I veterinari del Sivemp: "Da anni chiediamo al Ministero della salute e a quello dell’Università, di tutti i Governi che si sono succeduti, di equiparare il personale medico veterinario, e delle altre professioni sanitarie, a quello medico chirurgo"
“Sono orgogliosa di aver organizzato questo convegno che parte da un concetto molto semplice: il lavoro va pagato. Mi riferisco in particolare agli specializzandi di area sanitaria laureati in farmacia, biologia, psicologia, odontoiatria, fisica e chimica e sono felice di vedere diverse associazioni di settore presenti, perché penso che sia motivo di grande soddisfazione quando si riesce a lavorare in sinergia tra organizzazioni, associazioni e istituzioni per arrivare a realizzare un risultato importante. Purtroppo, però, devo anche sottolineare un’assenza non giustificata e secondo me grave, quella del governo. Avevo esteso l’invito ai ministri della Salute e dell’Università, ma nessun rappresentante dell’esecutivo ha ritenuto utile partecipare. Forse hanno preferito evitare perché sanno di non volersi impegnare, dal momento che credono sia giusto che i nostri giovani vengano sfruttati. Oppure, temono di dover ammettere di non aver mantenuto i loro impegni in merito, visto che a luglio è stato approvato un mio Ordine del giorno che li impegnava proprio a intervenire sulla mancata retribuzione dei nostri giovani”. Lo scrive in una nota Marianna Ricciardi, deputata del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali alla Camera e promotrice del convegno ‘Specializzandi di area sanitaria: il lavoro va pagato’, in corso a Roma.
“Quell’Odg – prosegue Ricciardi – è solo l’ultima tappa di un lungo percorso, nel quale ho anche depositato una proposta di legge sull’argomento e che parte dalla manifestazione indetta sei mesi fa da parte di un gruppo di specializzandi di area sanitaria non medica.
Il lavoro va pagato sempre, e la formazione specialistica dei sanitari è indubbiamente un lavoro, è questo il principio fondamentare nella proposta di legge presentato dall’on. Marianna Ricciardi. "Da anni questa noi del Sivemp - si legge in una nota - chiediamo al Ministero della salute e a quello dell’Università, di tutti i Governi che si sono succeduti, di equiparare il personale medico veterinario, e delle altre professioni sanitarie, a quello medico chirurgo che beneficia di borse di studio per tutto l’arco del corso della specializzazione necessaria per entrare nei ranghi del Servizio sanitario nazionale mentre i medici veterinari e le altre professionalità ne sono privi e devono sostenere di persona il costo della specializzazione". Si tratta sostanzialmente di un problema normativo e di regolamentazione che richiede solo convergenza di intenti e volontà politica perché non occorre trovare una copertura economica ma semplicemente sarebbe più che sufficiente utilizzare le risorse che annualmente si accantonano in quanto alcune migliaia di borse di studio riservate ai medici chirurghi non hanno pretendenti e vanno sprecate.
Il SIVeMP, ritiene tale ipotesi non solo qualificante ma anche da inserire in un ragionamento complessivo. Non molti sanno come si organizza oggi il lavoro dei veterinari pubblici nei servizi delle Aziende sanitarie e degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali, non tutti evidentemente sanno in quali scenari dovrà operare in futuro la medicina veterinaria pubblica e quali nuove competenze occorreranno al Ssn benché siano alla luce del sole l’antibiotico resistenza e lo spillover di malattie infettive animali verso l’uomo e altre patologie degli animali (PSA, Influenza Aviaria, Blue tongue, ecc.) stiano flagellando la fiera alimentare e l’export del nostro paese.
Attivare borse di studio per i medici veterinari e per le altre professioni sanitarie offre inoltre l’opportunità di inserire nel SSN personale disponibile a progressivi carichi di lavoro e responsabilità che, attraverso un nuovo modello di rapporto di formazione/lavoro (utile anche ai fini previdenziali in previsione delle future modeste pensioni), consentirebbe a tutti i futuri professionisti della dirigenza medico veterinaria e sanitaria di acquisire competenze operative in campo dando un sostanziale contributo alle attività istituzionali delle ASL e conseguentemente delle Regioni.
Medici veterinari, farmacisti, psicologi, biologi etc, sostengono le loro specializzazioni a proprie spese, spesso non hanno accesso ai servizi del Ssn (ASL e IZS) per farsi esperienze pratiche e non entrano "in squadra" in modo funzionale ma seguono studi essenzialmente accademici che necessitano di una successiva e dispendiosa integrazione col contesto lavorativo. Un nuovo modello di formazione specialistica deve avvalersi anche della funzione formativa specifica che la legge assegna agli Istituti Zooprofilattici Sperimentali attraverso i quali, insieme alle Regioni che li governano e alle ASL territoriali, sono possibili proficue collaborazioni con le Università e le Scuole di specializzazione della Medicina Veterinaria.
Il documento chiarisce le norme sull’abolizione delle incompatibilità lavorative dei medici specializzandi e sul potenziamento delle assunzioni mediante il cosiddetto Decreto Calabria
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