Canali Minisiti ECM

Radioterapia integrata con chemio e nuovi farmaci: cambia il paradigma e cresce la sopravvivenza

Oncologia Redazione DottNet | 24/06/2024 12:47

Protagonista senza precedenti il trattamento con radioterapia concomitante, cioè integrata da subito con la chemioterapia e seguita da immunoterapia o terapia target

- Una svolta confermata da due importanti lavori scientifici (LAURA E ADRIATIC)[1],[2] presentati al Congresso dell’ASCO[3] e discussi in Italia durante il 34°Congresso Nazionale dell'Associazione Italiana di Radiologia e Oncologia Clinica (AIRO) nell’ambito del 1° Congresso Congiunto delle Società Scientifiche nell’Area Radiologica, inaugurato oggi a Milano (21-23/6).
"Risulta ancora più appropriato il titolo dell’edizione di quest’anno del Congresso AIRO "Curare per guarire" che sottolinea ulteriormente il ruolo della radioterapia come parte integrante del trattamento combinato con terapie a bersaglio molecolare o immunoterapiche per migliorare drasticamente la sopravvivenza (con un beneficio fino all’84%) e la qualità di vita dei pazienti. I risultati del trattamento di radiochemioterapia concomitante seguita da immunoterapia nel Microcitoma o terapia target nel Non-Microcitoma – sottolinea Marco Krengli, Presidente AIRO, Professore Ordinario di Radioterapia all’Università degli Studi di Padova e Direttore della UOC di Radioterapia dell’Istituto Oncologico Veneto, IOV – e il trattamento radioterapico ottimizzato, evidenziano l'importanza di un approccio terapeutico integrato e multidisciplinare, aprendo la strada a nuove possibilità di cura per i pazienti".
 
RADIOCHEMIOTERAPIA INTEGRATA E NON POSTUMA PER IL 90% DEI PAZIENTI
Annunciati qualche settimana fa al congresso mondiale di oncologia a Chicago (ASCO) e discussi durante il 34° Congresso AIRO nell’ambito del 1° Congresso Congiunto delle Società Scientifiche nell’Area Radiologia, gli studi promettono di cambiare significativamente il trattamento dei tumori polmonari (sia per quello Non-Microcitoma che nel Microcitoma o tumore a piccole cellule).
"Nello studio LAURA, che utilizza la terapia target dopo il trattamento radiochemioterapico nei pazienti con tumore del polmone (Non-Microcitoma che presentano una mutazione attivante di EGFR), il risultato raggiunto è stato così significativo da far scaturire un applauso spontaneo ed emozionante dalla platea presente durante la sessione plenaria di ASCO - spiega Sara Ramella socio AIRO, Direttore Radioterapia oncologica e Professore Ordinario di Diagnostica per immagini e Radioterapia dell'Università Campus Bio-Medico, Roma – Oltre il 90% dei pazienti arruolati è stato sottoposto a trattamento radiochemioterapico concomitante, sottolineando ancora una volta come questo rappresenti la migliore strategia da offrire ai pazienti".


 
SOPRAVVIVENZA LIBERA DA MALATTIA: +3 ANNI E METASTASI CEREBRALI: -85% 
"Il trattamento combinato e concomitante ha portato anche a un altro importante risultato legato ai tempi di sopravvivenza (libera da malattia) che possono superare i 3 anni, soprattutto se paragonati ai 5 mesi e mezzo del gruppo di controllo. Si aggiunge anche la riduzione delle metastasi cerebrali, per cui ne ha sviluppate solo il 5,6% tra i pazienti trattati con radiochemioterapia e terapia target, rispetto al 39,7% del gruppo di controllo. Anche nel Microcitoma Polmonare la terapia standard in pazienti in buone condizioni generali è quella concomitante, come riportato in tutte le linee guida a livello nazionale e internazionale (AIOM, ESMO, ASCO, ASTRO)[4]. I dati dello studio ADRIATIC sono l’ulteriore testimonianza che per raggiungere risultati così soddisfacenti, è necessario programmare la radiochemioterapia concomitante seguita da immunoterapia. La sopravvivenza mediana ha superato i 4 anni e mezzo (55 mesi), un risultato mai riportato in precedenza. Questi dati – conclude Ramella - colpiscono ancora più degli importanti risultati dello studio PACIFIC[5] che ha utilizzato lo stesso schema nel trattamento del tumore non a piccole cellule del polmone (Non-Microcitoma). Nel caso dello studio PACIFIC, infatti, i risultati dell'immunoterapia in pazienti al III stadio erano maggiormente attesi, visti i benefici dimostrati in precedenza dall’immunoterapia nel IV stadio. Al contrario, nel Non-Microcitoma i benefici nel IV stadio non erano così significativi, quindi questa importante sopravvivenza raggiunta nei pazienti al III stadio è un dato che deve far riflettere soprattutto sulle cause. Infatti, il beneficio osservato potrebbe essere attribuito all'effetto di 'priming' della radioterapia che stimola il sistema immunitario a riconoscere le cellule tumorali. Questo effetto meriterebbe ulteriori indagini, soprattutto oggi, dato che le dosi totali e giornalieredella radioterapia sono state ulteriormente modificate".

Riferimenti 

[1] https://ascopubs.org/doi/10.1200/JCO.2024.42.17_suppl.LBA4

[2] https://ascopubs.org/doi/10.1200/JCO.2024.42.17_suppl.LBA5

[3] American Society of Clinical Oncology (ASCO) 

[4] Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), European Society of Medical Oncology  (ESMO), American Society of Clinical Oncology (ASCO), American Society of Radioatin Oncology (ASTRO)

[5] https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/28885881/

Commenti

I Correlati

Ogni giorno, per settimane, i pazienti oncologici incontrano il team della radioterapia per affrontare le cure e condividono paure e speranze

Esperti: "Comunicazione determinante nella lotta al cancro"

Oncologo Caffo: "Meno 71% rischio di morte con la nuova combinazione"

L’approvazione si basa sui risultati dello studio di fase 3 MARIPOSA: amivantamab più lazertinib è il primo regime a dimostrare un beneficio superiore in termini di sopravvivenza rispetto all'attuale standard di cura, osimertinib

Ti potrebbero interessare

Sono un antiepilettico e un farmaco per il colesterolo che insieme sono in grado di modificare la biologia del tumore e potenziare l'effetto della chemioterapia

Dal melanoma al seno. Da studiare il fenomeno della resistenza in certi pazienti

Ricercatori di IEO e dell’Università degli Studi di Milano scoprono come farmaci già in uso possono essere potenzialmente efficaci contro tumori con una diffusa anomalia genetica

I nuovi dati dello studio MARIPOSA, presentati alla World Conference on Lung Cancer 2024, hanno confermato una superiorità clinica a lungo termine della terapia amivantamab più lazertinib rispetto alla monoterapia con osimertinib

Ultime News

Più letti