rivelarlo uno studio condotto da Minwoo Lee, dell'Hallym University Sacred Heart Hospital di Anyang, Corea del Sud
Identificata un'associazione tra la sindrome metabolica e l'aumento del rischio di demenza a esordio giovanile, diagnosticata prima dei 65 anni. A farlo uno studio condotto da Minwoo Lee, dell'Hallym University Sacred Heart Hospital di Anyang, Corea del Sud, e colleghi, pubblicato sulla rivista 'Neurology', dell'American Academy of Neurology, La ricerca ha analizzato quasi due milioni di persone di età compresa tra 40 e 60 anni, utilizzando dati dell'assicurazione sanitaria nazionale sudcoreana, con un follow-up medio di otto anni. Circa il 25% dei partecipanti presentava sindrome metabolica, definita da un eccesso di grasso addominale associato ad almeno due tra pressione alta, glicemia elevata, trigliceridi alti e bassi livelli di colesterolo Hdl. Durante il periodo di osservazione, 8.921 persone hanno sviluppato demenza, con un'incidenza più alta tra chi aveva la sindrome metabolica, 0,86 casi ogni 1.
Dopo aggiustamenti per età, istruzione e fattori di salute, la sindrome metabolica e' risultata associata a un aumento del rischio di demenza del 24%, con un incremento specifico del 12% per la malattia di Alzheimer e del 21% per la demenza vascolare. Le donne con sindrome metabolica mostravano un rischio aumentato del 34%, superiore rispetto al 15% degli uomini. Inoltre, il rischio era maggiore nelle persone più giovani, in particolare a 40 anni rispetto a 50 anni. Ogni componente della sindrome metabolica contribuiva in modo cumulativo al rischio, con un aumento fino al 70% per chi presentava tutte e cinque le componenti. Gli autori suggeriscono che interventi sullo stile di vita, come dieta equilibrata, attività fisica regolare, mantenimento del peso forma, astensione dal fumo e riduzione dello stress, potrebbero ridurre il rischio di demenza a esordio precoce.
Tuttavia, lo studio non ha indagato i fattori genetici, e sono necessarie ulteriori ricerche per confermare e approfondire questi risultati. In sintesi, questo studio sottolinea l'importanza della prevenzione e del controllo della sindrome metabolica nella mezza eta' come possibile strategia per limitare il rischio di demenza precoce, un fenomeno che impatta significativamente sulla qualita' di vita e sulla produttivita' delle persone colpite.
ue membri della famiglia delle Lachnospiraceae residenti nell'intestino tenue potrebbero svolgere un ruolo come fattori scatenanti ambientali della malattia
Studio, declino in meno del 58% tra gli anziani che hanno usato computer ed email
Lo studio è stato condotto all’Ospedale San Raffaele di Milano ed è frutto di oltre vent’anni di ricerca dell’Istituto San Raffaele-Telethon per la terapia genica
Studio, possibilità di prevenzione intervenendo sull'ipoacusia
Scoperti nuovi fattori di rischio: il colesterolo "cattivo" nella mezza età e la perdita della vista non trattata in età avanzata
Perdita di autonomia, stigma sociale e peso economico i principali timori
Il lavoro, che accoglie le prime evidenze dello studio Nemesis è stato pubblicato su Nature Communications e illustra la generazione e i meccanismi neuronali delle alterazioni, suggerendo nuove vie di riabilitazione
All’A.O.U. Luigi Vanvitelli una nuova tecnologia cambierà la vita di migliaia di pazienti
Commenti