Elezioni nuovo direttivo SINPIA al Congresso: la professoressa Elisa Fazzi si conferma in carica alla Presidenza per il prossimo triennio 2024-2027
Proseguono a Verona i lavori del 30°Congresso Nazionale di SINPIA, Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, che si chiuderanno sabato 21 settembre. I disturbi del neurosviluppo al centro del dibattito tra sessioni scientifiche, tavole rotonde e Simposi tematici negli ultimi due giorni di lavori: dalla dipendenza da smartphone nei bambini in età prescolare ai sintomi depressivi, al cyberbullismo e uso dei social media negli adolescenti , agli effetti della musica e dell’ambiente nel neonato prematuro, le nuove frontiere nell’intelligenza artificiale in neuropsichiatria infantile, la transizione dall’età evolutiva alla maggiore età e le disforie di genere, solo per citare alcuni dei principali focus.
"La maggior comprensione della complessità dei disturbi del neurosviluppo e dei significativi progressi sul piano del loro trattamento e presa in carico – evidenzia Elisa Fazzi (nella foto), neo rieletta Presidente della Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, SINPIA e Direttore della U.
Durante le Tavole Rotonde al Congresso SINPIA si discuterà anche di disturbi del comportamento alimentare e della nutrizione e contestualizzazione dei sintomi alimentari precoci nel sistema-famiglia e come affrontare la transizione da bambini e ragazzi quando arrivano alla maggiore età.
Il Congresso SINPIA 2024 ha decretato il rinnovo delle cariche sociali nella Società scientifica e la rielezione della professoressa Elisa Fazzi alla presidenza SINPIA per il prossimo triennio 2024-2027.
Focus su alcuni temi delle ultime due giornate del Congresso SINPIA 2024:
Un’ esposizione giornaliera e prolungata ad apparecchiature video, come smartphone, tablet, computer e televisione, è correlata nei bambini in età prescolare con una riduzione delle capacità linguistiche espressive e di letto-scrittura causando, infatti, un ritardo nella maturazione dei circuiti neurali coinvolti nel linguaggio, riducendo, inoltre, la flessibilità cognitiva e la creatività. Particolarmente dannosa risulta essere l’esposizione allo smartphone, sia per la sua ampia diffusione, sia perché lo smartphone attiva più di altre apparecchiature le vie dopaminergiche mesolimbiche, ossia i circuiti neurali "del piacere", producendo attaccamento compulsivo da parte del bambino, aumentando l’impulsività e generando reazioni di rabbia anche intensa quando il genitore cerca di porre termine all’uso dello smartphone da parte del bambino. Molti esperti ritengono che la flessione del quoziente intellettivo e delle capacità linguistiche registrata per la prima volta dal dopoguerra in quest’ultima generazione, possa almeno in parte essere ascritta a questo meccanismo. Al fine di contenere questo allarmante fenomeno e promuovere una presa di coscienza dei rischi connessi con un utilizzo indiscriminato a scopo ludico dello smartphone e delle apparecchiature video, con la collaborazione dell’Assessorato Settore Servizi Educativi e Pari Opportunità del Comune di Modena e della Fondazione Cresci@amo, nel 2022 è stato ideato il "Progetto Smartkids sulla esposizione giornaliera allo smartphone nella prima infanzia: screening, informazione ed empowerment dei genitori per promuovere lo sviluppo psichico del bambino", con lo scopo di avviare uno screening relativo alla durata media di esposizione e alla incidenza di segni di dipendenza da apparecchiature video nei bambini in età prescolare che frequentano nidi e scuole dell’infanzia nella città di Modena; attuare un intervento di formazione ed empowerment dei loro genitori, che consentisse loro di prevenire un uso improprio di queste apparecchiature, riconoscere i segni di una dipendenza da smartphone e, se già presente nel proprio bambino, correggerla nell’arco di 1-2 settimane.
(A cura di: A. Persico. Per approfondimenti su altri interventi: "Sessioni parallele", 19 settembre 2024)
Negli ultimi anni, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nel settore medico sta crescendo in modo esponenziale, come dimostrato dal grande aumento del numero di pubblicazioni scientifiche. Tuttavia, rappresenta ancora una nuova frontiera da validare nella sua applicazione nell’ambito dei disturbi e delle disabilità del neurosviluppo, in cui, seppure ci siano numerosi studi in corso, occorre non solo creare le evidenze scientifiche ma anche comprendere come l’utilizzo dell’IA possa essere di supporto nella complessità e multifattorialità del processo decisionale della diagnosi e del trattamento dei disturbi in età evolutiva. Tale complessità diventa ancora più ampia nell’ambito dei trattamenti riabilitativi, in cui diversi fattori legati anche all’individualità del bambino, della famiglia ma anche dei riabilitatori stessi si intersecano creando un’unicità nella presa in carico riabilitativa. Su questo punto, nell’ambito di vari progetti nazionali ed internazionali, tra cui il principale (il più importante?) è il progetto Europeo Artificial Intelligence in Cerebral Palsy le nuove frontiere dell’IA si basano sullo sviluppo di modelli che derivano dall’integrazione di dati multidominio clinici, di neuroplasticità e digitali per la messa a punto di un approccio decisionale personalizzato di valutazione funzionale e tele-riabilitazione dell’arto superiore dei bambini con paralisi cerebrale a tipo emiplegia. Un elemento cruciale nella messa a punto dei modelli di IA è l’integrazione non solo dei dati ma anche della multidisciplinarietà di essi, nonché della sostenibilità dal punto di vista clinico, del bambino e dei suoi genitori, sociale, etico e dei modelli organizzativi sanitari in un’ottica di cocreazione di nuove soluzioni che siano fruibili ed accettabili, oltre che validi, ad ampio raggio.
(A cura di: G. Sgandurra. Per approfondimenti su altri interventi: "6° Sessione", 19 settembre 2024)
Il tema del passaggio alla età adulta di pazienti fino a quel momento seguiti in ambiti pediatrici, è un tema estremamente delicato. La terminologia anglosassone sintetizza questo momento con il termine "transition". Nella lingua italiana "transizione" è un passaggio da uno stato ad un altro che comporta notevoli cambiamenti, per questo i neuropsichiatri dell’età evolutiva preferiscono la locuzione "Continuità di Cura", così da trasmettere l’idea che con il passaggio all’età adulta non mutano i bisogni dei nostri bambini e ragazzi che devono trovare risposta adattando un sistema di presa in carico pensato per una persona adulta e collaborante.
Il tema coinvolge attivamente diverse società scientifiche con l’intento comune di proporre un modello di transizione della cura programmato e coordinato, incentrato sul soggetto e la sua famiglia. anche in relazione al grado di complessità multidisciplinare richiesta dalla patologia.
Il modello di intervento della NPIA italiana è unico al mondo e consente di affrontare le malattie croniche e multiproblematiche dello sviluppo neuropsichico del bambino e dell’adolescente con un modello assistenziale fortemente integrato tra ospedale e territorio, nell’ambito di una rete specialistica multidisciplinare dedicata, in grado di garantire risposte specifiche per età e tipologia del disturbo, con il coinvolgimento attivo delle famiglie, nell’ambito di percorsi di cura complessi e in continua trasformazione. Si tratta di un modello molto funzionale per seguire soggetti affetti da patologie ad esordio precoce che nel corso della vita possono evolvere assumendo via via col tempo nuove facce e, con esse, nuove nomenclature, senza mai peraltro risolversi pienamente. Modificandosi, nell’età adulta, la malattia a volte presenta nuovi sintomi e criticità, spesso difficili da approcciare e risolvere. Si tratta di cambiare paradigma, prospettiva di cura. E per farlo è necessario un lavoro di confronto e scambio tra specialisti, mirato alla creazione di nuovi e accoglienti percorsi di presa in carico che garantiscano una continuità di cura nelle diverse età e fasi di malattia.
(A cura di: R. Borgatti. Per approfondimenti su altri interventi: "7° Sessione", 21 settembre 2024)
È ormai accertato che l'ambiente e gli stimoli sensoriali, soprattutto nel periodo perinatale, hanno un impatto sullo sviluppo del bambino. Durante l'ultimo trimestre di gestazione, la plasticità attività-dipendente forma il cervello fetale ed è stato dimostrato che la prematurità altera le tipiche traiettorie di sviluppo del cervello con zone più o meno vulnerabili. In questo delicato periodo sono attualmente in fase di sperimentazione interventi preventivi volti a modulare queste traiettorie di sviluppo attraverso interventi di induzione di attività. Lo scopo è quello di descrivere le potenzialità del contatto vocale precoce e della musica sullo sviluppo cerebrale del neonato pretermine e il loro potenziale effetto benefico sullo sviluppo iniziale. Evidenze scientifiche supportano un orientamento comportamentale del neonato verso suoni organizzati, come quelli della voce e della musica, e recenti studi di neuroimaging confermano ulteriormente la piena elaborazione cerebrale della musica come stimoli multisensoriali. Tuttavia, l’impatto degli effetti a lungo termine dell’esposizione alla musica e del contatto vocale precoce sullo sviluppo neurologico a lungo termine dei neonati pretermine devono essere ulteriormente studiati.
(A cura di: P. Huppi. Per approfondimenti su altri interventi: "6° Sessione", 21 settembre 2024)
A.L.I.Ce. Italia Odv e LICE insieme per approfondire questa relazione complessa e ancora poco conosciuta
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