Questi risultati forniscono nuove informazioni sui meccanismi biologici coinvolti nella predizione ai tumori
Sono ben sei i nuovi geni con rare varianti della linea germinale associati al rischio di cancro. A individuarli gli scienziati di deCODE genetics/Amgen, che hanno pubblicato un articolo sulla rivista Nature Genetics per rendere noti i risultati del proprio lavoro. Il gruppo di ricerca, guidato da Erna V. Ivarsdottir, ha analizzato tre grandi set di dati genetici di individui di discendenza europea, tra cui 130.991 pazienti oncologici e 733.
Considerando 22 diversi tipi di cancro, gli esperti hanno individuato quattro nuovi geni associati a un rischio più elevato di sviluppare malattie oncologiche: il pro-apoptotico BIK per il cancro alla prostata, l’autofagia coinvolta ATG12 per il cancro del colon-retto, TG per il cancro alla tiroide e CMTR2 sia per il cancro ai polmoni che per il melanoma cutaneo.
L’aumento relativo del rischio di cancro conferito da queste varianti è stato sostanziale, e variava dal 90 al 275%, ma gli autori precisano che il design dello studio non consente una valutazione accurata del rischio assoluto di cancro nel corso della vita. I ricercatori hanno individuato i primi geni con varianti rare che sono associate a un rischio ridotto di cancro. In particolare, si è scoperto che la perdita di AURKB protegge da qualsiasi tipo di cancro e la perdita di PPP1R15A è stata associata a un rischio inferiore del 53 per cento di sviluppare il cancro al seno.
Questo dato suggerisce che l’inibizione di PPP1R15A potrebbe essere un’opzione terapeutica promettente per il trattamento dei pazienti con tumore al seno. Questi risultati forniscono nuove informazioni sui meccanismi biologici coinvolti nella predizione al cancro, potrebbero portare allo sviluppo di approcci mirati per la diagnosi precoce e lo sviluppo di terapie mirate, migliorando la prognosi per i malati oncologici con tali configurazioni genetiche.
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