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Airo: “La radioterapia cura e preserva la qualità di vita e ora si conferma più efficace e meno invasiva della terapia ormonale”

Breast Cancer Redazione DottNet | 23/12/2024 18:10

Il commento del Presidente dell’Associazione di Radioterapia e Oncologia Clinica (AIRO) sui risultati dei ricercatori italiani pubblicati sulla nota rivista scientifica e presentati al congressosul tumore al seno

Nuove e incoraggianti prospettive per le donne over 70 con tumore al seno arrivano dai risultati di uno studio quasi tutto italiano coordinato dalla Breast Unit diretta dal Prof. Icro Meattini e dalla Radioterapia Oncologica diretta dal Prof. Lorenzo Livi, unità dell’Azienda ospedaliero-universitaria Careggi di Firenze, e che è ha ottenuto il riconoscimento con la pubblicazione simultanea sulla prestigiosa rivista scientifica "The Lancet Oncology" [1].

La cornice è stata la 47a edizione del più importante congresso internazionale per il tumore alla mammella (San Antonio Breast Cancer Symposium -SABCS- in Texas) che si è da poco concluso. "Questo studio conferma quanto noi radioterapisti sappiamo da tempo. La radioterapia non è solo una terapia efficace, ma è anche in grado di preservare la qualità di vita delle pazienti, un aspetto cruciale soprattutto per le donne over 70 che colpiscono buona parte delle oltre 50 mila donne che ogni anno si ammalano di cancro al seno in Italia.

È un risultato che dimostra il valore di trattamenti mirati, capaci di garantire controllo della malattia – interviene Marco Krengli (nella foto), Presidente AIRO  - senza compromettere il benessere quotidiano. Un traguardo che ci spinge a continuare a investire nella ricerca per migliorare sempre di più l’esperienza di cura delle nostre pazienti capace di coniugare efficacia terapeutica e rispetto per la qualità di vita delle pazienti. Questo studio è una pietra miliare per la ricerca radioterapica".

Lo studio (EUROPA, randomizzato, di fase 3 su quasi mille pazienti (926) over 70 da 21 centri di cui 19 italiani) confronta radioterapia e terapia ormonale dopo chirurgia conservativa, con l’obiettivo di dimostrare che la prima non solo garantisce un controllo locale efficace, ma ha anche un impatto significativamente minore sulla qualità di vita. L’analisi preliminare ha evidenziato che, a parità di efficacia nel controllo locale, la radioterapia è significativamente meno impattante sulla qualità di vita rispetto alla terapia ormonale.

"Dalla letteratura scientifica, sappiamo che combinare terapia ormonale e radioterapia per i tumori al seno a basso rischio di recidiva nelle donne anziane e potenzialmente fragili, può essere un trattamento eccessivo in alcuni pazienti. Negli ultimi anni – spiega Icro Meattini, coordinatore dello studio e socio AIRO, Professore Associato di Radioterapia Oncologica presso l’Università degli Studi di Firenze e Direttore della Breast Unit dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze – si è cercato di ottimizzare le cure, ma fino a oggi gli studi si sono concentrati solo sull’eliminare la radioterapia. Questo studio, invece, è il primo che mette a confronto due approcci separati, dove in un caso c’è solo la terapia ormonale e nell’altro solo la radioterapia. E per la prima volta abbiamo valutato non solo il rischio di recidiva locale, ma anche l’impatto delle terapie sulla qualità di vita delle pazienti. I risultati ci aiuteranno a capire, a parità di efficacia, quale trattamento sia meno invasivo per migliorare la vita delle donne". 

Riferimenti

[1] Meattini I, De Santis MC, Visani L, et al. Single-modality endocrine therapy versus radiotherapy after breast-conserving surgery in women aged 70 years and older with luminal A-like early breast cancer (EUROPA): a preplanned interim analysis of a phase 3, non-inferiority, randomised trial. The Lancet Oncology.

https://www.thelancet.com/journals/lanonc/article/PIIS1470-2045(24)00661-2/abstract <https://ritatosi.us18.list-manage.com/track/click?u=b55141238ba463811fc40f59b&id=3ef4a6bf59&e=de38464bd6>

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