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Cure garantite dal Ssn, dietrofront del Tar con la revoca del decreto che sospendeva il tariffario nazionale

Sanità pubblica Redazione DottNet | 01/01/2025 18:33

L'istanza di revoca del decreto Tariffe è stata depositata dall'Avvocatura dello Stato in data odierna per conto del ministero della Salute

Revocato il decreto con il quale lunedì 30 dicembre il Tar del Lazio aveva sospeso il Tariffario delle Prestazioni di Specialistica ambulatoriale e protesica, ovvero le cure e le prestazioni garantite ai cittadini dal Ssn. L'istanza di revoca del decreto Tariffe è stata depositata dall'Avvocatura dello Stato il 31 dicembre per conto del ministero della Salute e non per conto delle parti che avevano impugnato il provvedimento governativo. «Preso atto della dichiarata gravità delle conseguenze della sospensione del decreto che determinerebbero il blocco del sistema di prenotazione ed erogazione» dei servizi «con un impatto sulla salute dei pazienti», il Tar ha deciso di revocare il decreto confermando l'udienza in camera di consiglio per il 28 gennaio.

Martedì scorso, il Tar del Lazio ha dunque «accolto l'istanza di revoca e conferma la fissazione alla Camera di consiglio del 28 gennaio», perché «l'istanza di revoca è stata esportata al relatore intorno alle ore 11.

30 del 31 dicembre» e «non si ravvisano evidentemente i presupposti per un'audizione anche informale delle parti». Così la pronuncia del Tar del Lazio, dopo che il ministero della Salute, attraverso l'Avvocatura dello Stato, ha presentato un'istanza di revoca dell'ordinanza sospensiva del Tar. Il tribunale ha «preso atto della dichiarata gravità delle conseguenze della sospensione del decreto in esame, che determinerebbero il blocco del sistema di prescrizione, prenotazione ed erogazione, con conseguente disservizio all'utenza e ritardi nell'erogazione delle prestazioni e, in ultima analisi, con un impatto sulla salute dei pazienti». In mezzo a questo guado burocratico rimangono i cittadini e i loro bisogni di salute. In molte regioni si stanno registrando diversi problemi, segnalati anche dai medici di famiglia, nella prenotazione di esami e visite. Ora la nuova decisione del Tar del Lazio e l'attesa per capire come andrà a finire.

La decisione, che congelava la riforma che sarebbe dovuta scattare proprio il 30 dicembre, era contenuta in un decreto cautelare monocratico del Tar del Lazio emesso nell'ambito di un ricorso proposto da centinaia di strutture accreditate con le maggiori associazioni di categoria. Il nomenclatore tariffario della sanità è l'elenco che regola il costo statale di esami, visite, e protesi. Il suo aggiornamento è una rivoluzione attesa da oltre 30 anni e che, nelle intenzioni del governo, dovrebbe rendere davvero omogenei su tutto il territorio nazionale i Lea, i livelli essenziali di assistenza. Con il maxiricorso che aveva congelato l'operazione si mirava ad evidenziare la carenza d'istruttoria, la mancata considerazione dell'andamento dei costi produttivi aggiornati e le criticità giuridiche e metodologiche del decreto Sanità. Il Tribunale amministrativo aveva dunque considerato fondate le argomentazioni del cartello composto da Federanisap, Aiop, Uap, dagli avvocati di Forum Team - Legal Healthcare, contro il decreto del ministero della Salute emanato di concerto con il Mef (pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 27 dicembre). Il Giudice del Tar Lazio, in funzione monocratica, Giulia Lattanzi, aveva sospeso l'efficacia del decreto, fissando l'udienza collegiale per il 28 gennaio 2025.

La riforma che era stata congelata è molto ambiziosa. Il tariffario è composto da circa 2mila voci che indicano le cifre dei rimborsi che vengono riconosciute a un ospedale o struttura convenzionata a fronte di una prestazione all'utenza. E in molti casi si arriva ad un taglio fino a 17 euro per una visita specialistica, o poco più del doppio per alcuni accertamenti.

Con il nuovo decreto venivano aggiornate 1.113 tariffe associate alle prestazioni di specialistica ambulatoriale e protesica sulle 3.171 che compongono il nomenclatore, ovvero il 35% del totale. Il 2025 poteva porre fine a diverse attese: 28 anni per il nomenclatore delle prestazioni di specialistica ambulatoriale e 25 anni per quello dell'assistenza protesica. Ma ci sono anche tante prestazioni nuove in più, frutto dell'evoluzione tecnologica degli ultimi 20 anni. In primis quelle legate alla procreazione assistita. Proprio il giro di vite sui rimborsi è al centro della protesta degli operatori sanitari che, oltre a temere di non riuscire più a raggiungere i pazienti a livello ambulatoriale in quanto le loro visite sono state inglobate o rinominate con diciture diverse, avvertono che i tagli economici producano un impatto negativo sulle liste d'attesa qualora le strutture convenzionate dovessero iniziare a tirarsi indietro vedendo ridursi i margini di guadagno.

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