Medicina Generale
Medicina Generale
Canali Minisiti ECM

Certificati di malattia, si cambia: via libera al video consulto. Schillaci: gli Mmg devono contribuire nelle case di comunità

Medicina Generale Redazione DottNet | 27/03/2024 14:50

Scotti (Fimmg): "Dal Governo un segnale importante sui certificati, ora al lavoro per la “semplificazione” della medicina generale"

Certificazioni di malattia più snelle per giustificare l’assenza da lavoro grazie all’introduzione della possibilità di valutazione indiretta del medico tramite telemedicina e, dunque, della possibilità di poter certificare anche attraverso teleconsulto a distanza. Va in questa direzione il provvedimento contenuto nel DDL Semplificazioni, approvato ieri in Consiglio dei Ministri. «Un provvedimento sostenuto e fortemente voluto da Fimmg che, nei vari incontri con il Ministro della Salute Orazio Schillaci, nell’ultimo anno ha fornito proposte documentate proprio per arrivare a questo provvedimento – sottolinea il segretario generale Fimmg Silvestro Scotti, che poi aggiunge - al Ministro va riconosciuto il merito di essersi fatto promotore con la Presidenza del Consiglio e con tutte le componenti coinvolte del Governo».

Il provvedimento punta alla semplificazione delle procedure che implicano tipicamente un aggravio del carico di lavoro e sottraggono tempo di cura ad una medicina generale sempre più oberata da pazienti cronici e anziani. Medicina generale che da sempre spinge e si prodiga per poter dedicare ai propri pazienti attenzione e iniziativa, piuttosto che sprecare tempo a valutare in modo diretto sintomi e segni non oggettivabili di pazienti acuti.

«Un primo tassello che indirizza una strada – aggiunge Silvestro Scotti – per alleggerire i carichi di lavoro, troppo spesso più amministrativi che assistenziali, che oggi sottraggono troppo tempo alla cura dei nostri pazienti, che portano in burn out i medici e, non sottovalutabile in un momento di carenza, riducono l’attrattività della medicina di famiglia agli occhi dei giovani laureati.  Disciplina che invece è essenziale per il loro futuro professionale, ma anche per il futuro del SSN». Sentito, dunque, il ringraziamento della categoria nei confronti del Governo che ha mostrato una spiccata sensibilità politica, così come forte è la richiesta di procedere ora con decisione e celerità nel solco della strada intrapresa. «Dopo l’approvazione di ieri – ricorda il leader Fimmg – confidiamo in un percorso parlamentare rapido affinché il provvedimento possa concretamente incidere sull’attività dei medici e sulla vita dei nostri assistiti».

E lungo è anche il percorso verso la sburocratizzazione della medicina generale. Restano, come evidenzia il segretario generale Scotti, vari step da compiere per dare corpo ad una concreta ed efficace semplificazione delle attività della medicina generale. Per Fimmg sono almeno tre gli obiettivi da raggiungere nel breve periodo: va realizzata un’interoperabilità e una forte cooperazione applicativa tra le tante, troppe, piattaforme informatiche nazionali, regionali e aziendali. Inoltre, i medici di medicina generale hanno esigenza di poter contare su credenziali di accesso uniche, ripetitività della prescrizione farmaceutica per i pazienti cronici stabilizzati e, sempre per i pazienti cronici, occorre superare il sistema dei piani terapeutici per farmaci che ormai rientrano nelle terapie di prima scelta. «Ieri dal Governo è arrivato un segnale positivo – conclude Scotti – noi continueremo a fare quanto in nostro potere affinché si prosegua in questa direzione, provando anche a inserire nei percorsi parlamentari del provvedimento altre azioni che migliorino per i cittadini e i medici le procedure per un reale semplice e coerente accesso alle cure».

E a proposito dei medici di famiglia, il ministro Orazio Schillaci in Commissione Affari sociali della Camera per il seguito dell'audizione sulla situazione della medicina dell’emergenza-urgenza e dei pronto soccorso in Italia, ha illustrato il ruolo della medicina generale: "Stiamo lavorando ad una revisione della medicina territoriale prendendo spunto anche dalle tante interlocuzioni avute quest'anno, che non andasse bene ne abbiamo avuto il riscontro durante la pandemia Covid. Non l'abbiamo sviluppata bene e sono stati tagliati posti letto in ospedale. Non sono per una visione 'ospedalocentrica' perché serve anche il contributo della medicina territoriale. Quindi dobbiamo rivedere bene il contributo dei medici di base e quello che fanno, sono il baluardo dei cittadini rispetto alle richieste di salute. Ci stiamo parlando ma dobbiamo rivedere le regole di ingaggio, non ne faccio una questione di contratto, non mi appassiona il fatto che diventino dipendenti del Ssn, ma devono dare un contributo orario nel Ssn e va fatto nelle strutture deputate alla medicina territoriale. Non faccio battaglie sul contratto della medicina genera ma pretendo che lavorino un certo numero di ore e assicurino la presenza nelle case di comunità".

Il ministro ha poi parlato di carenza medici: “c'è e ci sarà soprattutto da quest'anno per i prossimi 3-4 anni legati a questa 'gobba' pensionistica perché parecchi colleghi andranno in pensione. Però se poi vediamo che le cooperativi i medici 'gettonisti' li trovano, una domanda ce la dobbiamo fare. E noi lo scorso anno con il Decreto bollette abbiamo messo un freno ai 'gettonisti' per far sì che questi possano rientrare con regole diverse e più giuste all'interno del Ssn. La carenza dei medici va affrontata nei prossimi 3-4 anni dando maggior dignità professionale agli specializzandi. Prima del Covid erano 5mila l'anno, adesso siamo arrivati dopo ad avere 15mila. All'interno noto da medico che molte borse non vengono occupare e noto che le specializzazioni meno scelte oltre alla medicina d'emergenza ci sono quelle nelle quali è difficile o impossibile avere una attività libero professionale autonoma, cito l'anatomia patologica e la radioterapia. Pensare un ospedale senza questi specialisti è impossibile. Chi sceglie di fare medicina non può avere come unico obiettivo il guadagno".

Alla luce di questa situazione, "non possiamo fare a meno di un contributo maggiore degli specializzandi, noi i medici ce li abbiamo. Le stime di 20-30mila medici che mancano, ma abbiamo in 'pancia' nel sistema 40mila specializzandi che sono medici. Quindi - suggerisce il ministro - in armonia con le scuole di specializzazioni, magari non dal primo anno ma dal secondo anno non possiamo fare a meno del contributo qualificato di questi medici che vanno inseriti a pieno titolo nei prossimi anni nel Ssn con forme da valutare e distribuiti sul territorio. Non possono lavorare solo nei policlinici universitari".

L’Anaao Assomed accoglie positivamente le dichiarazioni del Ministro della salute Orazio Schillaci che in audizione alla Commissione Affari Sociali, ha ribadito l’impegno del Ministero su tre punti considerati fondamentali dall’Associazione: eliminare il tetto di spesa sul personale, dare maggiore dignità agli specializzandi e  valutare la flat tax per i medici per quello che riguarda la componente legata all’indennità di specificità medica e le indennità di specificità degli altri professionisti. "Apprezziamo la volontà politica espressa da Schillaci di portare avanti queste battaglie che sono anche le nostre – commenta Pierino Di Silverio Segretario Nazionale Anaao Assomed -. Ora ci aspettiamo che si attuino presto tali misure, punti indispensabili per il rilancio della categoria e dell’intero Servizio sanitario nazionale. Con l'ascolto delle parti sociali possiamo salvare il Ssn".

Commenti

Rispondi
Rispondi
Rispondi
Rispondi

I Correlati

Sottosegretario Gemmato: “La prevenzione passa anche dalla corretta alimentazione. Il TanSiN sarà un punto di riferimento per una popolazione più consapevole e in salute”

ll ciclo di incontri Morning Health Talks di EIT Health aiuta ad indentificare gli ostacoli alla digital transformation del settore healthcare e raccoglie proposte per accelerare l’innovazione in sanità, in Italia e non solo

Si è appena concluso “ENDO-DIABE 2025: medicina di genere per l’endocrinologo”, congresso promosso dall’IRCCS MultiMedica e dall’Università Statale di Milano

Il Presidente Snami Testa: “Senza una visione strutturale, non si cambia rotta”

Ti potrebbero interessare

"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"

"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"

Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”

Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa