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La sinergia tra specialisti delle varie branche mediche facilita la presa in carico e la cura del malato reumatico

Reumatologia Redazione DottNet | 27/09/2024 16:31

Dermatologia, gastroenterologia, oculistica, neurologia, nefrologia, ematologia, radiologia, chirurgia ortopedica, fisiatria, psicologia sono tra le branche direttamente coinvolte dalle malattie reumatiche che possono colpire l’organismo

Dermatologia, gastroenterologia, oculistica, neurologia, nefrologia, ematologia, radiologia, chirurgia ortopedica, fisiatria, psicologia, sono tra le branche direttamente coinvolte dalle malattie reumatiche e con le quali il reumatologo si confronta quotidianamente. Infatti molte delle malattie reumatiche ed in particolare le artriti infiammatorie e le connettiviti sono patologie sistemiche che possono colpire l’organismo in percentuali più o meno gravi rendendolo progressivamente più fragile. Per questo motivo la sinergia tra specialisti delle varie branche mediche può facilitare non solo la presa in carico ma anche la cura del malato reumatico. Tutto questo va a ripercuotersi positivamente su un’ ottimizzazione di tempi e di costi di gestione grazie anche all’importante apporto dei farmaci più innovativi e alla tecnologia con specifiche piattaforme digitali che mettono in comunicazione il medico di medicina generale, il paziente e tutti gli specialisti coinvolti.

 

A supporto di tutto questo "circolo virtuoso" il Congresso Campano di Reumatologia in programma a Napoli dedica specifiche giornate alla gestione del malato reumatico e alle novità terapeutiche. Inoltre questi sono solo alcuni dei temi al centro del Congresso  che è organizzato da Enrico Tirri, Direttore dell’Unità Operativa di Reumatologia dell’Ospedale del Mare, Docente della Scuola di Specializzazione di Reumatologia dell’Università degli Studi della Campania "L. Vanvitelli" e Consigliere Nazionale della Società Italiana di Reumatologia (SIR). 

Le malattie reumatiche possono interessare articolazioni, muscoli, ossa e tessuti connettivi con sintomi associati spesso ad un dolore, talvolta diffuso, che non sempre si "identifica" nell’immediato. Dato che queste malattie possono portare ad invalidità permanente se non trattate precocemente, i rischi legati al ritardo della diagnosi sono molto alti. Il ritardo diagnostico delle malattie reumatiche in Italia è ancora molto elevato: circa 7 anni per una diagnosi di artrite psoriasica e fibromialgia, circa 2 anni per una diagnosi di artrite reumatoide, circa 5 anni per una diagnosi di spondilite anchilosante; considerando che queste malattie colpiscono una popolazione relativamente giovane (30-50 anni) anche i costi sanitari derivanti dai ritardi nelle diagnosi aumentano in maniera esponenziale. Si stima che il 10-15% degli italiani è affetto da malattie reumatiche, vale a dire più di 5 milioni di persone; solo in Campania si contano circa 650.000 pazienti.  

La complessità dell’approccio alle stesse deriva dal fatto che trattandosi frequentemente di malattie sistemiche, occorre tempismo nella presa in carico del paziente per iniziare subito il percorso terapeutico più adatto: "Spesso le malattie reumatiche afferma il Presidente del Congresso Enrico Tirri - coesistono con altre patologie la cui interazione può influenzare significativamente l’evoluzione e il trattamento della malattia reumatica, con conseguente impatto sulla qualità della vita, sulla gestione terapeutica e sui costi sanitari. Molte delle malattie reumatiche sono , altresì, sistemiche e possono coinvolgere vari organi ed apparati come il cuore, il polmone, gli occhi, l’apparato gastroenterico e la cute. Il 30-60% dei pazienti può sviluppare patologie cardiovascolari rispetto alla popolazione generale mentre per esempio nel 25% di pazienti con Artrite reumatoide può sviluppare una interstiziopatia polmonare. Alte sono le percentuali di ansia e depressione tra i malati reumatici (30-40%). A queste patologie si aggiunge l’osteoporosi (30-50%) oltre talvolta a problemi renali e a malattie infiammatorie gastrointestinali. Poiché il trattamento della malattia reumatica può influire sulle altre condizioni cliniche concomitanti - prosegue il Presidente Tirri - l'interazione tra queste rende cruciale un approccio integrato nella gestione dei pazienti. Per questo presso le Strutture Ospedaliere, dove presenti le UO di Reumatologia, gli ambulatori condivisi con altri specialisti rendono più facile la presa in carico del malato reumatico. All’Ospedale del Mare di Napoli la Reumatologia da me diretta abbiamo già messo in atto la gestione condivisa del paziente reumatologico con specialisti dermatologi, gastroenterologi, oculisti e psicologi al fine di facilitarne il percorso diagnostico e terapeutico".

Si discute inoltre di farmaci innovativi per la cura delle artriti e delle connettiviti oltre che di tecniche diagnostiche in reumatologia. Tra i relatori del Congresso ci sono o Arturo Cavaliere Presidente della Società Italiana dei Farmacisti Ospedalieri (SIFO), Francesco Ciccia, Professore Ordinario di Reumatologia dell’Università della Campania "L. Vanvitelli", Carlomaurizio Montecucco, Costantino Pitzalis,  Professore di Reumatologia dell’Università di Londra Presidente della Fondazione Italiana della Ricerca in Reumatologia (FIRA) e Giandomenico Sebastiani, Presidente della Società Italiana di Reumatologia (SIR). 

La visione integrata delle malattie reumatiche oggi è notevolmente facilitata dalla telemedicina ed in particolare della piattaforma iAR plus della Società Italiana di Reumatologia che rappresenta un vero e proprio ambulatorio virtuale reumatologico: "Su questo argomento – conclude il Presidente Tirri - ho recentemente relazionato in Senato della Repubblica durante la Conferenza stampa di presentazione del DDL 946 in materia di riorganizzazione e potenziamento dei servizi sanitari in ambito reumatologico - tale sistema telematico mette in comunicazione il medico di base, lo specialista reumatologo, il paziente e gli altri specialisti interessati dalle singole comorbidità; abilita i pazienti alla fruizione, ed i professionisti all’erogazione di una serie di servizi che possono integrare le visite dal vivo. I malati reumatici infatti  necessitano di monitoraggi frequenti e poichè sono spesso in età lavorativa, possono avere grandi benefici con la possibilità di effettuare visite da remoto soprattutto se vivono in luoghi isolati ed hanno problemi di trasporto, di lavoro o di deambulazione. La telemedicina garantisce quindi una maggior equità in termini di accesso alle cure, una sinergia maggiore tra ospedale e territorio e una migliore gestione delle malattie reumatiche. Tutto questo si traduce in vantaggi e risparmi per tutta la comunità".

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