L'assenza di un intervento mirato per l'adeguamento delle retribuzioni rappresenta un duro colpo per la categoria
ll Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani esprime forte preoccupazione per la mancata emissione dell'Atto di Indirizzo per la Medicina Generale. A distanza di mesi dalla firma dell'accordo collettivo nazionale, questo fondamentale atto, che guida la corretta implementazione delle condizioni lavorative e retributive della categoria, non è ancora stato definito, lasciando i medici di medicina generale in una situazione storica di insostenibilità. "In un contesto economico segnato da una crescente inflazione, che ha eroso significativamente la massa salariale dei medici-dice Angelo Testa,presidente nazionale Snami,- l'adeguamento degli emolumenti è ormai una necessità non più rinviabile. I compensi attuali non tengono conto del forte incremento del costo della vita degli ultimi anni compromettendo così la sostenibilità economica di molti medici di medicina generale.
La medicina generale svolge un ruolo cruciale nel sistema sanitario nazionale – conclude il Presidente – e per questo è essenziale che vengano riconosciuti e adeguatamente sostenuti gli sforzi dei medici, soprattutto in un momento in cui la pressione inflattiva è così alta e le esigenze di assistenza territoriale sono in continua crescita.Viceversa non si andrà da nessuna parte."
Su 15.256 contratti statali e regionali a bando, solo 11.392 (75%) è stato assegnato, numero destinato a diminuire vertiginosamente a causa delle centinaia di mancate effettive immatricolazioni
Dabbene (Fimmg): "Con l'esplosione della carenza di medici, soprattutto al Nord, a questa norma, nel contratto del 2022, se ne è affiancata un'altra che offre alle Regioni la possibilità di sforare il massimale"
"Le condizioni di lavoro del personale del SSN, l’aggravarsi dell’insoddisfacente risposta che esso è in grado di dare alla domanda di salute in termini di prevenzione, cura e riabilitazione"
“Un fronte unico che si allarga sempre più e che merita risposte immediate e concrete, locali e nazionali”
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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