Buona notizie per l’Enpam e per i suoi iscritti. Secondo le analisi degli esperti, solo la Cassa dei medici (e dei notai) ha una prospettiva di vita a 50 anni, come richiesto dalla nuova normativa, combinando entrate e uscite, nonché le rendite da patrimonio (inizialmente escluse). Ma andiamo per ordine: la ministra Elsa Fornero, come abbiamo visto nelle settimane scorse, ha fatto segnare un punto al suo attivo con l’approvazione del decreto legge 216/2011 (cd “Milleproroghe”) convertito giovedì scorso dal Senato.
L’articolo 29 (comma 16/nonies), modificando l’articolo 24 (comma 24) del dl 201/2011, sposta dal 30 giugno al 30 settembre l’adozione da parte delle Casse privatizzate – tra cui l’Enpam - delle “misure volte ad assicurare l'equilibrio tra entrate contributive e spesa per prestazioni pensionistiche secondo bilanci tecnici riferiti ad un arco temporale di cinquanta anni”. Decorso il termine del 30 settembre 2012 senza l'adozione dei previsti provvedimenti, ovvero nel caso di parere negativo dei Ministeri vigilanti, si applicano, con decorrenza dal 1° gennaio 2012: a) le disposizioni sull'applicazione del pro-rata agli iscritti alle relative gestioni; b) un contributo di solidarietà, per gli anni 2012 e 2013, a carico dei pensionati nella misura dell'1 per cento”. Ipotesi, queste, scongiurate per i medici grazie appunto al buono stato di salute della Cassa. In effetti la ministra Fornero vuole – e non lo ha mai nascosto - un passaggio complessivo al sistema di calcolo contributivo delle pensioni, scelta che alcuni enti potrebbero dover fare per garantire l'equilibrio di lungo periodo.
Se il medico o l’odontoiatra dipendente, a 65 anni di età, ha raggiunto il diritto alla pensione (cioè ha 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva più tre mesi di finestra se uomo e 41 anni e 10 mesi se donna), deve essere collocato a riposo
Quando ad essere accentrati sono periodi contributivi particolarmente lunghi, il costo può diventare importante e divenire un deterrente spesso insuperabile
L’integrazione, in Enpam, è curata dal Servizio Trattamento Giuridico e Fiscale delle Prestazioni, dell’Area della Previdenza.
Il cedolino è già disponibile, mentre i pagamenti partiranno a inizio mese
Se il medico o l’odontoiatra dipendente, a 65 anni di età, ha raggiunto il diritto alla pensione (cioè ha 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva più tre mesi di finestra se uomo e 41 anni e 10 mesi se donna), deve essere collocato a riposo
Quando ad essere accentrati sono periodi contributivi particolarmente lunghi, il costo può diventare importante e divenire un deterrente spesso insuperabile
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