Unimpresa, dal nuovo taglio dell'Irpef annunciata dal Governo ne beneficeranno solo il 5% dei contribuenti: i calcoli
Tasse giù per chi dichiara redditi lordi superiori ai 50mila euro l'anno. Il governo Meloni è pronto a porre in atto questa misura annunciata sul Fisco anche dalla stessa premier e intende finanziarla con il concordato biennale di partite Iva e autonomi. Il viceministro dell'Economia Maurizio Leo torna a parlarne in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera dove ricorda la riduzione dell'Irpef al ceto medio basso e che tra aliquota del 43% ed addizionali chi guadagna più di 50 mila euro l'anno paga più del 50% di tasse: "Ridurremo loro l'Irpef in relazione alle risorse disponibili".
Tuttavia l’eventuale riduzione dell’Irpef sui redditi superiori a 50.000 euro interesserebbe solo il 5,6% dei contribuenti italiani persone fisiche. Sul totale di circa 41,5 milioni di soggetti a prelievo fiscale sui redditi derivanti da lavoro dipendente o pensione, infatti, quelli che percepiscono retribuzioni o assegni superiori a 50.000 euro sono 2,3 milioni. È quanto segnala il Centro studi di Unimpresa, secondo cui i restanti 39,1 milioni si collocano nella fascia inferiore a 50.000 euro. «L’attenzione del governo alla riduzione delle tasse è senza dubbio importante e c’è più attenzione, rispetto alle precedenti legislature, alla riduzione del carico tributario su famiglie e imprese.
Tornando alla misura del Governo, occorre trovare le risorse per il taglio ai redditi più alti. Il Mef si prepara, dunque, ad incassare "qualche miliardo" dal concordato per poi riversarlo, appunto, sul taglio delle tasse. L'esponente di governo spiega che il concordato preventivo biennale riguarda oltre 4 milioni di partite iva e lavoratori autonomi. A queste categorie, sulla base delle informazioni in possesso dell'amministrazione e dei dati che verranno immessi nel software che l'Agenzia delle Entrate rilascerà entro il 15 giugno, "faremo una proposta sulle imposte sul reddito da pagare nel 2024 e nel 2025: i contribuenti la valuteranno ed entro il 15 ottobre decideranno se accettarla - dichiara Leo -. Chi lo farà non subirà controlli. Se quindi faremo proposte ragionevoli di allineamento graduale dei redditi dichiarati a quelli reali, è probabile che avremo un'alta adesione e un aumento del gettito". Certo, al momento risulta impossibile fare previsioni sul quantum, ammette. Per questo risulterà importante gestire con cura la fase delle proposte, così da avere un alto tasso di adesione. "Voglio dire che se uno ha dichiarato sempre 15mila euro, non gli posso chiedere di colpo di dichiararne 75mila, ma certamente di allineare progressivamente il dichiarato alla realtà", aggiunge.
Secondo Leo una via per allineare il dichiarato alla realtà potrebbe essere quella di passare da 15 a 20 mila il primo anno o anche di più: "Dipende dai dati in possesso dell'Agenzia delle Entrate, per esempio quelli relativi alla fatturazione elettronica e agli indici Isa o altri dati legati all'innovazione tecnologica. È impossibile ora fare cifre". A che gli chiede se la Lega potrebbe ribellarsi a causa del sacrificio del popolo delle partite Iva a favore del ceto medio e perché rischia di non vedere realizzata la flat tax fino a 100 mila euro, il viceministro assicura che c'è una condivisione totale della riforma: "Trovando le coperture si può fare tutto, aiutando anche il ceto medio".
Il deputato di Fratelli d'Italia spiega inoltre che cosa succede nella regola dei cinque anni per la riscossione: la cartella non verrà buttata nel cestino, bensì "restituita all'ente che vanta il credito, che deciderà se gestire la riscossione in proprio, affidarla con gara a un privato o di nuovo all'Agenzia sulla base di nuovi elementi". Tutto questo perché se sono trascorsi più di cinque anni senza riscuotere, "è perché probabilmente il soggetto è deceduto o fallito e quindi c'è poco da fare. Tanto vale togliere questa cartella dai carichi dell'Agenzia, che così potrà concentrare il personale sulle cartelle effettivamente riscuotibili. Non si butta nulla, ma si razionalizza la riscossione". Insomma, nessun regalo agli evasori con il concordato esteso a tutti: l'intera riforma ha come obiettivo quello di "far pagare di più a chi finora non ha versato il dovuto, premiando con queste risorse i contribuenti che hanno sempre fatto il proprio dovere". L'esecutivo tende la mano "a chi è disposto ad adeguare le proprie dichiarazioni e allo stesso tempo sarà inflessibile "con chi froda il fisco. Il tutto per far pagare meno tasse a tutti: questo è il premio", conclude Leo.
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