Il cancro al seno rappresenta, al giorno d’oggi, il tumore più frequente nel Regno Unito con la più alta percentuale di casi diagnosticati l’anno. Esistono diversi tipi di tumore al seno ed in base alle caratteristiche di ciascun tipo sono previsti specifici protocolli diagnostici e terapeutici. La comprensione della diagnosi del cancro al seno è fondamentale per tutti i medici al fine di ottenere un approccio di squadra multidisciplinare che possa guidare il paziente ai migliori risultati possibili.
Il cancro al seno è oggigiorno il tumore più comune nel Regno Unito, con 55.000 nuovi casi all’anno e con una previsione di un aumento del 2% entro il 2035.[1] L’incidenza della patologia aumenta con l’avanzare dell’età; oltre l’80% dei tumori al seno vengono infatti diagnosticati in donne di età superiore ai 50 anni.[1] Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità il cancro al seno è la principale causa di morte per tumore, con 685.000 decessi in tutto il mondo nel 2020.[1]
La maggior parte dei tumori al seno sono adenocarcinomi, l'85% dei quali origina dai dotti mammari e il 15% dall'epitelio lobulare.[1] La patologia duttale varia dal carcinoma duttale in situ, ai carcinomi invasivi che si sono diffusi oltre la membrana basale nel parenchima mammario adiacente.[1] Altre forme di cancro al seno includono la malattia del seno di Paget, i tumori al seno infiammatori e i carcinomi papillari.
Le pazienti con un sospetto di cancro al seno vengono sottoposte a una "triplice valutazione" che prevede:
L'esame clinico prevede una valutazione del seno, del torace, delle ascelle e dei linfonodi regionale ed avviene mediante ispezione, palpazione e investigazioni.[1]
Nell’ispezione la pelle viene esaminata visivamente per individuare eventuali cambiamenti, tra cui increspature, tensione, eritema, cicatrici, masse e alterazioni o secrezioni dei capezzoli.[1] Nella palpazione, mediante l’uso delle falangi prossimali e medie e dell'indice, viene esaminata al tatto ciascuna mammella, consentendo all'esaminatore di rilevare differenze nella densità del tessuto mammario. Successivamente si passa alla palpazione della struttura del tessuto mammario; le masse benigne generalmente non provocano alterazioni cutanee e sono spesso lisce, mobili e ben delimitate. Infine, le pazienti con cancro invasivo ed evidenza di coinvolgimento linfonodale dovrebbero essere sottoposte a ulteriori esami di imaging (come una tomografia computerizzata del torace, dell'addome) per cercare prove di eventuali metastasi.[1]
Vengono poi, a seconda del caso, effettuate valutazioni istopatologiche dei campioni bioptici e citologici.[1,3] La stadiazione della malattia utilizza la classificazione dell’American Joint Committee on Cancer (AJCC) che ha sviluppato e compilato riferimenti per la stadiazione dei tumori per trovare rapidamente informazioni importanti sui diversi tipi di cancro.[1,3] Questi riferimenti e strumenti rappresentano risorse eccellenti per i professionisti medici che trattano pazienti con neoplasie.[3] Per stadiazione del cancro si intende il processo di determinazione della quantità di tumore presente nel corpo e della sua localizzazione.[3] La stadiazione descrive la gravità del cancro di un individuo in base alla grandezza del tumore originale (primario) e alla misura in cui si è diffuso nel corpo.[3] Comprendere lo stadio del cancro aiuta i medici a sviluppare una prognosi e a progettare un piano di trattamento specifico per i pazienti.[3] La stadiazione fornisce, dunque, un linguaggio comune affinché i medici possano comunicare in modo efficace sul cancro di un paziente e collaborare ai migliori percorsi di trattamento.[3] Tale classificazione dell’AJCC prevede la stadiazione anatomica, definita dalla dimensione del tumore, il coinvolgimento dei linfonodi regionali e l'evidenza di metastasi, la stadiazione prognostica, il grado del tumore e l'espressione dei recettori degli estrogeni, del progesterone e recettori del fattore di crescita epidermico 2.[1] L'indice prognostico di Nottingham è un sistema consolidato comunemente utilizzato per determinare la prognosi dopo l’intervento chirurgico di tumore al seno.[1] Alla stadiazione e alla prognosi seguono le decisioni relative al paziente sulle opzioni di trattamento da parte di un medico clinico specializzato che può supportare il paziente durante tutto il percorso terapeutico.[1] Il trattamento dovrebbe essere fornito da un team multidisciplinare composto da chirurghi, senologi, oncologi, radiologi, patologi e infermieri clinici specialisti, nonché psicologi, fisioterapisti e genetisti.[1] Il trattamento si basa sui risultati diagnostici, ma in genere consiste in una combinazione di chirurgia, radioterapia, chemioterapia, terapie mirate (come trastuzumab e pertuzumab) e terapie endocrine.[1]
Diversi fattori, modificabili e non modificabili, sono associati ad un aumento del rischio di sviluppare il cancro al seno. I fattori di rischio modificabili sui quali è possibile intervenire includono l’obesità, uno stile di vita sedentario e l’esposizione agli ormoni esogeni.[1,4] Fattori come la predisposizione genetica e l'invecchiamento non sono modificabili e sono inevitabili.[1,4] Alcuni fattori di rischio, come la scarsa attività fisica e il consumo di alcol, hanno mostrato un’associazione con l’aumento del rischio di cancro al seno.[4]Sebbene fattori di rischio come l’uso di contraccettivi ormonali ed un elevato indice di massa corporea siano state collegate al rischio di cancro al seno, la relazione differisce in base allo stato della menopausa e all’età.[4] Una correzione dello stile di vita, del peso corporeo, guidata da scelte alimentari e modelli dietetici più consapevoli come la dieta mediterranea, (MD) sono state associate a un ridotto rischio di cancro al seno e a vari benefici per la salute nella popolazione generale.[4,5]
Il cancro al seno è il tumore maligno più comune al mondo; pertanto, è utile per tutti i medici riconoscere la presentazione clinica del cancro al seno per poi indicare il percorso diagnostico/terapeutico più appropriato.[1] Inoltre, la comprensione della diagnosi del cancro al seno e delle caratteristiche genetiche è cruciale per comprendere l’adeguatezza delle diverse opzioni terapeutiche.[1] Questa conoscenza dovrebbe essere utilizzata dai medici come parte di un approccio di squadra multidisciplinare per guidare il paziente, al fine di condurlo ai migliori risultati possibili.[1]
Bibliografia:
Esperti, "nuove ormonoterapie orali siano disponibili in Italia"
Esperti, "nuove ormonoterapie orali siano disponibili in Italia"
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