Una nuova tecnica chirurgica che non lascia cicatrici è stata sperimentata da un gruppo di ricercatori dell'Ospedale San Raffaele di Milano per risolvere il reflusso gastro-esofageo, problema che arriva a colpire un italiano su sei.
Quella del San Raffaele è la prima sperimentazione di questo tipo al mondo, insieme a un'altra analoga condotta in Belgio. Il reflusso gastro-esofageo consiste nel 'ritorno' del contenuto dello stomaco verso l'esofago, a causa del malfunzionamento della valvola che li separa. A causa dell'acido dei succhi gastrici, questo reflusso può creare grossi problemi, da dolori al torace fino a vere e proprie lesioni del canale digerente. Fino ad oggi la terapia era chirurgica (con incisione dell' addome) o farmacologica. A queste ora si aggiunge l'intervento sperimentato dai medici del San Raffaele guidati da Pier Alberto Testoni, che non va a sostituirli ma li affianca: con una sonda simile a quella della gastroscopia, gli esperti passano per la bocca arrivando allo stomaco del paziente, dove creano una nuova valvola più robusta sul canale che lo separa dall'esofago.
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