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Gli alfa-bloccanti mostrano un rischio di recidiva dopo prostatectomia radicale aumentato

Urologia Redazione DottNet | 30/11/2011 09:51

I pazienti in trattamento con alfa-bloccanti per il trattamento dei sintomi delle basse vie urinarie mostrano un rischio di recidiva dopo prostatectomia radicale aumentato. Questi i risultati di un studio condotto dal gruppo di ricerca del prof. Murtola. Lo studio ha riguardato 1.315 uomini sottoposti a prostatectomia radicale per asportazione di un cancro alla prostata localizzato tra il 1995 e il 2009. I pazienti sono stati seguiti a intervalli di 6 mesi per il primo anno dopo l’intervento e successivamente ogni anno. Ad ogni visita è stato misurato il PSA sierico.

I pazienti in studio comprendevano 117 uomini che avevano ricevuto un 5-ARI prima della prostatectomia - finasteride o dutasteride - e 372 trattati con un alfa-bloccante prima e/o dopo l’intervento chirurgico.
Dai risultati si evince che i pazienti trattati con 5-ARI o alfa-bloccanti avevano un'incidenza maggiore di coinvolgimento linfonodale e di margini chirurgici positivi. I pazienti che hanno mostrato una recidiva durante il follow-up sono stati 424.
Mentre il trattamento con i 5-ARI si è associato ad un hazard ratio di recidiva biochimica non significativo rispetto al controllo, i pazienti trattati con alfa-bloccanti hanno mostrato, limitatamente ai soggetti che hanno assunto i farmaci dopo l'intervento chirurgico, un rischio di recidiva biochimica significativamente aumentato rispetto ai controlli.


La mortalità che nello studio clinico si è osservata in 124 pazienti durante un follow-up mediano di 8,5 anni (in 22casi si tratta di uomini deceduti a causa di  cancro alla prostata) non è invece né al trattamento con un 5-ARI né a quello con un alfa bloccante.

T.J. Murtola, et al. Risk of biochemical recurrence after radical prostatectomy among men using 5-alpha reductase inhibitors and alpha-blockers. AACR-FCPR 2011; abstract

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