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Interazione della TAO con alcune specifiche condizioni cliniche: apparato digerente

Gastroenterologia Giampaolo Bresci | 20/07/2009 17:07

La terapia anticoagulante orale (TAO) è un trattamento di grande importanza e in costante crescita. Il numero di persone che in Italia si sottopone a questa terapia è molto alto, circa 650.000 all’anno, e come in tutto il mondo, tendono ad aumentare costantemente. L’obiettivo di questa terapia è quello di deprimere l’attività coagulativa del sangue per ottenere la massima protezione possibile dagli incidenti tromboembolici con il minimo rischio emorragico. Per una ottimale gestione del paziente è fondamentale un approccio interdisciplinare tra medico di famiglia e specialisti ma è anche fondamentale l'informazione e l'educazione del paziente. In considerazione delle implicazioni sistemiche che la TAO determina può essere utile riferire sui rapporti tra TAO e apparato digerente.

La complicanza più temibile della TAO è il sanguinamento con emorragie maggiori o minori che può coinvolgere anche l’apparato digerente. Il rischio emorragico è legato all’età ( superiore nell’anziano soprattutto se > 75 anni) e può essere favorito da patologie presenti nell’apparato digerente quali erosioni, ulcera peptica, malformazioni vascolari dell’apparato digerente, cirrosi epatica. In particolare i pazienti con cirrosi epatico presentano spesso piastrinopenia, un INR spontaneamente > 1.5 e un indebolimento della mucosa con maggiore possibilità di emorragia per la presenza di gastropatia e/o colopatia congestizia.
Il rischio di emorragia digestiva si riduce nettamente se il paziente è monitorato da un centro specialistico (incidenza 1%). In genere le conseguenze di una eventuale emorragia digestiva sono lievi (mortalità 0.25%) ma solo se si interviene precocemente e per questo è indispensabile fornire al paziente e ai parenti utili informazioni sui rischi della terapia e le modalità per riconoscere i primi segni di una eventuale emorragia digestiva (proctorragie, melene e/o ematemesi).
In caso di emorragia digestiva in soggetto in trattamento con TAO è utile eseguire PT, PTT, INR, conta piastrine e se questi sono nel range terapeutico è indicato ricercare una possibile patologia non correlata alla terapia con TAO. La letteratura riporta, infatti, percentuali variabili dal 34 al 50% di casi di pazienti in trattamento con TAO dove l’emorrragia digestiva era determinata da altre cause a non correlata con la TAO.
Il trattamento dell’emorragia digestiva oltre alla sospensione della TAO consiste nella somministrazione di vitamina K (che richiede almeno 6 ore di latenza per divenire efficace), emoderivati sostitutivi quali : concentrati di fattori del complesso protrombinico e/o plasma congelato.


In caso di indagine endoscopica se solo diagnostica è possibile continuare la TAO soprattutto nei pazienti ad alto rischio embolico, ma se l’endoscopia è operativa (biopsie, polipectomie, legatura verici, sclerosi endoscopica) è necessario sospendere la TAO da almeno 5 giorni sostituendola con eparina a basso peso molecolare .
Mantenendo una dieta regolare molto raramente si hanno effetti collaterali che dipendano dall'alimentazione. Nessun cibo pertanto deve essere considerato "proibito" ma si consiglia di non superare un apporto giornaliero massimo di 200-300 microgrammi/die di vitaminaK. Il paziente, quindi, non dovra' fare una dieta con assenza e/o estremamente povera di vitamina k, ma, al contrario, dovra' evitarne variazioni significative, per evitare le conseguenti fluttuazioni dell'INR. Il 10-20% degli italiani fa uso di sostanze a base di erbe, con la convinzione che esse siano innocue ma anche le erbe medicinali e le preparazioni erboristiche possono interferire con la TAO.
Altri effetti indesiderati, relativamente rari che possono coinvolgere l’apparato digerente sono : nausea, vomito, diarrea epatite, ittero, aumento degli enzimi epatici, flatulenza e dolori addominali, alterazioni del gusto, sporadici casi di colestasi intraepatica, reversibile dopo sospensione del trattamento.


Referenze

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