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Un milione in fuga dal Sud per le cure mediche, il 70% va in Lazio e Lombardia

Sanità pubblica Redazione DottNet | 18/09/2024 18:20

Dallo studio emerge anche che il 41% degli italiani del Sud e delle isole si dichiara complessivamente poco soddisfatto del sistema sanitario regionale

Negli ultimi 3 anni 1 milione di Italiani residenti al Sud e nelle isole è stato costretto a spostarsi dalla propria regione per sottoporsi a cure mediche e quasi il 70% ha scelto il Lazio e Lombardia. E' quanto emerge dal sondaggio 'Studio sui migranti sanitari' realizzato da Emg Different per CasAmica, organizzazione di volontariato che dal 1986 si occupa di accogliere nell strutture in Lazio e Lombardia i migranti della salute e le loro famiglie. Dallo studio emerge anche che il 41% degli italiani del Sud e delle isole si dichiara complessivamente poco soddisfatto del sistema sanitario regionale e che ben il 44% ritiene che negli anni il Ssr sia peggiorato. Gli aspetti più critici sono: le liste attesa per esami diagnostici e visite ospedaliere nel servizio pubblico (82%), i servizi ospedalieri in generale (65%) e i servizi ambulatori e specialistici (62%). L'analisi è stata realizzata su un campione rappresentativo di residenti in Calabria, Puglia, Campania, Sicilia e Sardegna, tra i 35 e i 65 anni.

In Italia il fenomeno è in costante crescita, si legge in una nota. Nel 2023 CasAmica ha registrato un aumento del 25% delle richieste di supporto, offrendo complessivamente 43mila notti di accoglienza a pazienti e loro familiari. Per rispondere a questo aumento del bisogno, l'organizzazione sta realizzando alle porte di Milano una nuova struttura che potrà ospitare fino a 80 persone al giorno. La nuova casa sorgerà nel comune di Segrate - nei pressi di importanti poli di eccellenza come l'Istituto nazionale tumori, l'Istituto neurologico Carlo Besta e l'Irccs Ospedale San Raffaele - e rappresenterà un'importante risorsa per il 25% dei migranti della salute che, secondo il recente studio, ogni anno raggiungono il capoluogo lombardo per sottoporsi a cure mediche spesso salvavita.

"Dalla fotografia scattata dallo 'Studio sui migranti sanitari' - afferma Stefano Gastaldi, direttore generale di CasAmica - emerge in modo chiaro come nel nostro Paese esista una disparità di accesso alle cure tra chi abita al Nord e chi risiede al Sud e nelle isole. Un'ingiustizia che tocchiamo con mano ogni giorno con gli ospiti delle nostre case, spesso costretti ad affrontare più volte l'anno viaggi di centinaia di chilometri e lunghe permanenze lontano da casa con pesanti conseguenze sia emotive che economiche. Noi di CasAmica, da quarant'anni, ci impegniamo ad aiutarli non solo offrendo loro una 'casa', ma anche servizi e sostegno psicologico, grazie al lavoro quotidiano degli operatori e di oltre 100 volontari. E' proprio per poter fare di più che nasce la nuova struttura di CasAmica: la settima in Italia e la quinta in Lombardia, la più grande, progettata per dare risposte concrete alle esigenze dei beneficiari e delle loro famiglie. Un progetto che ha bisogno del supporto di tutti".

Il fenomeno della migrazione sanitaria dal Meridione d'Italia "ha assunto ormai dimensioni rilevanti - aggiunge Fabrizio Masia, Ad di Emg Different - con i cittadini del Sud obbligati a spostarsi verso strutture ospedaliere di eccellenza del Centro-Nord o, comunque, verso nosocomi in grado di somministrare trattamenti idonei alle svariate patologie di cui soffre la popolazione. Costi alti per spostamenti e alloggi, nonché un senso di solitudine e abbandono, colpiscono i meridionali in modo assai serio: si è rafforzata quindi la necessità di intervenire sia per migliorare la qualità dei servizi al Sud e, contemporaneamente, di supportare i migranti sanitari con alloggi a prezzo calmierato e sostegni a livello psicologico".

Dallo studio emerge che 14,3 milioni di cittadini, pari all'81% del campione, hanno avuto bisogno di cure mediche per sé o per i propri familiari. Tra questi, 1 milione si è rivolto a una regione diversa per ottenere una migliore offerta sanitaria (51%) e medici più preparati (39%) o, addirittura, per la concreta impossibilità di ricevere cure adeguate nella regione di provenienza (32%). Le principali destinazioni di coloro che hanno usufruito di cure in una regione diversa dalla propria sono Lazio (37%) e Lombardia (32%). Tutto questo ha un impatto economico notevole sulla vita dei malati e delle famiglie. Il 60% denuncia costi alti per gli spostamenti e gli alloggi e il 58% avrebbe avuto bisogno di prezzi calmierati.

I migranti della salute hanno espresso anche la necessità di un supporto psicologico per sé o per la propria famiglia (49%) e mezzi di trasporto per raggiungere l'ospedale (43%), servizi che CasAmica si impegna a potenziare anche attraverso la realizzazione della nuova struttura. Chi si è rivolto a un centro di cura fuori dalla propria regione vi si è recato in media almeno 3 volte (38%) e accompagnato da un familiare (75%), con una permanenza media del soggiorno di 8 giorni. Tra i cittadini che hanno scelto di curarsi nella propria regione di provenienza, invece, emerge che la decisione è stata legata a costi alti degli spostamenti (26%), lunghi tempi di spostamento (19%), costi elevati degli alloggi (15%) e impossibilità a lasciare famiglia (14%) e lavoro (12%), oltre che la conoscenza di un medico specialista (25%), il consiglio del medico di famiglia (22%) e la presenza di un centro specializzato sul territorio (20%).

La nuova struttura di CasAmica per migranti della salute, Progetto 3000 - informa l'associazione - avrà un'ampiezza di oltre 3mila metri quadrati, sarà composta da 4 piani e potrà ospitare fino a 80 persone al giorno in 21 stanze e miniappartamenti, alcuni dei quali riservati a pazienti particolarmente fragili che necessitano di una degenza separata. Ogni piano prevede spazi dedicati per gli accompagnatori con aree comuni di sala e cucina. Un'ampia area sarà dedicata ai bambini e alle loro esigenze con aree gioco e spazi per stimolarne la creatività.

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