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Il club dei veneziani: Brunetta e Sogei, storia di una connection. I medici confermano l’agitazione in attesa dell’incontro di venerdì sui certificati online

Sindacato Silvio Campione | 07/02/2011 12:28

Tra ricette online e certificati telematici il duo Brunetta-Trevisanato (capo della Sogei) sta rivoluzionando l’informatica degli italiani. Un progetto che va avanti senza sosta e che prevede investimenti milionari da qui al 2013, quando gran parte della Pubblica Amministrazione, secondo il piano di e-government dovrà essere informatizzata:  Brunetta e il presidente della Sogei, Sandro Trevisanato, la società che di fatto gestisce la piattaforma relativa alla spedizione telematica dei certificati di malattia lavorano e progettano in una sorta di grande simbiosi, dicono i bene informati, che avrebbe l’obiettivo, appunto, di rivoluzionare il rapporto tra enti, cittadini e agenzie.

Ma chi è Trevisanato, uomo ombra della tecnologia firmata Brunetta? Nel 2008 Trevisanato si è visto rinnovare il suo mandato al vertice della società “ad alta specializzazione” che fa capo, però, al ministero dell’Economia (per questo Brunetta nei giorni scorsi ha scritto a Tremonti affinché desse il via libera alle ricette online, altro fronte caldo). Trevisanato inizialmente doveva andare al Poligrafico, ma forti pressioni hanno convinto Tremonti a lasciarlo alla guida della Sogei grazie anche al rapporto “molto stretto” che ha maturato  con il ministro della funzione pubblica Brunetta. D’altra parte tutti sanno quanto i due siano legati:  sono entrambi di Venezia e, con l’appoggio incondizionato del ministro, Trevisanato è  entrato come consigliere di amministrazione nella Save (l'aeroporto di Venezia), è presidente della Venezia terminal passeggeri spa e della Venezia terminal passeggeri events srl (che fanno capo entrambe allo stesso aeroporto e all'autorità portuale del capoluogo veneto). In più è anche titolare dello studio legale Trevisanato con sedi a Venezia, Treviso e Roma che annovera tra i suoi clienti anche Brunetta (e non solo). Proprio questa grande vicinanza a Brunetta, però, gli ha creato in passato qualche problema. Per esempio quando è stato firmato il protocollo d'intesa  tra la Sogei e lo stesso ministero della funzione pubblica sull'e-government: in quel caso  il gabinetto del ministero dell'economia, che controlla Sogei al 100%, non gradì l’accordo perché nessuno dello staff di Tremonti ne fu informato. Ovvero tutto fu deciso senza dire nulla al ministero dell’Economia che di fatto è proprietario della Sogei al 100 per cento. Ma si trattò solo di un piccolo incidente di percorso, prontamente risolto con la mediazione dei vertici di entrambi i ministeri. La gratitudine di Trevisanato nei confronti di Brunetta ha avuto un altro riscontro: amministratore delegato della Sogei è diventato Marco Bonamico, ex direttore generale del Formez (struttura che anch’essa dipende  dal ministero di Brunetta), fedelissimo del ministro dell’Innovazione. E nel Cda c’è anche quell’Attilio Befera, capo di Equitalia, una presenza che non è casuale e che s’intreccia con  la storia della Sogei, iniziata a metà degli anni '70 quando in occasione della riforma fiscale fu affidato alla società il compito di creare una moderna anagrafe tributaria.  Oggi con i suoi 1.750 dipendenti governa la più grande rete telematica europea di servizi online per i cittadini. Di fatto, è questo il "cervello" che guida il grande occhio fiscale da cui  filtrano ogni anno, per esempio, 30 milioni di dichiarazioni dei redditi, quattro milioni di comunicazioni Iva, 90 milioni di pagamenti telematici e oltre sette milioni di atti del registro.

E 25 milioni di certificati di malattia, come prevedono da Palazzo Vidoni e dall’Inps.  Ma Sogei assicura anche i servizi telematici per le agenzie fiscali (Entrate, Demanio, Territorio e Dogane) con oltre 100 milioni di documenti trasmetti telematicante, fornisce ai Monopoli di Stato soluzioni tecnologiche per il check up sui giochi, dall'Enalotto a "Win for life, emette le tessere sanitarie e supporta Equitalia nella riscossione, oltre che regioni ed enti locali nell'ambito del federalismo fiscale. Ecco spiegata la presenza di Befera in Sogei che come un grande fratello  - Dottnet ne ha parlato in un’inchiesta precedente – spia le dichiarazioni e i movimenti bancari degli italiani, tra cui anche, ovviamente, i medici. Ma torniamo alla società informatica che governa la piattaforma dei certificati online. Che ad una settimana dalla fine della procedura di collaudo e quindi dall’inizio delle sanzioni, evidenzia non pochi buchi. Le cronache del nostro Social con i commenti degli iscritti raccontano  di medici sull'orlo di una crisi di nervi, impauriti dal rischio di sanzioni, impantanati in un sistema telematico che si impalla, di code e attese snervanti tra i pazienti e anche molto di più. Brunetta intanto tranquillizza: "Sanzioni solo per mancato invio reiterato per dolo o colpa". Un’affermazione che fa scatenare  l'Anaao Assomed (Associazione Medici Dirigenti) che interviene sulla questione. Costantino Troise, Segretario Nazionale Anaao Assomed, non ha dubbi: "Le idee del Ministro Brunetta sono a volte buone e, quando sono tali, meritano la massima attenzione di coloro che vogliono contribuire a liberare risorse economiche bloccate in atti inutili e, soprattutto anacronistici, tenendo conto della tecnologia di cui disponiamo. Purtroppo però il Ministro della Funzione Pubblica parte dal presupposto che una buona idea, una volta partorita, si realizzi per conto suo senza necessitare di alcun 'investimento' in termini economici e culturali e di alcuna gradualità di realizzazione in un Paese lungo e stretto come l'Italia". E il Segretario Anaao non risparmia critiche (costruttive) al "sistema" informatico: "Però non si può negare la realtà. Il sistema non è a regime. Non solo perché i quasi 4 milioni di documenti inviati, sui 50 stimati dal Ministro, per il 50% provengono da 3 Regioni, e manca all'appello tutto, o quasi, il Meridione.
Non solo perché continuano a mancare i supporti informatici ed amministrativi necessari in troppi punti della rete assistenziale, ma anche perché sono emersi veri e propri effetti collaterali che stanno portando al collasso il sistema delle emergenze ed urgenze. A scapito dell'appropriatezza, valore essenziale della sanità moderna, e senza illusioni sullo snellimento e la velocizzazione delle procedure che, anzi, rischiano di allungare le attese". "Ancora una volta chiediamo al Ministro ed a tutto il Governo di favorire una crescita razionale e non demagogica senza considerare le rappresentanze sociali, mosche fastidiose da scacciare con un gesto, mentre procede sulla luminosa strada del progresso" conclude la nota di Costantino Troise. In risposta da Palazzo Vidoni arrivano i dati sulla trasmissione: nella prima settimana di pieno regime dell'invio telematico dei certificati online sono stati spediti via web all'Istituto ben 476.824 certificati, con un aumento rispetto alla settimana precedente del 31%.  Nella sola giornata di venerdì 4 sono stati trasmessi online 96.524 documenti, con un incremento rispetto al precedente venerdì del 52%. “La distribuzione a livello territoriale è la seguente: 17.642 in Lombardia, 12.152 in Lazio, 8.903 in Veneto, 8.135 in Sicilia, 7.762 in Emilia Romagna, 7.698 in Campania, 6.874 in Piemonte, 5.371 in Toscana, 4.859 in Puglia, 3.692 in Calabria, 2.215 in Friuli Venezia Giulia, 2.138 in Liguria, 2.094 nelle Marche, 1.806 in Sardegna, 1.431 in Abruzzo, 1.054 in Umbria, 906 in Provincia di Bolzano, 857 in Provincia di Trento, 512 in Basilicata, 254 in Molise, 169 in Valle d'Aosta”.  I dati INPS indicano che nei dieci mesi di operatività del nuovo sistema sono stati inviati telematicamente quasi 4,2 milioni di documenti.  Complessivamente, il flusso di trasmissione a livello locale è così ripartito: 1.315.331 in Lombardia, 571.354 in Lazio, 365.390 in Veneto, 282.504 in Emilia Romagna, 274.364 in Sicilia, 251.712 in Campania, 161.394 in Piemonte, 144.650 in Puglia, 134.178 in Toscana, 132.644 in Marche, 108.372 in Calabria, 84.170 in Abruzzo, 66.252 in Provincia di Bolzano, 51.661 in Liguria, 49.080 in Sardegna, 43.137 in Provincia di Trento, 42.055 in Friuli Venezia Giulia, 41.073 in Umbria, 28.613 in Basilicata, 14.925 in Molise, 14.575 in Valle d'Aosta. “Si conferma così il trend delle ultime settimane, che porta a stimare un volume annuale di invii via web dei certificati di malattia pari a circa 25 milioni”, precisano dal ministero. Dati insomma ottimistici. Prontamente smentiti però dalla Fimmg Lombardia, la regione che finora è stata da apripista alla spedizione telematica. Nell'ultima settimana, proprio mentre, ufficialmente, entravano in vigore le sanzioni per i medici inadempienti, per il sindacato dei medici lombardi è invece calato il numero di trasmissioni di certificati medici online come emerge da un sondaggio della Fimmg:  su 340 medici di famiglia operanti nelle diverse province della Lombardia condotto dall'1 al 3 febbraio 2011 appare evidente il calo di trasmissioni di certificati online nell'ultima settimana, dovuti a un periodo di inefficienza del sistema e totalmente indipendente dall'entrata in vigore del regime sanzionatorio voluto dal Ministro Brunetta. In sintesi, i medici che inviavano più del 90% dei certificati telematici sono passati dal 55 al 15.6% e sono aumentati dal 6 al 30% quelli che ne inviavano meno del 50%. "Questi sono dati che fanno riflettere - dichiara Fiorenzo Corti, Segretario Regionale Fimmg Lombardia -. Queste percentuali confermano che il numero degli invii telematici dipende dalla funzionalità del sistema e non dalle minacce del Ministro e i medici lombardi sono stati al primo posto nell'invio perché la nostra è l'unica regione che dispone di una struttura informatica in grado di minimizzare i tempi dedicati all'invio”. “Chiediamo - conclude Fiorenzo Corti - che l'ospedale, il pronto soccorso, gli specialisti ambulatoriali e i servizi di continuità assistenziale siano messi in grado, in tempi ragionevoli, di trasmettere le certificazioni on line senza naturalmente compromettere le attività di assistenza, questo per evitare al cittadino il disagio di essere costretto a recarsi nello studio del medico di famiglia per la semplice trasmissione del certificato". Infine una nota: le organizzazioni sindacali rappresentative dei medici italiani, in attesa dell'incontro con il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, fissato per l'11 febbraio a Palazzo Vidoni, confermano la mobilitazione dell'intera categoria ''a sostegno della richiesta di trovare soluzioni alle rilevanti e comprovate criticità del sistema di certificazione telematica, e di sospendere l'avvio delle sanzioni disciplinari''. Lo rende noto un comunicato delle stesse organizzazioni, tra cui Anaao-Assomed, Fimmg, Cimo-Asmd, Aaroi-Emac e Fp Cgil Medici. Clicchi qui per essere informato.

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