Una spada di Damocle pende sul capo dei dipendenti pubblici e quindi anche di medici e ospedalieri che dall’ex Inpdap sono confluiti nell’Inps. "L'assunzione da parte dell'Inps del deficit imputabile al soppresso Inpdap comporterà nel breve periodo un problema di sostenibilità dell'intero sistema pensionistico pubblico", scrive il Consiglio di indirizzo e vigilanza, nella prima nota di variazione di bilancio 2012 del SuperInps, in cui chiede al governo "interventi correttivi".
La gestione finanziaria di competenza dell'Inps con l'incorporazione dell'ex Inpdap e dell'ex Enpals segnerà un disavanzo di quasi 6 miliardi di euro (5,977) nel 2012, a causa del rosso che lo stesso Inpdap porta con se'. Il disavanzo, secondo quanto emerge dalla stima contenuta nella prima nota di variazione del bilancio preventivo 2012 del cosiddetto SuperInps, approvata oggi dal Civ, è destinato a salire e a sfiorare i 7 miliardi di euro sia nel 2013 (6,936) che nel 2014 (6,963). Il Civ sottolinea che il "peggioramento" del disavanzo economico rispetto al preventivo è "interamente imputabile alla gestione ex Inpdap che chiude con un disavanzo di 5,843 miliardi, mentre la gestione ex Enpals chiude con un avanzo economico di esercizio pari a 306 milioni". Quindi "al netto della gestione ex Inpdap il risultato sarebbe stato positivo per circa un miliardo". Nel documento si rileva, inoltre, che tale disavanzo "è quasi totalmente ascrivibile alla gestione ex-Cpdel" ossia il trattamento pensionistico del personale degli enti locali "imputabile per la maggior parte al blocco del turnover che ha impedito agli enti locali di assumere personale nel caso in cui non veniva rispettato il patto di stabilita".
Dall’Inpdap al super Inps
L'entrata in vigore del decreto "salva Italia" aveva comportato l'immediata soppressione dell'INPDAP con l'attribuzione delle funzioni passate all'INPS, che vi succedeva in tutti i rapporti attivi e passivi. L'Istituto nazionale di previdenza dei dipendenti dell'amministrazione pubblica rassicurava sulla continuità delle prestazioni, ottimismo oggi smentito dai nuovi fatti. Nel Super Inps era confluito anche l'Enpals. Intanto a tutt’oggi sono smentite le voci su accorpamenti degli enti di previdenza come inizialmente ipotizzato. L'entrata in vigore del Decreto 201/2011 (Decreto "Salva Italia"), come dicevamo, aveva comportato l'immediata soppressione dell' INPDAP, l'Istituto nazionale di previdenza dei dipendenti dell'amministrazione pubblica dove erano iscritti anche medici e personale sanitario pubblico. In seguito al provvedimento, l'Istituto aveva all’epoca pubblicato una nota: "in attesa della definizione delle modalità di passaggio delle funzioni relative alla previdenza dei dipendenti pubblici all'Inps, le prestazioni fino ad oggi garantite dall'Inpdap non subiranno nessuna interruzione. Gli utenti, pertanto, continueranno a far riferimento alle sedi Inpdap". La soppressione immediata dell'INPDAP (e dell'ENPALS) è tesa a "migliorare l'efficacia e l'efficienza dell'azione amministrativa nel settore previdenziale e assistenziale". Le relative funzioni sono attribuite all'INPS e, con appositi decreti di natura non regolamentare dei Ministri competenti sarà disposto il trasferimento all'INPS delle risorse strumentali, umane e finanziarie degli enti soppressi. In seguito alla soppressione, l'INPS dovrà provvedere al proprio riassetto organizzativo, in modo da raggiungere l'obiettivo di riduzione complessiva dei costi di funzionamento in misura pari ad almeno 20 milioni di euro nel 2012, 50 milioni di euro per il 2013, 100 milioni di euro a decorrere dal 2014. Il testo del decreto 201/2011 in Gazzetta Ufficiale smentisce anche le voci, circolate alla vigilia della pubblicazione, sul presunto accorpamento delle casse di previdenza privatizzate all'interno dell'INPS, tra cui anche l’Enpam per la creazione del cosiddetto super Inps. Un'ipotesi non avvalorata dalle dichiarazioni del Ministro Elsa Fornero durante la conferenza stampa del 4 dicembre e di cui il decreto "Salva Italia" non fa menzione. Cosa diversa è il dibattito, annoso e irrisolto, sull'unificazione delle casse dei professionisti, ma nemmeno di questo si parla nel famigerato articolo 24 della manovra. Clicca qui per iscriverti al Gruppo.
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Se il medico o l’odontoiatra dipendente, a 65 anni di età, ha raggiunto il diritto alla pensione (cioè ha 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva più tre mesi di finestra se uomo e 41 anni e 10 mesi se donna), deve essere collocato a riposo
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