Le chiamano 'vacanze gluten-free' e sono il traguardo a cui aspira ogni turista celiaco: viaggi sicuri ma senza l'ansia della 'minaccia glutine', e senza limitazioni sulle mete né sul menù.
Non è un sogno. Bastano pochi accorgimenti e un breve lavoro di ricerca pre-partenza, come spiega il 'Vademecum del turista celiaco' realizzato dal comitato scientifico dell'azienda di settore Dr Schar , e "si apriranno le porte di ogni angolo del mondo anche per i pazienti affetti da questa malattia: 80 mila i casi italiani accertati, 500mila in attesa di diagnosi", assicura in una nota Giuseppe Caula, gastroenterologo del presidio ospedaliero Valdese, Asl To1 di Torino.
Unica condizione: se si varcano i confini italiani - nel Belpaese basta avere un prontuario dell'Associazione italiana celiachia (Aic) per conoscere ristoranti, pizzerie e alberghi con menù adatti - il viaggio va pianificato fin dalla scelta della compagnia aerea e dalla richiesta, al momento della prenotazione del volo, del pasto 'gluten-free' a bordo.
La correlazione emerge per la prima volta da uno studio condotto presso l'Università della California, a Riverside, e pubblicato sul Journal of Clinical Investigation Insight
I ricercatori del Labanof dell’Università Statale di Milano hanno esaminato due scheletri di donne e dei loro feti, con deformità attribuibili all'osteomalacia, una patologia legata alla fragilità ossea e associata alla carenza di vitamina D
Lo rivela uno studio effettuato su 1771 studenti di 48 scuole elementari pubbliche di Madrid
La pratica potrebbe salvare 820.000 vite l'anno
La correlazione emerge per la prima volta da uno studio condotto presso l'Università della California, a Riverside, e pubblicato sul Journal of Clinical Investigation Insight
I ricercatori del Labanof dell’Università Statale di Milano hanno esaminato due scheletri di donne e dei loro feti, con deformità attribuibili all'osteomalacia, una patologia legata alla fragilità ossea e associata alla carenza di vitamina D
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