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Si può essere obesi senza essere in sovrappeso?

Nutrizione Redazione DottNet | 16/11/2009 16:31

Apparentemente la risposta più ovvia è no, ma in realtà, grazie al lavoro dei ricercatori dell’Università Tor Vergata di Roma, è stata identificata una nuova categoria di obesi: gli obesi normopeso.

“Si tratta di persone che hanno un indice di massa corporea e quindi un peso nella norma, ma una percentuale di grasso corporeo superiore al 30% come nell’obesità manifesta» spiega la Dottoressa Di Renzo, che in collaborazione con il Professor Antonino De Lorenzo - Docente di alimentazione e nutrizione umana all’università di Tor Vergata e Presidente del Centro Internazionale per lo studio della composizione corporea dell’Università di Milano - ha identificato una nuova sindrome, la Normal Weight Obese syndrome, che colpisce prevalentemente le donne, conosciuta come Sindrome di De Lorenzo. Non si tratta solo di una nuova categoria per l’obesità – in genere si definisce obeso chi ha un indice di massa corporea maggiore e/o uguale a 30 – ma di un grave problema di salute pubblica.

Seguendo i tradizionali metodi per definire l’obesità si corre, infatti, il serio rischio di sottostimare quella che ormai è una vera e propria epidemia, di non arrivare a una diagnosi corretta e di non riuscire a intervenire in modo tempestivo. «È drammatico sapere che, nonostante gli indicatori di rischio e l’esistenza di metodiche per la valutazione della composizione corporea, ancora oggi la diagnosi di obesità venga fatta semplicemente ricorrendo al centimetro e alla bilancia” afferma Di Renzo.
Diversi lavori del gruppo di ricerca romano che dimostrano come gli obesi normopeso siano più a rischio di sviluppare diverse patologie tipiche anche della “normale obesità”. “In queste persone sono presenti alterazioni dei geni dell’infiammazione” chiarisce Di Renzo “ne conseguono aumento dei marcatori dell'infiammazione, aumento dello stress ossidativo, alterazione degli indici di rischio cardiovascolare, tendenza all'insulino-resistenza con aumento di patologie come il diabete, e un incremento del rischio di morte per patologie cardiovascolari pari a 2,5 volte”. Non accorgersi di questa nuova forma di obesità mette ad alto rischio la salute. “L'intervento primario è sicuramente un cambiamento dello stile di vita in termini di nutrizione e attività fisica”. conclude Di Renzo “I migliori risultati possono essere ottenuti grazie alla classica dieta mediterranea, con il suo alto contenuto di fibre, acidi grassi omega 3 e antiossidanti “.

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