Aumenteranno le ore, dalle attuali 3 alle future 6. Gli studi dovranno essere più facilmente fruibili, non trovarsi a un terzo piano senza ascensore ma fronte strada per essere raggiungibili da tutti
Con il nuovo contratto per i medici di famiglia, entrano in vigore alcune novità. La Regione Lazio è tra le prime in Italia a recepire le norme introdotte col nuovo accordo: tra i primi passi la razionalizzare delle risorse e l'attivazione delle Case della salute, come stabilito dagli obiettivi del Pnrr. «Come da contratto - spiega Pierluigi Bartoletti, vice segretario nazionale Fimmg al Corriere della Sera - aumenteranno le ore, dalle attuali 3 alle future 6.
«Verranno creati gruppi di medici di medicina generale ogni 30mila abitanti e di fatto scomparirà la vecchia guardia medica - ancora Bartoletti - in modo da aumentare e migliorare il servizio per i pazienti». Anche nel tentativo di ridurre accessi inappropriati nei pronto soccorso, troppo spesso presi d'assalto per patologie che potrebbero essere curate a domicilio, gli studi medici associati si doteranno della strumentistica adatta per una diagnosi ambulatoriale di primo livello. «Dovremmo essere in grado di fare test rapidi, come per il Covid, anche per il Dengue o lo streptococco, di fare analisi rapide per l'emocromo o per il diabete, avere l'holter pressorio - conclude Bartoletti -. In modo da essere più capillari nei servizi e utili anche per i malati cronici». Ma c'è da fare i conti con la carenza dei medici di medicina generale nella regione. Secondo l'Ordine, a Roma e provincia ne mancano 500. Mille e duecento in tutto il Lazio. E la situazione nel 2025 peggiorerà ulteriormente a causa di pensionamenti (l'età media supera i 60 anni) e abbandoni anticipati. Il prossimo anno smetterà infatti di esercitare un altro 35 per cento di professionisti.
"L’introduzione del ruolo unico per i medici in formazione, senza un impianto normativo chiaro e condiviso, avrebbe generato confusione, disuguaglianze e criticità organizzative"
"I limiti di tempo massimi, entro i quali deve essere garantita una prestazione ambulatoriale, prescritta con ricetta rossa e dematerializzata, variano a seconda del grado di priorità"
La riforma delle Case di comunità rischia di non risolvere il problema. Paolini: "Serve una medicina generale equiparata alla formazione delle altre specialità universitarie"
"La Medicina Generale è divenuta il capro espiatorio a cui attribuire tutte le pecche, i ritardi e i malfunzionamenti del Servizio Sanitario, anche quando, nel caso delle liste di attesa, la Medicina Generale non ha alcuna responsabilità"
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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