Anaao, Cimo-Fesmed, Smi e Aaroi-Emac uniti contro la Manovra che penalizza la categoria
Medici pronti allo sciopero senza garanzie per la sanità in Manovra. I sindacati Anaao Assomed e Cimo-Fesmed chiedono al Governo "il ritiro del provvedimento che taglia le pensioni future dei medici e dei dirigenti sanitari, nonché più risorse per il Servizio sanitario nazionale e i suoi professionisti". Le due sigle si dicono "pronte, in caso di insoddisfazione, a cercare la più ampia convergenza con le altre organizzazioni sindacali per arrivare allo stato di agitazione delle categorie interessate nella prospettiva di uno sciopero generale entro dicembre".
"Con un inaccettabile attacco ai diritti acquisiti - denunciano Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao Assomed, e Guido Quici, presidente Cimo-Fesmed - si riducono le aliquote di rendimento dei contributi versati prima del 1996, colpendo quasi il 50% del personale attualmente in servizio con una perdita stimabile tra il 5% e il 25% dell'assegno pensionistico annuale, da moltiplicare per l'aspettativa di vita media. Un vergognoso cambio delle regole in corso, che mina il rapporto di fiducia tra lo Stato e i cittadini".
"L'iter della manovra economica 2024, tra bandierine elettorali che si alzano e si abbassano, bozze smentite e modificate - proseguono - poco o nulla cambia per la sanità pubblica e i suoi professionisti. Per la prima, gli investimenti rimangono insufficienti rispetto alle esigenze e alle criticità odierne, ben al di sotto di quanto richiesto da sindacati e Regioni e dalla crescita del tasso inflattivo. Per i secondi, il Ccnl 2022-2024 prevederà una ulteriore perdita del 10% del potere di acquisto. Inoltre non sono previsti né detassazione (concessa a baristi, camerieri e operatori turistici, ma non a chi garantisce la tutela della salute dei cittadini), né tantomeno aumenti di voci salariali. A differenza della sanità privata che, nonostante non rinnovi il contratto dei medici dipendenti Aiop da oltre 18 anni, viene premiata con un aumento dei contributi statali che va dai 280 milioni a oltre 1 miliardo di euro".
"Se con la prossima legge di bilancio 2024 ci sarà effettivamente il taglio del rendimento delle pensioni questo comporterà che i medici dipendenti del SSN riceveranno a fine delle loro attività una drastica riduzione del loro assegno pensionistico a fronte di elevatissimi contributi versati. Un trattamento indegno per chi ha dato il suo contributo umano e professionale nel contrastare la pandemia pandemia; dopo 500 morti questo è il ringraziamento. Si dovrebbe affrontare, inoltre, una volta per tutte, anche la questione pensionistica dei medici convenzionati. Non si può chiedere, soprattutto alle donne medico, di andare in pensione a 70 anni per avere un assegno pensionistico che sia decente e proporzionale ai contributi versati. Il Governo abbia il coraggio di dire, chiaramente, che vuole abbonare la classe medica non occupandosene più e con essa il Servizio Sanitario Nazionale", afferma Pina Onotri, Segretario Generale Sindacato Medici Italiani.
"Avevamo già espresso tutte le perplessità su questa legge di bilancio che vede per la sanità un aumento del valore delle risorse che lievitano in termini assoluti, ma indica, allo stesso tempo, un abbassamento del rapporto tra spesa sanitaria e Pil che arriverà al 6,4% per gli anni 2024 e 2025 per poi riscendere nel 2026, ma adesso, con la decurtazione delle pensioni dei medici, viene assestato un colpo mortale alla tenuta del servizio pubblico sanitario. Aderiamo, per queste ragioni, allo stato di agitazione indetto da sindacati dei medici ospedalieri e della dirigenza sanitaria", aggiunge Onotri. "Non si possono abolire per legge diritti acquisiti. Un altro colpo di scure sui diritti sociali. Siamo pronti a tutto anche all’indizione di uno sciopero nazionale generale, così com’è avvenuto in altri paesi europei", conclude la rappresentante dello Smi.
“La misura è colma” afferma Alessandro Vergallo, Presidente Nazionale AAROI-EMAC. “Questa Manovra, con le sue finora confermate previsioni riguardanti le pensioni, è incredibilmente punitiva a danno dei lavoratori del pubblico impiego, tra i quali è bene ricordare i Medici Anestesisti Rianimatori e i Medici di Pronto Soccorso che la nostra Organizzazione Sindacale rappresenta, indispensabili a mantenere in piedi ciò che resta del SSN Ospedaliero Pubblico.
Non bastava al Governo, evidentemente, a fronte della necessità di misure concrete mai attuate, aver finora fatto solo promesse a vuoto per rilanciare l’attrattività del lavoro pubblico nel SSN Pubblico, ormai diventato invece una crescente mangiatoia ad uso e consumo del lucro privato.” continua Vergallo. “Con questi provvedimenti a danno delle nostre future pensioni si fa in modo che chi è nelle condizioni di poterlo fare si affretti ad andare in pensione, per evitare di ricadere sotto la scure della Legge di Bilancio 2024.
Stimiamo che il danno diretto per il Sistema Ospedaliero Pubblico sarà la perdita istantanea di oltre un migliaio di Anestesisti Rianimatori e di Medici di Pronto Soccorso assunti con CCNL (circa il 7% complessivo dei Professionisti di questi due settori che oggi lavorano come pubblici dipendenti!), e la perdita successiva di un altro 2% all’anno da qui a venire per altri 15 anni (quelli che più o meno restano all’esaurimento dei medici pensionandi con il “sistema misto”). Ma, per effetto valanga, ad abbandonare il lavoro pubblico saranno molti di più, e di questo passo in meno di dieci anni oltre il 60% del personale necessario a far funzionare Sale Operatorie, Rianimazioni, Pronto Soccorso, finirà con l’essere appaltato al lucro Privato, con costi almeno raddoppiati (solo per il personale) a carico dei 21 Servizi Sanitari Regionali del nostro Paese, e quindi, in ultima analisi, per i loro contribuenti.
Se non sarà ritirata questa riforma iniqua, che punisce coloro i quali pagano le tasse e i contributi pensionistici che occorrono per mantenere lo stato sociale, di cui beneficiano anche gli evasori contro i quali il Governo non fa nulla, ma più in generale se perdurerà l’inerzia governativa per la salvaguardia del SSN Pubblico, siamo pronti da subito a chiamare i medici che rappresentiamo a pesantissime azioni di sciopero”, conclude il Presidente AAROI-EMAC.
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