L'aumento dello zucchero in generale ha aumentato il rischio di ictus ischemico e aneurisma dell'aorta addominale, oltre ad aumentare il rischio di insufficienza cardiaca nei partecipanti con un BMI normale
Troppi zuccheri aggiunti aumenta il rischio di ictus, ma un dolcetto ogni tanto è associato a un minor rischio di malattie cardiovascolari rispetto all'astinenza totale dai dolci. Il rischio maggiore per il cuore arriva invece dalle bibite zuccherate, il cui consumo è risultato associato a maggiore rischio di ictus, insufficienza cardiaca e fibrillazione atriale. Lo rivela uno studio svedese dell'Università di Lund pubblicato su Frontiers in Public Health. "Questo sorprendente contrasto evidenzia l'importanza di considerare non solo la quantità di zucchero consumato, ma anche la fonte da cui proviene", spiegano gli autori. Gli scienziati hanno analizzato dati da due importanti studi, la Swedish Mammography Cohort e la Cohort of Swedish Men, in cui si monitorava la dieta dei partecipanti nel tempo, per un campione di 69.
Gli effetti positivi da un regime ricco di verdure, fibre e cibi fermentati: la ricerca condotta in Tanzania con partner internazionali di Bonn e Firenze
Uno studio ha evidenziato benefici con la diminuzione dell'apporto calorico a circa 500 kcal al giorno per tre volte la settimana e un'alimentazione normale nel resto dei giorni
SINPE: “Con la terapia nutrizionale si possono ridurre tempi di degenza e mortalità”
Ampio studio sul New England. Chiesta a Ema e Fda estensione per uso cardiovascolare
La correlazione emerge per la prima volta da uno studio condotto presso l'Università della California, a Riverside, e pubblicato sul Journal of Clinical Investigation Insight
I ricercatori del Labanof dell’Università Statale di Milano hanno esaminato due scheletri di donne e dei loro feti, con deformità attribuibili all'osteomalacia, una patologia legata alla fragilità ossea e associata alla carenza di vitamina D
Lo rivela uno studio effettuato su 1771 studenti di 48 scuole elementari pubbliche di Madrid
La pratica potrebbe salvare 820.000 vite l'anno
Commenti