L’aggiunta della terapia ormonale alla radioterapia riduce la sopravvivenza dei pazienti con tumore alla prostata con storia di problemi cardiaci. E’ quanto affermato in uno studio pubblicato sull’ International Journal of Radiation Oncology, Biology and Physics, la rivista ufficiale dell’American Society for Radiation Oncology (ASTRO). Secondo lo studio, nel periodo di tempo compreso tra il 1991 e il 2006, 14.594 pazienti con tumore alla prostata sono stati trattati con la brachiterapia. Di questi soggetti, 1.378 (9,4%) presentavano una storia di infarto del miocardio o di insufficienza cardiaca congestizia, una condizione patologica in cui si riscontra un eccesso di liquido presente nei polmoni e/o in altri organi parti dell'organismo a causa dell'inadeguatezza della funzione di pompa del cuore.
Di questi pazienti, il 22,6% è stato trattato anche con la radioterapia a fasci esterni e il 42,9% è stato sottoposto per 4 mesi alla terapia di deprivazione androgenica per ridurre i livelli di testosterone che facilitano la crescita del tumore alla prostata. In tutti i pazienti con storia di problemi cardiaci, l’aggiunta della terapia ormonale ha ridotto la sopravvivenza a 5 anni. In particolare, il 31,8% dei pazienti con preesistenti problemi cardiaci, che avevano ricevuto anche la terapia ormonale è deceduto entro 5 anni, rispetto al 19,5% di quelli che non erano stati sottoposti a tale trattamento.
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