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Esofagite eosinofila, studio Sigenp definisce approccio e terapia

Gastroenterologia Redazione DottNet | 10/09/2024 14:03

I risultati di una survey su scala nazionale saranno presentati al XXXI Congresso SIGENP (Società Italiana di Gastroenterologia, Epatologia e Nutrizione Pediatrica) a Palermo dal 26 al 28 settembre

L’esofagite eosinofila è una malattia infiammatoria cronica e progressiva dell’esofago (EoE) in continuo aumento in tutto il mondo. Fino a pochi anni fa considerata rara, ora si sa che colpisce ben 34 bambini e 42 adulti su 100.000 abitanti.  Si tratta di una patologia spesso misconosciuta e sottodiagnosticata, che provoca un graduale restringimento dell’esofago e che necessita di un’accurata presa in carico.  Per questo la Società Italiana di Gastroenterologia, Epatologia e Nutrizione Pediatrica ( SIGENP) ha voluto comprendere se nel nostro paese il problema venga affrontato dal Sistema Sanitario Nazionale nella maniera più corretta garantendo la migliore qualità di vita possibile per i piccoli pazienti. E la risposta, sottolineano gli esperti, è affermativa. "La survey, cioè l’indagine retrospettiva su centri  gastroenterologia pediatrica, è stata  condotta da SIGENP nel novembre 2023  inviando un questionario articolato in 39 domande ai centri specialistici pediatrici su tutto il territorio nazionale – spiega la dott.ssa Naire Sansotta, gastroenterologa pediatra all’Ospedale Giovanni XXIII di Bergamo, che ha proposto la ricerca – I centri che hanno partecipato inviando dati sono veramente tanti, oltre 50. In tutti, i gastroenterologi pediatri, in accordo con le linee guida internazionali, pongono diagnosi di esofagite eosinofila eseguendo la gastroscopia con biopsie seriate in vari tratti dell’esofago per verificare una eventuale infiammazione, presenza di eosinofili".  Se si riscontra la presenza di esofagite eosinofila viene avviata una   terapia mirata che si avvale sia di farmaci che di una dieta specifica o  entrambi.

Non si tratta di una condizione acuta ma cronica, per questo la diagnosi corretta è fondamentale. "Per impostare una cura a lungo termine – aggiunge la dott.ssa Sansotta – è importante un adeguato e continuo follow up perchè il trattamento  va protratto per molti anni. Infatti, secondo i nostri dati, oltre il 50% dei bambini affetti da questa patologia prosegue la terapia per almeno tre anni".  Quale consiglio dare ai genitori per scoprire se il proprio figlio soffre di questa malattia?  "Bisogna fare attenzione a quando bambini anche piccoli  hanno difficoltà ad alimentarsi e vomitano spesso, cioè quando faticano a deglutire o il cibo si ferma nell’esofago  e/o  provoca dolore o quando va spesso ‘di traverso’, per così dire".

"Sarà uno dei temi affrontati in occasione del prossimo Congresso Nazionale della SIGENP che si svolgerà tra breve a Palermo dal 26 al 28 Settembre", afferma il Prof. Claudio Romano (nella foto) Presidente SIGENP e Direttore Unità Operativa di Gastroenterologia Pediatrica e Fibrosi Cistica dell’ Università di Messina. Saranno presenti oltre 500 delegati e verranno trattate tematiche che vanno dalla ricerca di base alle novità terapeutiche nel trattamento delle patologie complesse del bambino, la diagnostica strumentale ed il ruolo delle professioni parasanitarie che supportano il clinico nella gestione dei bambini con bisogni medici speciali. 

"Questo Congresso" conclude il Prof. Romano,  "rappresenterà la sintesi del lavoro svolto da SIGENP nel corso di questi anni, e che pone questa Società come riferimento assoluto nel panorama nazionale ed internazionale nell’ambito dell’assistenza del bambino con problematiche gastroenterologiche, epatologiche e nutrizionali".  

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