Nuove speranze per combattere il dolore che segue un episodio di herpes zoster, comunemente chiamato fuoco di Sant'Antonio, dovuto all'attacco di nervi periferici da parte di un virus: la nevralgia post-erpetica potrà essere curata con farmaci che abbassano la attività del nervo leso, allo studio presso il Centro per la medicina del dolore del Neuromed (Istituto neurologico Mediterraneo)."Le mie ricerche - ha detto Bruno Marcello Fusco, algologo responsabile del Centro e professore di Patologia all'università di Salerno, ospite della trasmissione di Raidue 'Medicina 33' di oggi - si dirigono verso la sperimentazione di medicinali a uso topico nel trattamento della nevralgia posterpetica. In particolare, la capsaicina è una neurotossina che si ritrova naturalmente nel peperoncino e che può contribuire a distruggere le fibre sensitive"
che provocano questo tipo di dolore.
La chiave di volta, secondo l'esperto, risiede inoltre nella vaccinazione contro il fuoco di sant'Antonio e contro la nevralgia. Il vaccino, attualmente disponibile negli Stati Uniti, sarà presto disponibile anche in Europa e si stima che farà scendere sensibilmente i casi di nevralgia post-erpetica. (segue) Il dolore associato alle neuropatie periferiche e alle nevralgie - prosegue Fusco in una nota - è invalidante nella vita del paziente. Ma la comunità scientifica si sta muovendo in tal senso, soprattutto l'algologia. Il dolore, originato da una neuropatia periferica o da una nevralgia, è sporadico o talvolta cronico ed è spesso resistente al trattamento".
La correlazione emerge per la prima volta da uno studio condotto presso l'Università della California, a Riverside, e pubblicato sul Journal of Clinical Investigation Insight
I ricercatori del Labanof dell’Università Statale di Milano hanno esaminato due scheletri di donne e dei loro feti, con deformità attribuibili all'osteomalacia, una patologia legata alla fragilità ossea e associata alla carenza di vitamina D
Lo rivela uno studio effettuato su 1771 studenti di 48 scuole elementari pubbliche di Madrid
La pratica potrebbe salvare 820.000 vite l'anno
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