E' sbagliato rivolgersi, in seconda battuta, ai Medici di medicina generale. Lo precisa il presidente Omceo di Udine, Gian Luigi Tiberio
Sono frequenti i casi in cui un paziente che viene sottoposto a un intervento chirurgico, ma anche odontoiatrico, oppure una visita specialistica, sia nelle strutture pubbliche, sia in quelle private, riceva un referto con la diagnosi, la terapia e la prognosi con l’indicazione dei giorni di riposo. Ma il certificato medico che dà diritto ai giorni di malattia e che serve all'INPS va emesso dal medico che ha effettuato la diagnosi e che ha seguito il paziente, non importa se di una struttura pubblica o privata. La precisazione arriva dal presidente dell'Ordine dei medici di Udine, Gian Luigi Tiberio. Ebbene - spiega Tiberio - quel resoconto non rappresenta il certificato di malattia INPS che serve a giustificare l'assenza dal lavoro e questa mancanza porta necessariamente il paziente a rivolgersi al medico di famiglia per poterlo ottenere.
Invece, il certificato che serve all'INPS deve essere rilasciato dal medico che ha in carico il paziente, senza distinzioni se medico di una struttura pubblica o privata. In caso contrario si commette un illecito disciplinare, (omissione di atti d'ufficio), perseguibile penalmente, una violazione del codice deontologico, oltre a determinare una cattiva gestione del paziente stesso, che viene rimandato da un medico all’altro per ottenere il certificato”. Sbagliato, in questi casi, rivolgersi al proprio medico di famiglia: quest'ultimo, se non ha fatto la diagnosi personalmente e rilascia comunque il certificato di malattia - spiega ancora Tiberio - compie a sua volta, nel trascrivere la certificazione, un illecito penale ovvero il reato di falso ideologico.
La legge, in vigore da molti anni, parla chiaro: il dovere di emettere il certificato spetta al medico che ha in gestione il paziente, anche se si tratta di una visita. Per facilitare questo compito, inoltre, è stata introdotta la certificazione telematica, prevista per legge e per tutti i medici, ma purtroppo, ancora ampiamente disattesa. L'invio del certificato telematico è possibile attraverso il portale continuità della cura, o attraverso il sito del sistema TS che da alcuni mesi permette l'accesso anche, con lo smartphone, tramite SPID o CIE.
«Il mio richiamo - sottolinea Tiberio - è uno solo: cerchiamo di farlo tutti e di applicare quanto previsto dalle norme, soprattutto a vantaggio del cittadino che ottiene subito tutto quello di cui ha bisogno dal medico che lo ha visitato. Anche sul nostro territorio questa legge, spesso non viene applicata creando un danno soprattutto ai cittadini ed ai medici di medicina generale, perché determina un accesso inutile ai nostri ambulatori, già sovraccarichi». Sono molti i cittadini a non conoscere questa realtà, «eppure – conclude Presidente Tiberio – è un loro diritto richiedere il certificato di malattia al medico che gli fa la prognosi ed è anche corretto – conclude – che il cittadino-paziente lo possa ottenere»
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