attaccano l'Aifa per il mancato ricorso al Consiglio di Stato contro le numerose sentenze del Tar Lazio che hanno sospeso i ripiani della farmaceutica ospedaliera e territoriale. Un’inerzia da parte dell’Aifa che si è tradotta in una perdita di introiti di circa 400 milioni di pay back per il 2013.  Non solo non è ancora stato avviato il procedimento per il calcolo dei ripiani riferito al 2014 che ammonta presumibilmente a 500 milioni di euro.
 
E non è finita qui. L’Aifa non ha fatto chiarezza sui prezzi dei farmaci per l’epatite, tanto più grave quando i farmaci in commercio sono più di uno. Non conoscendo il prezzo al netto degli sconti e dei pay back dei farmaci in commercio e a fronte di più farmaci, considerati da numerosi clinici esperti del tutto sovrapponibili, non è possibile indirizzare le scelte verso il farmaco meno costoso, scelta che consentirebbe di trattare il numero più ampio di pazienti. Sono queste le criticità che le Regioni hanno evidenziato all’Agenzia italiana del farmaco nel programma di attività 2014 e 2015 presentato in Conferenza Stato Regioni.

 
Criticità che l’Aifa deve “provvedere a rimuovere”, sottolineano le Regioni, “dal momento che è, del tutto evidente che i mancati pay back si ripercuotono negativamente sui bilanci regionali”. Anche perché è l’Aifa “il soggetto responsabile del procedimento ed è precisa responsabilità di Aifa adottare metodologie e procedure affidabili e non contestabili che mettano al riparo da contenziosi, con conseguenti mancati introiti per le Regioni e le Provincie autonome”.
Mentre per quanto riguarda i farmaci per l’epatite, le Regioni chiedono con forza ad Aifa di esprimersi sulla sovrapponibilità ed equivalenza dei farmaci in commercio per consentire di attivare gare in regime di concorrenza. Ma gli “appunti” sull’attività dell’Agenzia proseguono. In particolare per le Regioni, il Piano di attività 2015 deve essere integrato alla luce degli impegni chiesti sia dalla Stabilità 2015 sia dall’Intesa Stato Regioni del 2 luglio che ha decretato i tagli per la sanità.


 
Per questo le Regioni chiedono:
- la conclusione delle procedure di rinegoziazione con le aziende farmaceutiche per la riduzione del prezzo di rimborso dei medicinali a carico del Ssn nell’ambito di raggruppamenti di medicinali terapeuticamente assimilabili, individuati sulla base dei dati Osmed 2014;
- la rinegoziazione in riduzione con le aziende farmaceutiche del prezzo dei medicinali biotecnologici alla scadenza del brevetto o del certificato di protezione complementare , anche in assenza di una concomitante negoziazione del prezzo per un medicinale biosimilare o terapeuticamente assimilabile;
- la rinegoziazione in riduzione dei prezzi dei medicinali soggetti a rimborsabilità condizionata quando i benefici rilevati nell’ambito dei Registri di monitoraggio Aifa dopo due anni dalla commercializzazione risultino inferiori rispetto a quelli attesi.

 

 

Fonte: cittadinanzattiva, QS, stato-regioni

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