Studio australiano. I fattori di rischio sono fumo e alcol
Bere caffè durante la gravidanza può non essere dannoso quanto finora ritenuto. Una nuova ricerca australiana ha escluso legami tra il suo consumo e uno stentato sviluppo neurologico del nascituro. Mentre gli studiosi dell'Università del Queensland, guidati dalla ricercatrice Gunn-Helen Moen dell'Istituto di ricerca biomolecolare, raccomandano che le donne continuino a seguire l'opinione medica corrente, il loro studio indica che molte ricerche passate possono aver portato a risultati attribuibili ad altri fattori non considerati, come il fumo o l'alcool durante la gravidanza. Lo studio, pubblicato sul sito dell'Università, conferma inoltre che anche il peso del neonato, un aborto spontaneo o una morte fetale, non sono correlati al consumo di caffè.
Il “modello siciliano” può essere facilmente replicabile su scala nazionale basandosi su di una sana alimentazione e di una corretta attività fisica all’insegna dei “valori” della Dieta Mediterranea
Partendo dall’analisi di oltre 3.800 studi clinici, sono state redatte 81 raccomandazioni che spaziano dall’ambito cardiovascolare all’oncologia, dalle malattie metaboliche ai disturbi neurodegenerativi
Gli effetti positivi da un regime ricco di verdure, fibre e cibi fermentati: la ricerca condotta in Tanzania con partner internazionali di Bonn e Firenze
Uno studio ha evidenziato benefici con la diminuzione dell'apporto calorico a circa 500 kcal al giorno per tre volte la settimana e un'alimentazione normale nel resto dei giorni
La correlazione emerge per la prima volta da uno studio condotto presso l'Università della California, a Riverside, e pubblicato sul Journal of Clinical Investigation Insight
I ricercatori del Labanof dell’Università Statale di Milano hanno esaminato due scheletri di donne e dei loro feti, con deformità attribuibili all'osteomalacia, una patologia legata alla fragilità ossea e associata alla carenza di vitamina D
Lo rivela uno studio effettuato su 1771 studenti di 48 scuole elementari pubbliche di Madrid
La pratica potrebbe salvare 820.000 vite l'anno
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