Si tratta del primo studio accademico randomizzato di fase 3 che ha confrontato gli effetti della radioterapia e della terapia ormonale sul controllo locale e sulla qualità di vita delle pazienti (co-primary endpoints) con tumore al seno
Ricercatori italiani sono stati protagonisti alla 47a edizione del San Antonio Breast Cancer Symposium (SABCS) in Texas, il più importante congresso internazionale per il tumore alla mammella, con la presentazione dei risultati preliminari dello studio EUROPA[1] da parte del professor Icro Meattini, Professore Associato di Radioterapia Oncologica presso l’Università degli Studi di Firenze e Direttore della Breast Unit dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze. Si tratta del primo studio accademico randomizzato di fase 3 che ha confrontato gli effetti della radioterapia e della terapia ormonale sul controllo locale e sulla qualità di vita delle pazienti (co-primary endpoints) con tumore al seno, over 70enni e con caratteristiche prognostiche positive.
Lo studio multicentrico, supportato interamente dalla Fondazione Radioterapia Oncologica - da oltre 30 anni attiva nella promozione della ricerca scientifica e dell’assistenza a favore dei pazienti trattati con radioterapia – prevede di arruolare 926 pazienti donne, suddivise in due gruppi, uno ricevente radioterapia e l’altro terapia ormonale. I risultati dell’interim analysis hanno dimostrato che, a parità di controllo locale, la radioterapia è significativamente meno impattante della terapia ormonale sulla qualità della vita delle pazienti. Nel corso della presentazione nella sessione plenaria del San Antonio Breast Cancer Symposium, lo studio EUROPA è stato simultaneamente pubblicato sull’edizione online di "The Lancet Oncology", la quarta rivista tra le più importanti e prestigiose del panorama oncologico mondiale. "Lo studio EUROPA rappresenta un passo significativo nella ricerca sul cancro al seno, offrendo nuove prospettive per il trattamento delle donne affette da tumore alla mammella. I promettenti risultati confermano che la radioterapia rappresenta non soltanto un’efficace arma per il trattamento oncologico ma anche un’opzione terapeutica che preserva la qualità di vita delle pazienti", afferma il prof. Icro Meattini.
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