Da uno studio australiano è emerso che la diminuzione di un punto percentuale del tempo trascorso nel sonno profondo ogni anno è stata associata a un aumento del 27% del rischio di demenza
Dormire profondamente protegge il cervello, una riduzione dell'1% su base annua del sonno profondo aumenta infatti del 27% il rischio di demenza nei sessantenni. Lo rivela una ricerca pubblicata sulla rivista Jama Neurology. Condotto da Matthew Pase della Monash School of Psychological Sciences e del Turner Institute for Brain and Mental Health a Melbourne, lo studio suggerisce che potenziare o mantenere il sonno profondo, noto anche come sonno a onde lente, negli anni più avanzati potrebbe ritardare l'insorgenza della demenza.
Lo studio ha esaminato 346 partecipanti di età superiore ai 60 anni, arruolati nel Framingham Heart Study.
"Il sonno profondo supporta il cervello che invecchia in molti modi, e sappiamo che il sonno favorisce l'eliminazione dei rifiuti dal cervello, incluse le proteine che si aggregano nella malattia di Alzheimer - spiega Pase - I nostri risultati suggeriscono che la perdita di sonno a onde lente potrebbe essere un fattore di rischio modificabile per la demenza", conclude.
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