L’ipotiroidismo è una condizione patologica caratterizzata da un’insufficiente produzione di ormoni tiroidei da parte della ghiandola tiroidea. Il trattamento standard, già da tempo, è rappresentato dalla terapia sostitutiva con levotiroxina. L' American Thyroid Association raccomanda l’utilizzo di levotiroxina nell’ipotiroidismo subclinico e conclamato anche nel caso di pazienti in allattamento o che intendono allattare.
L'ipotiroidismo è una condizione comune dovuta ad una insufficiente produzione di ormoni tiroidei da parte della tiroide.[1] La prevalenza della malattia varia a seconda della regione geografica ed alcuni studi suggeriscono che l’incidenza dell’ipotiroidismo sia correlata all’età e che cresca con l’avanzare di quest’ultima.[1] La levotiroxina (LT4) è considerata, già da molto tempo, la terapia standard per il trattamento dell'ipotiroidismo ed è raccomandata per la sua efficacia nel controllo dei sintomi, per il profilo favorevole relativo agli effetti collaterali, per la facilità di somministrazione, il buon assorbimento intestinale, la lunga emivita sierica ed il basso costo.[1] L’importanza di una diagnosi precoce e di un tempestivo trattamento con levotiroxina è necessario al fine di migliorare la qualità della vita dei pazienti e di scongiurare complicanze legate alla patologia.[2] I neonati e i bambini necessitano di ormoni tiroidei per un corretto sviluppo fisico e neurologico.[3] Anche se la principale fonte di questi ormoni per il bambino deriva dalla sua stessa ghiandola tiroidea, la gravidanza e l’allattamento sono periodi molto delicati poiché il bambino richiede livelli adeguati di ormone tiroideo e iodio e la natura mette in condizione la madre di fornirglieli anche durante l’allattamento al seno.[3] Condizioni patologiche come l’ipotiroidismo congenito, clinico e subclinico possono compromettere la trasmissione di ormoni tiroidei e iodio alla prole.[3] L’insufficienza di iodio e la carenza di ormone tiroideo (TH) sono frequenti durante la gravidanza e l’allattamento.[3] Le statistiche hanno mostrato che il 2,5% delle donne incinte e in allattamento consuma una quantità insufficiente di iodio nella dieta e la prevalenza dell'ipotiroidismo è di circa il 2–3% nelle donne in gravidanza[3]. La progenie in condizioni di carenza di iodio o di ormone tiroideo ha maggior rischio di soffrire di deterioramento cognitivo irreversibile come deficit di attenzione e disabilità intellettiva.
L' American Thyroid Association raccomanda l’utilizzo di levotiroxina nell’ipotiroidismo subclinico e conclamato anche nel caso di pazienti in allattamento o che intendono allattare.[4] Non sono stati, infatti, segnalati effetti avversi nei bambini allattati da pazienti con ipotiroidismo in terapia con levotiroxina.[4] Anche lo sviluppo e la crescita di tali bambini sono risultati completamente nella norma.[4] La terapia sostitutiva con levotiroxina durante l’allattamento in pazienti affetti da ipotiroidismo è dunque considerata sicura ed è fortemente raccomandata poiché per un allattamento ottimale sono necessari adeguati livelli sierici di ormone tiroideo.[1] Spesso, infatti, l’ipotiroidismo causa una riduzione nella produzione di latte e la terapia sostitutiva con levotiroxina contrasta tale fenomeno.[4] Il trattamento con la levotiroxina deve essere praticato costantemente, specialmente durante la gravidanza e l’allattamento.[5] I dosaggi necessari possono anche essere aumentati durante la gravidanza.[5] Poiché durante la gravidanza possono verificarsi aumenti del TSH sierico le gestanti che assumono levotiroxina dovrebbero dosare il loro TSH in ogni trimestre, al fine di confermare che tali valori si trovino entro l'intervallo di riferimento specifico per quel trimestre di gravidanza.[5] Un eventuale livello elevato di TSH sierico deve essere corretto con un aumento della dose di levotiroxina.[5] Ѐ stato mostrato che non c’è evidenza di teratogenicità indotta da farmaco e/o tossicità per il feto ai dosaggi terapeutici raccomandati, tuttavia dosi eccessivamente alte di levotiroxina durante la gravidanza possono avere un effetto negativo sullo sviluppo fetale e postnatale.[5] Nonostante la levotiroxina sia secreta nel latte materno le dosi raccomandate per il trattamento dell’ipotiroidismo in donne che allattano non sono sufficienti per causare lo sviluppo di ipertiroidismo o la soppressione della secrezione di TSH nel neonato.[5]
In conclusione, l’articolo sottolinea l’importanza del trattamento dell’ipotiroidismo durante condizioni fisiologiche delicate come la gravidanza e l’allattamento.[1,4] Il trattamento con levotiroxina, terapia di prima linea nella condizione dell’ipotiroidismo, è ritenuto assolutamente sicuro durante la gravidanza e l’allattamento ed è fortemente raccomandato per salvaguardare la salute della mamma e del bambino.[1,4]
Bibliografia:
L'assorbimento di una specifica soluzione orale di levotiroxina sodica non è stato influenzato dal consumo di caffè 5 minuti dopo la dose
L'assorbimento di una specifica soluzione orale di levotiroxina sodica non è stato influenzato dal consumo di caffè 5 minuti dopo la dose
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