Pelle umana 'temporanea', realizzata grazie a cellule staminali embrionali, per aiutare i pazienti gravemente ustionati in attesa di un trapianto. A dimostrare questo nuovo possibile utilizzo delle staminali embrionali è uno studio pubblicato su 'Lancet' da Christine Baldeschi dell'Inserm e dell'istituto per le cellule staminali di Evry Cedex (Francia).
I ricercatori sono riusciti a creare una pelle-ponte, destinata agli ustionati in attesa del trapianto. Per oltre 20 anni i pazienti con gravi ustioni hanno beneficiato dell'autotrapianto delle proprie cellule, coltivate in laboratorio fino a permettere di rimpiazzare la pelle danneggiata. Ma il problema maggiore di questo approccio consiste nell'attesa di 3 settimane, il tempo necessario a far crescere cellule sufficienti per il trapianto. Cosa che espone il paziente al rischio di disidratazione e infezioni. La pelle decellularizzata da cadavere, invece, può essere usata per coprire le ferite in questa fase, ma la disponibilità di questo materiale è limitata e il tessuto oltre tutto viene spesso rigettato dal ricevente. I ricercatori si sono indirizzati così verso matrici inerti biosintetiche e sintetiche, ma al momento questo approccio non permette di sostituire la pelle da cadavere nelle ustioni più vaste.
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