Canali Minisiti ECM

Violenza sui sanitari, nel 2023 16 mila segnalazioni

Professione Redazione DottNet | 12/03/2024 13:36

Tommasa Maio (Fimmg): 18.000 operatori aggrediti dimostrano che la strada è ancora lunga. Aldo Grasselli (Fvm): E’ ora di una radicale trasformazione del Servizio sanitario nazionale altrimenti la salute non curata costerà cara

Nel 2023 sono state oltre 16mila le segnalazioni di aggressione: episodi di violenza fisica, verbale e contro la proprietà (cito ad esempio casi di auto danneggiate di proprietà di operatori sanitari)". A tratteggiare i numeri del fenomeno della violenza contro gli operatori sanitari e' il ministro della Salute Orazio Schillaci (Clicca qui per la video intervista) nel suo intervento in un evento organizzato dal Ministero in collaborazione con Inail per la giornata dedicata, che ricade il 12 marzo.     Si tratta di una prima rilevazione che puntiamo a rendere ancora più strutturata nel corso di quest'anno e proprio ieri ho trasmesso la relazione sulle attività dell'"Osservatorio Nazionale sulla sicurezza degli esercenti, le professioni sanitarie e sociosanitarie" al Parlamento. "La sicurezza di chi lavora in sanità è stata da subito per me una priorità - aggiunge il ministro -. Per questo siamo intervenuti concretamente, già lo scorso anno, con norme a tutela degli operatori sanitari: abbiamo introdotto la procedibilità d'ufficio per chi aggredisce un operatore sanitario, inasprito le pene per gli aggressori e potenziato, insieme al Ministro Piantedosi, i presidi di polizia negli ospedali". "L'Osservatorio - prosegue - ha fornito specifiche proposte per l'aggiornamento della Raccomandazione n. 8 del 2007 per prevenire gli atti di violenza contro gli operatori sanitari. Nel corso di quest'anno, inoltre, partiranno attività formative rivolte agli operatori sanitari secondo i requisiti minimi standard che l'Osservatorio ha definito insieme ai rappresentanti di Agenas. La formazione, infatti, è essenziale per dare ai professionisti sanitari gli strumenti utili a prevenire e gestire il fenomeno della violenza. Così come è fondamentale informare e sensibilizzare i cittadini. L'aspetto culturale è cruciale e per questo abbiamo lanciato un'attività di sensibilizzazione, in collaborazione con le federazioni e gli ordini professionali".

«Purtroppo, ancora oggi dobbiamo registrare le tante aggressioni nei confronti di medici, infermieri e operatori sociosanitari.

Una violenza gratuita e pericolosa: perché segna fisicamente e psicologicamente i professionisti che la subiscono, perché mette a rischio la vita di chi in quel momento avrebbe bisogno di cura e, in definitiva, perché indebolisce il nostro sistema sanitario». Lo dice Tommasa Maio (segretario nazionale di Fimmg C.A.) a margine dell’incontro tenutosi all’Auditorium Cosimo Piccinno del Ministero della Salute e fortemente voluto dal ministro Orazio Schillaci per celebrare la Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e sociosanitari. Da Fimmg il riconoscimento al titolare del dicastero della Salute per l’attenzione dimostrata su questo tema, oltre alla capacità di comprendere quanto sia importante un profondo cambiamento culturale. A dirlo sono i dati, che parlano di oltre 16.000 segnalazioni di episodi di aggressione o episodi di violenza fisica verbale a danno di 18.000 operatori sanitari, soprattutto donne. E la conferma del maggiore coinvolgimento delle donne deve stimolare riflessione e soluzioni. «Le donne sono più esposte alla violenza e subiscono le violenze più gravi». Impressionanti anche i dati certificati dall’INAIL, che per il 2022 segnalano casi in aumento del 14%. Ben 2.243 casi di infortunio in occasione di lavoro accertati positivamente dall'Inail e codificati come violenze, aggressioni, minacce e similari perpetrate nei confronti del personale sanitario: 1.584 per le donne (+15%) e 659 per gli uomini (+12%). Ancor più preoccupanti se si considera che i numeri Inail sono sottostimati, sia perché non considerano i liberi professionisti - tra cui la medicina generale - sia perché non tutti denunciano. Ecco perché è fondamentale coinvolgere i pazienti e le loro famiglie nella promozione di un clima di rispetto reciproco e collaborazione con uno sforzo da parte di tutti: medici, pazienti, istituzioni sanitarie e società nel suo complesso. «Solo attraverso un approccio sistematico e un impegno condiviso – conclude Maio - possiamo sperare di creare un ambiente in cui la violenza contro i medici sia un ricordo del passato, non una realtà presente».

"Il fenomeno delle aggressioni agli operatori del servizio sanitario nazionale è solo la punta dell’iceberg del malcontento generale verso una sanità che non sa dare risposte appropriate in tempo utile. E’ necessario che si renda accessibile la presa in carico di una popolazione che è la più anziana del pianeta e questo richiede mezzi, personale, risorse e organizzazione. Se i cittadini sono esasperati dal vedersi negate le cure ed il diritto alla salute garantito dalla Costituzione abbandonano ogni relazione con lo stato e e con la politica che dovrebbe rappresentare le istanze e trovare soluzioni. Questa sirena di allarme deve essere ascoltata, i decisori politici ai diversi livelli istituzionali sono responsabili del dissesto generale che comincia dalla carenza e disorganizzazione dei medici di famiglia sino ai livelli di alta specializzazione che stanno del SSN che sta consegnando professionisti di grande esperienza al privato. Gli operatori del Servizio sanitario nazionale continueranno ad essere esposti alle aggressioni e saranno sempre più indotti a andare a lavorare altrove, con meno rischi e più remunerazione" commenta il Presidente FVM Aldo Grasselli  "E’ ora di una radicale trasformazione del Servizio sanitario nazionale, dal territorio all’ospedale, tutti devono fare la loro parte, altrimenti la salute non curata costerà cara non solo ai cittadini ma anche all’economia del paese" conclude Grasselli.

Angela Vacca, componente dell’ Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie per FVM ha sottolineato: "La relazione ONSEPS 2023, che fornisce i dati delle aggressioni al personale sanitario e socio sanitario, dà uno spaccato che solo in parte rispecchia la realtà dei fatti e per questo si dovrà ulteriormente lavorare per porre in evidenza il grave problema che riguarda i veterinari pubblici. Ciò è dovuto ad un sistema di rilevamento insufficiente da parte delle aziende e delle regioni, ma anche dalla sottostima dei fatti da parte di molti sanitari. Anche la rilevazione dei dati da parte degli Ordini professionali ha visto scarsa adesione da parte dei veterinari pubblici, mentre c’é stata maggiore risposta da parte dei liberi professionisti. La modifica ancora in corso della Raccomandazione 8, impegna le aziende a non sottostimare i dati denunciati da tutti i sanitari compresi i veterinari del Dipartimento di prevenzione e a valutare anche i livelli organizzativi che possono migliorare il rapporto tra utenti e professionisti. La legge 113/20 che pure prevede la procedibilità d’ufficio, l’aumento delle pene e ammende pecuniarie, non è certo sufficiente a prevenire il fenomeno. E’ necessario lavorare molto in prevenzione, implementando e migliorando il sistema organizzativo del SSN, avviare corsi di formazione sulla comprensione dei conflitti ai fini di una loro riduzione, ma soprattutto effettuare una attenta analisi dei rischi nei diversi contesti lavorativi al fine di individuare le migliori strategie applicabili".

Commenti

I Correlati

Cartabellotta: "Il DFP 2025 conferma che, in linea con quanto accaduto negli ultimi 15 anni, la sanità pubblica continua a non rappresentare una priorità per il Paese"

Sottosegretario Gemmato: “La prevenzione passa anche dalla corretta alimentazione. Il TanSiN sarà un punto di riferimento per una popolazione più consapevole e in salute”

ll ciclo di incontri Morning Health Talks di EIT Health aiuta ad indentificare gli ostacoli alla digital transformation del settore healthcare e raccoglie proposte per accelerare l’innovazione in sanità, in Italia e non solo

Si è appena concluso “ENDO-DIABE 2025: medicina di genere per l’endocrinologo”, congresso promosso dall’IRCCS MultiMedica e dall’Università Statale di Milano

Ti potrebbero interessare

La finalità del divieto è di garantire la massima efficienza e funzionalità operativa all'Ssn, evitando gli effetti negativi di un contemporaneo esercizio, da parte del medico dipendente, di attività professionale presso strutture accreditate

Le richieste puntano sull'adeguamento economico e sulla riorganizzazione del lavoro

Con la graduatoria parte la caccia ai 22mila posti

Nursing Up: "Mai così tante. In nessun ospedale agenti dopo le 24"

Ultime News

Più letti