Il glaucoma, una patologia degenerativa del nervo ottico, rappresenta una importante causa di cecità in tutto il mondo.
Tra i farmaci per il trattamento del glaucoma, i più utilizzati sono i beta-bloccanti e le prostaglandine, ultimamente più utilizzate.
Lo studio prospettico e osservazionale condotto dai ricercatori del Department of Ophthalmology and Vision Sciences, University of Toronto, ha incluso i pazienti che erano in lista d’attesa per sottoporsi ad un comune intervento intraoculare.
Lo scopo della ricerca è stato quello di mettere a confronto i livelli di MMPs, matrici metalloproteinasi, misurati in pazienti con glaucoma trattati con analoghi di prostaglandine, somministrati per via topica, che hanno un effetto agonizzante sulle metallo proteinasi, ed un pool di pazienti-controllo.
In primis è stato aspirato l’umor acqueo nei pazienti con glaucoma con un intervento intraoculare attraverso una paracentesi corneale; poi si è passati all’analisi dei risultati dello studio, ed è emerso che non c’era alcuna differenza dei livelli di MMP-2 e MMP-9, tra i pazienti-controllo e i pazienti affetti da glaucoma che assumevano analoghi di prostaglandine.
Quindi, i valori paragonati, rilevati in pazienti sani e in pazienti con glaucoma, della stessa età, erano uguali; questo dovrebbe far riflettere nel valutare un ritorno a livelli normali con il trattamento comunemente impiegato, o semplicemente, una mancanza di differenza tra pazienti sani e quelli affetti da glaucoma.
Se vuoi conoscere i risultati dello studio e approfondire l’argomento, leggo l’articolo pubblicato su Canadian Journal of Ophthalmology: Prostaglandin agonist effect on matrix metalloproteinase aqueous levels in glaucoma patients
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