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Melanoma, asportati troppi nei benigni

Dermatologia | 26/11/2009 21:18

Troppi nei sospetti vengono asportati chirurgicamente e poi si rivelano benigni: dai 20 ai 30 per ogni autentico melanoma maligno.

Lo ha reso noto un esperto come il professor Giovanni Pellacani (Università di Modena) illustrando a Milano il funzionamento di un nuovo apparecchio laser in grado di smascherare il melanoma, evitando asportazioni inutili. Si chiama microscopio laser confocale ed è capace di ingrandire di 700 volte la lesione cutanea sospetta, fornendo in tempo reale immagini delle cellule cutanee con una risoluzione simile a quella dell'esame istologico. ''A occhio nudo - spiega Pellacani - un buon dermatologo è in grado di riconoscere un melanoma con un'accuratezza del 60%.

A questa diagnosi l'utilizzo del dermoscopio, strumento introdotto negli ultimi anni, conferisce una sensibilità in più pari al 15-30%, portando l'accuratezza totale della diagnosi al 90%. Quel 10% che manca, rappresenta una marea di casi dubbi, borderline, che inducono spesso il dermatologo a non rischiare e a consigliare l'asportazione''. Il microscopio laser confocale entra in campo in questa fascia di casi, come seconda opzione dopo la dermoscopia, in caso di dubbio ulteriore: portando l'accuratezza della diagnosi al 98%.
Uno studio australiano, pubblicato sul Journal of the American Academy of Dermatology (Jaad) dimostra che il nuovo strumento riduce la forbice '30 asportazioni per 1 melanoma' a sole '4 asportazioni per 1 melanoma'. Finora questo strumento è stato utilizzato prevalentemente in via sperimentale. Solo negli ultimi mesi si è diffuso in clinica. In particolare ne esistono otto esemplari in Italia: Oltre a quello dell' università di Modena, tre a Roma (due al San Gallicano, uno all'Università di Tor Vergata), ad Ancona (Incra), Forlì (IRST), Università di Brescia e Istituto Iclid di Milano. Una collaborazione tra l'Università di Modena e l'Iclid ''permetterà l'utilizzo del microscopio nella pratica clinica quotidiana - afferma Pier Luca Bencini, titolare di Iclid - per condurre il primo studio scientifico sul territorio, della durata di quattro anni, arruolando tutti i pazienti che accederanno alla struttura dopo una dermoscopia conclusa con un dubbio diagnostico''.

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