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AstraZeneca rafforza impegno in urologia

Urologia Redazione DottNet | 21/10/2008 17:38

L'urologia si conferma tra i settori di maggiore interesse di AstraZeneca. L'azienda ha confermato infatti il rafforzamento del proprio impegno nella ricerca di soluzioni terapeutiche nell'oncologia urologica, in occasione del congresso che ha celebrato i 100 anni di attività della Società italiana di urologia (Siu) tenutosi a Roma.
"La ricerca e sviluppo di AstraZeneca ha una lunga tradizione in oncologia urologica - spiega in una nota Raffaele Sabia, direttore medico di AstraZeneca Italia - Attualmente la ricerca e sviluppo dell'oncologia urologica è concentrata in diversi studi clinici di un inibitore dell'endotelina A, un nuovo approccio per il tumore alla prostata ormono-resistente".
Il farmaco, attualmente in fase III di sviluppo clinico, è indicato con la sigla ZD4054 e fa parte di una nuova classe di medicinali che agisce appunto sull'endotelina: una proteina implicata nei meccanismi patologici che promuovono lo sviluppo e la progressione di alcuni tumori, tra cui il cancro della prostata.
 

L'endotelina agisce stimolando due tipi di recettori posti sulla superficie delle cellule tumorali: il recettore di tipo A e il recettore di tipo B. La stimolazione del recettore A favorisce la crescita tumorale anche grazie alla neoformazione di vasi sanguigni e alla formazione di metastasi ossee. Inoltre, ostacola la morte delle cellule tumorali. L'inibizione di questo recettore potrebbe quindi contrastare sviluppo e crescita del tumore della prostata.
I dati dello studio di fase II - sottolinea l'azienda - sono positivi sul fronte della tollerabilità e in termini di durata di vita con metastasi ossee asintomatiche o lievemente sintomatiche. Ora è in corso un programma (Enthuse) che comprende tre studi di fase III controllati con placebo per valutare, in pazienti con tumore della prostata ormono-resistente, l'efficacia della molecola in monoterapia o in associazione a chemioterapia standard.

Il programma coinvolge un totale di circa 3.100 pazienti in tutto il mondo, inclusa l'Italia, e risultati sono attesi per il 2010. "Le ricerche indirizzate nel campo dell'inibizione dell'endotelina A rappresentano una realtà estremamente interessante - conclude Sabia - e aprono le porte a nuove importanti prospettive nella cura del tumore alla prostata, per il quale esistono oggi sono poche le opportunità farmacologiche".
 

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