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Paracetamolo, il nostro approfondimento. Come funzioneranno i prossimi analgesici

Farmaci Medical Information Dottnet | 23/12/2011 08:45

L’articolo pubblicato su Panorama Medico Quotidiano di mercoledì relativo agli effetti del paracetamolo è stato molto seguito e commentato, com’era d’altra parte prevedibile, viste la notorietà e la grande diffusione del farmaco. Diversi medici iscritti a Dottnet ci hanno chiesto di approfondire l’argomento, richiesta che la Medical Information Merqurio ha immediatamente colto. La prima evidenza che è venuta fuori, ma si tratta solo di una nota di colore e nulla più, è stata l’attribuzione dello studio: una “S” in meno ne ha dato la paternità ad un altro ricercatore che pure ha realizzato diversi studi sull’argomento ma che in questo lavoro non ha partecipato. E ci risulta che dopo la pubblicazione della notizia è stato subissato di richieste di chiarimenti. La ricerca l’ha invece portata a termine “Andersson DA” rimasto, almeno per il momento, dietro le quinte. A parte comunque questa piccola – e leggera – divagazione, cerchiamo dunque di approfondire l’argomento (sarebbe anche interessante se i nostri iscritti postassero materiale in loro possesso). La notizia che abbiamo riportato descriveva l’azione del farmaco nei topi da laboratorio: il bersaglio che rende il paracetamolo efficace è una proteina, la TRPA1 che si trova sulla superficie delle cellule nervose. La sperimentazione è consistita in un test sui topi per osservare la loro soglia del dolore. Si è misurato il numero di secondi necessari perché un topo ritirasse la zampa da una superficie leggermente calda ed è stato osservato che il paracetamolo aumentava questo intervallo di tempo dimostrando che il farmaco riduce il dolore indotto dal calore. Poi gli esperti hanno ripetuto il test eliminando la proteina TRPA1 e hanno visto che il paracetamolo non aveva più effetti contro il dolore. ''La nostra scoperta mostra per la prima volta - afferma Stuart Bevan del King's College di Londra, uno degli autori della ricerca - che questa proteina è un nuovo meccanismo di azione per l'antidolorifico''. Il team ha inoltre scoperto che prendere paracetamolo induce la creazione di un dannoso sottoprodotto detto NAPQUI, responsabile degli effetti collaterali tossici in caso di sovradosaggio, nel midollo spinale e nel fegato. ''Adesso possiamo cominciare a cercare molecole che funzionino allo stesso modo per dare sollievo al dolore - aggiunge David Andersson del King's College di Londra - ma che sono meno tossiche e che non comportano complicazioni serie in caso di sovradosaggio''.

Il nostro approfondimento

La ricerca del nostro centro studi ha messo in risalto che  la superfamiglia dei canali transient receptor potential (TRP) comprende un vasto ed eterogeneo gruppo di canali di membrana. Il canale TRPA1, ultimo membro di questa famiglia ad essere stato scoperto, presenta delle peculiari caratteristiche. Risulta espresso sui neuroni sensitivi primari dei gangli delle radici dorsali, trigeminali e vagali che danno origine a fasci di fibre nervose afferenti coinvolte nella trasduzione di segnali sensoriali di varia natura (meccanica, chimica e termica). Agendo da “sensore” di stimoli nocicettivi, il canale TRPA1 può rappresentare un futuro e potenziale target per farmaci analgesici. Nello studio recentemente pubblicato sulla rivista scientifica “Nature Communities”, quella che abbiamo descritto,  sono stati investigati gli effetti antinocicettivi della somministrazione spinale e sistemica di acetaminofene (paracetamolo) in topi che non posseggono il canale TRPA1 topi (-/-).

Dallo studio emerge che i metaboliti elettrofili N-acetil-p-benzoquinone imine e p-benzochinone, sono i principali responsabili dell’attivazione recettoriale nei topi e nell’uomo, ne consegue una riduzione delle correnti di sodio e calcio nei neuroni sensoriali primari. L’analgesia è stata osservata mediante “hot-plate test” ed è stata riportata in seguito alla somministrazione intratecale di N-acetyl-p-benzoquinone imine (NAPQUI)  e p-benzoquinone. Gli effetti antinocicettivi dei due composti sono stati comparati a quelli ottenuti dalla somministrazione di cinnamaldehyde (agonista TRPA1) e sono risultati completamente assenti nei topi privi del canale TRPA1 topi (-/-). Lo studio, dunque,  fornisce una nuova ipotesi riguardo al meccanismo molecolare responsabile dell'effetto antinocicettivo del paracetamolo e svela che l'attivazione del canale TRPA1 può rappresentare una potenziale strategia farmacologica nel trattamento della sintomatologia dolorosa.

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