Dall'ansia alla schizofrenia, dal mal di testa ai melanomi, dal Parkinson al reflusso
gastroesofageo. Promettono di curare malattie molto diverse fra loro nuovi farmaci allo studio nei laboratori di tutto il mondo che si basano su una scoperta cui hanno contribuito anche ricercatori italiani: si tratta dei recettori metabotropici del glutammato, soprannominati 'mGlu', uno dei target più innovativi oggi esistenti e su cui gli scienziati ripongono grandi speranze proprio per il loro potenziale impiego contro molteplici patologie, soprattutto neurologiche e psichiatriche.
Dell'argomento si è parlato a Roma alla presentazione di un congresso, in programma a Taormina dal 14 al 19 settembre, organizzato per consentire a studiosi internazionali di fare il punto della situazione sulle sperimentazioni in corso.
"Il glutammato - ha spiegato ai giornalisti Ferdinando Nicoletti, professore ordinario di Farmacologia dell'università 'La Sapienza' di Roma e membro del comitato scientifico dell'Istituto neurologico mediteranneo Neuromed di Pozzilli (Isernia), il cui team ha contribuito alla scoperta dei recettori mGlu nel 1986 - è il principale neurotrasmettitore eccitatorio del Sistema nervoso centrale. Ma quando è presente a concentrazioni troppo elevate può rappresentare uno stimolo neurotossico e determinare morte neuronale, un meccanismo patogenetico comune alla maggior parte delle malattie neurodegenerative.
Via libera da Aifa, riduce i sintomi intestinali senza l'uso di steroidi
Lo studio sperimentale di fase III è stata la più ampia sperimentazione sulla fibrosi polmonare idiopatica (IPF) ad oggi mai condotta, in corso presso circa 400 centri e in oltre 30 Paesi
Lo rivela la prima analisi globale sull'argomento pubblicata sulla rivista The Lancet e condotta dal Global Research on Antimicrobial Resistance (Gram) Project
La dose giornaliera del farmaco contro il diabete ha preservato la cognizione e ritardato il declino di alcuni tessuti
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