"Dal 3 aprile i medici di famiglia italiani potrebbero non essere più in grado di garantire la certificazione per malattia per almeno un milione di lavoratori dipendenti pubblici e privati ogni mese, se non si troverà una soluzione per dare una corretta interpretazione alla nuova normativa sulle certificazioni on line". Lo paventa in una nota il segretario nazionale della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale), Giacomo Milillo, che ha inviato una lettera ai quasi 30 mila iscritti della Federazione per esprimere la sua preoccupazione. "E' quanto succederà - spiega Milillo - se nell’incontro previsto tra Fnomceo, ministero della Salute, Inps e ministero della Funzione Pubblica non si troverà la soluzione per l’interpretazione del decreto, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 19 marzo, sulla definizione delle modalità tecniche per la predisposizione e l'invio telematico dei dati delle certificazioni di malattia al Sac, il sistema di accoglienza centrale ossia l'infrastruttura tecnologica del ministero dell'Economia e delle finanze che consente la ricezione dei dati delle ricette mediche e dei certificati di malattia trasmessi in via telematica dagli utenti".
"La Fimmg - prosegue Milillo – nell’interesse primario della tutela della salute dei cittadini e della sostenibilità del Servizio sanitario nazionale, ha sempre sostenuto i percorsi di innovazione, in particolare dell’informatizzazione e della messa in rete dei propri medici con tutti gli attori del servizio sanitario. Grande è stato il nostro sforzo formativo e informativo sui nostri medici e con orgoglio, senza possibilità di smentita, posso affermare - sottolinea - che la categoria dei medici di famiglia italiani è la più informatizzata tra tutte quelle del Ssn". "Non è possibile però chiedere ai medici di fare ciò che le nuove disposizioni di legge vietano - sottolinea Milillo - pena l’esposizione a gravi sanzioni civili e penali, in particolare le certificazioni per malattie brevi, che molto risentono del rapporto di fiducia e della conoscenza dei problemi di salute del paziente, spesso in assenza di segni e sintomi obiettivabili". "Neppure possiamo ipotizzare che, conoscendo i ritardi e le carenze del sistema informativo nazionale, in tempi brevi e con propri mezzi i medici di famiglia italiani possano essere messi in grado di dare attuazione pratica a quanto disposto dal decreto ". Insomma, per questi motivi "il 27 marzo - conclude Milillo - il Consiglio nazionale della Fimmg valuterà le azioni da mettere in atto a tutela dei medici e dei lavoratori assistiti".
Anche lo Snami, il Sindacato nazionale autonomo dei medici italiani, ''stigmatizza con forza l'assurda volontà di chi pensa di poter far fare ai medici di famiglia qualsiasi cosa'' ed annuncia proteste ''in piazza'' in tutte le città italiane. Per Domenico Salvago, vicesegretario nazionale dello Snami, si tratta di un ''decreto farraginoso, i cui percorsi tortuosi si annunciano praticamente inapplicabili da parte dei medici: non si capisce perché non ci sia alcun rispetto per il nostro lavoro quotidiano a curare i pazienti a contatto con la sofferenza e le difficoltà''. ''Si stanno oggettivamente ponendo in essere paletti insormontabili per svolgere la nostra professione. In questo disciplinare vengono inserite norme assurde e vessatorie, incompatibili con la logica e l'attività sanitaria, dove i medici sono responsabilizzati sulla correttezza di dati burocratici che devono essere autocertificati sotto la responsabilità dei singoli lavoratori. Non si tiene minimamente conto del funzionamento delle linee Adsl, che comunque non siamo costretti ad avere in dotazione, e che soprattutto non coprono tutto il territorio nazionale''.
Arriva intanto un 'no' netto della parte pubblica all'autocertificazione del lavoratore per i brevi periodi di malattia, come proposto dalle associazioni dei medici. Ma anche disponibilità al confronto sui problemi legati al certificato medico on line, con le difficoltà per i camici bianchi che hanno più volte manifestato il loro disagio e chiesto correttivi al decreto Brunetta che lo prevede. Sono alcuni elementi emersi dall'incontro tra i rappresentanti della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo), dei ministeri della Salute, della Pubblica Amministrazione e Innovazione e dell'Inps.
• Se ci sono dubbi o interrogativi, scriveteci: faremo da tramite col ministero della Funzione Pubblica.
Silvio Campione
Cgil, Cisl e Uil: "Sono 200mila, è un comparto strategico"
"I medici, i dirigenti sanitari, gli infermieri le professioni sanitarie ex legge 43/2006, vogliono risposte, vogliono tornare ad essere il fulcro delle cure, vogliono continuare a curare, ma in sicurezza”
Testa: “Serve uno straordinario investimento nel territorio prima che della medicina di famiglia rimangano solo le ceneri.”
Leonida Iannantuoni Presidente di ASSIMEFAC; al paziente va dedicato più tempo
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