L’insufficienza cardiaca (IC) rappresenta un enorme problema economico per i sistemi sanitari a livello globale, per cui vi è un'enorme necessità di ridurre i ricoveri ospedalieri dovuti a riammissioni. Un trattamento tempestivo è, quindi, fondamentale per i pazienti affetti da IC, ma altrettanto importante è la gestione della terapia anche in seguito alle dimissioni ospedaliere.[1] Porre l’attenzione, dunque, sulla fase post dimissione ospedaliera del paziente con IC può rappresentare un primo passo verso la gestione economica da parte dei sistemi sanitari per la patologia.
Nonostante i notevoli miglioramenti nella gestione dei pazienti e della patologia, le malattie cardiovascolari rimangono la principale causa di mortalità a livello mondiale.[1] L’insufficienza cardiaca acuta è una delle principali cause di ricovero ospedaliero; essa è spesso associata ad alti tassi di mortalità e ri-ospedalizzazione.[2] Il rischio di riammissione e morte è più alto in particolare nelle prime settimane subito dopo la dimissione e diminuisce esponenzialmente con il passare del tempo.[2] Nell'insufficienza cardiaca, lo scompenso acuto può verificarsi rapidamente e inaspettatamente a causa del peggioramento dell'IC cronica o di nuova insorgenza. L’IC rappresenta oggigiorno un enorme problema economico per i sistemi sanitari a livello globale, per cui vi è un'enorme necessità di ridurre i ricoveri ospedalieri dovuti a riammissioni.[1,2] Al fine di abbattere le spese dovute ai frequenti tassi di ri-ospedalizzazione è fondamentale una consapevole e attenta gestione dei pazienti sia prima della dimissione che nella fase post-dimissione.[2] La diagnosi precoce ed un trattamento tempestivo rappresentano due punti fondamentali per il controllo del paziente con IC.
Un trattamento tempestivo è, quindi, fondamentale per i pazienti affetti da IC, ma altrettanto fondamentale è la gestione della terapia anche in seguito alle dimissioni ospedaliere.[1] Porre l’attenzione, dunque, sulla fase post dimissione ospedaliera può rappresentare un primo passo verso la gestione economica da parte dei sistemi sanitari per la patologia.[1,2]
Le dichiarazioni scientifiche della Heart Failure Association della European Society of Cardiology riassumono i recenti risultati sulla gestione del paziente con IC che hanno importanti implicazioni nella gestione clinica della patologia, sia nella fase prima della dimissione che post-dimissione in seguito ad un ricovero ospedaliero per insufficienza cardiaca acuta.[2]
Le recenti linee guida e raccomandazioni sull'IC hanno evidenziato l'importanza di una diagnosi tempestiva e di un trattamento immediato per i pazienti al fine di ridurre la progressione della malattia e migliorare la prognosi.[1,2] Il peggioramento dell’insufficienza cardiaca congestizia (ICC) è responsabile del 70-80% dei ricoveri ospedalieri.[1,2] La mortalità dei pazienti ospedalizzati con IC acuta è circa del 4-6% con tassi di ri-ospedalizzazione e mortalità a 1 anno del 10-30%.[1] Il registro ASCEND-HF ha studiato i pazienti con IC acuta in base alle variazioni della durata del ricovero nei vari paesi. È stato mostrato che i tassi di riammissione ospedaliera erano significativamente più bassi tra i pazienti per i quali la durata di ricovero era più lunga.[1,2]
Una terapia inadeguata nella fase post-dimissione ha un forte impatto sulla mortalità e sul tasso di ri-ospedalizzazione.[1] Uno studio mette in luce come la sospensione della terapia con beta-bloccanti in seguito alla dimissione nei pazienti con IC scompensati è associata a un aumentato rischio di mortalità post-dimissione.[1] È stato evidenziato che l’inizio di una terapia medica con beta-bloccanti al momento della dimissione dall'ospedale è associato a un esito significativamente migliore nei pazienti con IC acuta indipendentemente dalle comorbilità associate.[1] Il registro GREAT ha dimostrato che il trattamento con terapia orale per l'IC in ospedale e prima delle dimissioni, con beta-bloccanti, inibitori del sistema renina-angiotensina e antagonisti del recettore mineralcorticoide, ha fornito esiti migliori rispetto al rinvio dell'inizio del trattamento nei pazienti post-IC acuta.[1]
L'insufficienza cardiaca è uno scenario clinico urgente in tutte le sue fasi; un intervento tempestivo svolge un ruolo significativo durante l'intero percorso e gestione del paziente.[1] Il riconoscimento immediato dei pazienti con IC acuta al pronto soccorso e l'inizio precoce della terapia sono un passaggio necessario per migliorare i risultati ospedalieri nei pazienti con scompenso acuto.[1] Inoltre, la terapia orale per l'IC dovrebbe essere iniziata il prima possibile.[1] Migliorare le strategie per identificare i pazienti a rischio, ottimizzare la terapia per l'IC e sviluppare metodi di follow-up è un approccio utile, produttivo ed economico per ridurre l'onere economico dell'IC e migliorare i risultati.[1]
Bibliografia:
Lo Scompenso Cardiaco rappresenta una patologia estremamente rilevante, la cui prognosi è simile ai tumori severi. In Italia a soffrirne sono circa 600mila persone e si stima che la sua prevalenza raddoppi a ogni decade di età
Lo Scompenso Cardiaco rappresenta una patologia estremamente rilevante, la cui prognosi è simile ai tumori severi. In Italia a soffrirne sono circa 600mila persone e si stima che la sua prevalenza raddoppi a ogni decade di età
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