Filippi (Cgil): “riteniamo una vergogna che ai medici e dirigenti del Ssn che hanno sacrificato tutto nell’emergenza pandemica il contratto sia rinnovato con 2 anni di ritardo e che non si apra ancora la trattativa sul contratto 2022-2024"
Le sigle sindacali che rappresentano i dirigenti medici, sanitari e veterinari hanno firmato con l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni il rinnovo del contratto (clicca qui per scaricare il documento completo) per 130mila medici e dirigenti del Servizio sanitario nazionale per il triennio 2019-2021
“Grande soddisfazione per la firma dell’ipotesi di contratto per l’area dei dirigenti della Sanità, dopo 7 mesi di trattative serrate”, lo sottolinea il presidente Aran, Antonio Naddeo (nella foto), al termine della riunione di nella sede dell’Agenzia.
Oltre al fondamentale aspetto degli incrementi economici, l’accordo prevede importantissimi miglioramenti riguardo al trattamento normativo del personale in tema di orario di lavoro, pronte disponibilità e guardie mediche. Ringrazio le sigle sindacali con cui c’è sempre stata una leale collaborazione, pur nella vivace dialettica”, conclude.
I punti qualificanti dell’accordo
Riconoscimento e recupero delle ore di lavoro che oggi regaliamo alle Aziende
Più potere al confronto regionale e aziendale;
Riduzione di guardie e reperibilità;
Eliminazione dei “di norma” e “di regola” in virtù della quale finalmente il contratto diventa esigibile e chiaro;
Sicurezza e obbligo di attribuzione degli incarichi da parte delle Aziende;
Sblocco delle carriere;
Riconoscimento delle ferie anche in caso di trasferimento ad altra azienda;
Eliminazione dei residui nei fondi che oggi rallentano carriere;
Impossibilità di fare guardie o reperibilità contemporaneamente in più presidi;
Definizione della sede di lavoro;
Eliminazione del servizio esterno per gli ospedali e presidi ospedalieri che alimentava il fenomeno dei medici globetrotter;
Definizione della sede di guardia e della sede di lavoro;
Depotenziamento dell’organismo paritetico;
Introduzione della norma che sancisce il pagamento del lavoro extra con prestazioni aggiuntive invece che con lo straordinario;
Aumento del valore economico delle prestazioni aggiuntive a 80 euro che potranno essere ulteriormente aumentate in contrattazione aziendale;
Le ferie in caso di trasferimento non saranno perse “ma le porteremo con noi”, dicono da Anaao.
Per i medici specializzandi
Definizione del ruolo nel Ssn;
Definizione delle regole e dei diritti per i medici inf ormazione che con il dl Calabria finalmente potranno essere considerati professionisti e avere una formazione migliore;
Definizione del ruolo e delle competenze dei medici in formazione che non saranno tappabuchi.
"La chiusura di un contratto è sempre una buona notizia, perché significa che si è trovato un accordo tra le parti capace di contemperare le diverse istanze", afferma il Presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli odontoiatri, Filippo Anelli, commenta la firma, arrivata oggi dopo mesi di trattative, della preintesa sul contratto della Dirigenza medica e sanitaria 2019-2021. Il contratto riguarda circa 130 mila professionisti del Ssn. "Si tratta di un contratto che risente ancora – commenta Anelli – di una cornice normativa ancorata al passato, che non lascia ampio spazio di manovra. Contiene tuttavia importanti elementi di novità, come il riconoscimento delle ore di straordinario oltre il tetto, che sinora andavano perse, del diritto al riposo, lo sblocco delle carriere, la definizione di regole certe per l’impiego degli specializzandi. Agisce, in altre parole, non solo sul versante economico, ma sul miglioramento delle condizioni di lavoro. Possiamo dire che le parti, i Sindacati medici e il presidente Aran, Antonio Naddeo hanno fatto un buon lavoro".
"Ora occorre un ulteriore passo – conclude Anelli – a livello normativo, con provvedimenti in grado di aumentare l’attrattività del Servizio sanitario nazionale per i medici e i professionisti. Mantenere i medici all’interno del Servizio sanitario nazionale è infatti la conditio sine qua non per la sua sostenibilità: non si può fare la sanità senza medici. Sosteniamo quindi le proposte del Ministro della Salute Orazio Schillaci e del Sottosegretario di Stato Marcello Gemmato volte a un rifinanziamento del Servizio sanitario nazionale e apprezziamo l’impegno del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e del Governo tutto per rafforzare il Fondo sanitario nazionale nella prossima Legge di Bilancio".
Il segretario nazionale dell’Anaao Assomed Pierino Di Silverio si è detto soddisfatto perché, “pur muovendoci in un quadro economico e normativo che penalizza la categoria con norme ormai vetuste che ingabbiano e limitano ogni possibilità di manovra, il testo sottoscritto riesce a garantire ai colleghi condizioni di lavoro migliori delle attuali”. Per esempio “abbiamo sminato il terreno dalle ore ‘regalate’ alle aziende; abbiamo assicurato la carriera ai dirigenti; abbiamo assicurato il riposo; abbiamo assicurato il pagamento delle ore extra; abbiamo definito le regole per i medici in formazione assunti nel Ssn e che grazie al Decreto Calabria potranno godere di diritti mai riconosciuti fino a oggi e non essere più considerati dei ‘tappabuchi’; abbiamo, infine, cercato di ricondurre alla normalità il lavoro quotidiano dei dirigenti medici e sanitari, evitando i medici globetrotter e definendo la sede di lavoro”.
Andrea Filippi, segretario Fp Cgil medici e dirigenti del Servizio sanitario nazionale, sottolinea che “si introduce l’indennità per turno nei servizi prestati presso i pronto soccorso. La Fp Cgil si è battuta e continuerà a battersi per l’equiparazione retributiva di tutti i dirigenti ad iniziare dal riconoscimento dell’indennità di esclusività per i dirigenti delle professioni sanitarie, per i quali abbiamo comunque ottenuto una forma di parziale perequazione con la valorizzazione specifica della posizione. Abbiamo reso esigibile in maniera inequivocabile il recupero dell’extraorario lavorato, che fino ad oggi veniva azzerato per una vecchia norma che ci trascinavamo dal 2005. Oggi abbiamo ottenuto periodi più lunghi e modalità più flessibili per il recupero di gran parte dell’orario extra, salvaguardando la retribuzione delle prestazioni aggiuntive che aumenta a 80 euro l’ora”. Tuttavia “riteniamo una vergogna che ai medici e dirigenti del Ssn che hanno sacrificato tutto nell’emergenza pandemica il contratto sia rinnovato con 2 anni di ritardo e che non si apra ancora la trattativa sul contratto 2022-2024 perché il governo Meloni non finanzia con risorse adeguate il contratto dei dipendenti pubblici. Questa firma è una prima restituzione di diritti e salario al lavoro di chi garantisce, insieme ai lavoratori del sistema salute, la cura dei cittadini. Proprio per questo chiediamo risposte nella Legge di bilancio”.
“Oggi è un giorno importante per i medici e i dirigenti sanitari, che aspettavano questo contratto da quasi tre anni – dichiara Giambattista Catalini, presidente Fesmed – Anni in cui abbiamo dovuto affrontare l’emergenza Covid, turni di lavoro infiniti causati dalla carenza di personale e livelli di stress senza precedenti. Siamo convinti che questo contratto consenta di migliorare le condizioni di lavoro negli ospedali e di armonizzare la vita professionale con quella privata e familiare, con la speranza di porre un freno alla fuga dei professionisti dalla sanità pubblica. Avremmo potuto fare di più? Sicuramente, ma per questo contratto abbiamo ottenuto il massimo possibile. Ora bisognerà iniziare a lavorare in vista del contratto 2022-2024″.
“Non possiamo che essere soddisfatti dall’accordo raggiunto con la sigla della pre-intesa del CCNL 2019-2021 al quale abbiamo lavorato alacremente per diversi mesi – afferma Alessandro Vergallo, Presidente Nazionale AAROI-EMAC –. Senza alcuna retorica e senza alcuna necessità di dover giustificare tale firma, siamo effettivamente convinti, mai come oggi, di aver fatto un ottimo lavoro raggiungendo un risultato che, a fronte di condizioni oggettive attualmente immutabili, non poteva essere migliore. Dal nostro punto di vista sono stati centrati i principali obiettivi che ci eravamo posti anche grazie ad un confronto sempre costruttivo con la controparte. Con questo contratto sono stati fatti passi in avanti concreti su diversi capitoli chiave per il lavoro dei Colleghi, dalle relazioni sindacali rese più chiare, alla sede e orario di lavoro meglio definiti – sottolinea Vergallo –. Altri miglioramenti riguardano gli incarichi, da attribuirsi in ragione delle dotazioni organiche oltre che della complessità, i fondi, il part time, le attività aggiuntive, le guardie e le pronte disponibilità, le indennità di Pronto Soccorso, il patrocinio legale con modifiche sempre in senso positivo . E’ stato inoltre raggiunto l’accordo sull’ormai noto comma 3 dell’art. 27 relativo all’orario di lavoro, grazie al quale viene di fatto ristretta l’applicabilità del comma 3 dell’art. 15 della Legge 502/92. Un articolato che rendeva possibili da parte delle Amministrazioni Aziendali interpretazioni tali da portare alla cancellazione per i Medici, in quanto Dirigenti, di centinaia di ore lavorate oltre alle 34 + 4 contrattualmente dovute.Per quel che riguarda gli aspetti economici – prosegue il Presidente AAROI-EMAC –, sappiamo bene che gli aumenti previsti in questo contratto non risolveranno il pluridecennale problema stipendiale dei Medici, in particolare dei Medici Anestesisti Rianimatori e di Emergenza-Urgenza che lavorano nei settori più critici di tutto il sistema ospedaliero, ma la disponibilità delle risorse era blindato, non era quindi possibile andare oltre il traguardo raggiunto oggi. In questo senso chiudere la trattativa, a fronte di impossibili ulteriori aumenti, era importante anche per rendere esigibili quanto prima gli aumenti stessi oltre agli arretrati previsti. La firma – conclude Vergallo – apre anche alla possibilità di poter intraprendere quanto prima il percorso per aprire le trattative per il CCNL 2022-24 ponendo fine alla ormai prassi di firmare contratti scaduti da anni. Noi siamo pronti fin da subito”.
Per il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, in una nota definisce l’accordo “un importante tassello alla conclusione della tornata contrattuale 2019-2021”. “L’intesa riguarda circa 135mila dipendenti tra medici e dirigenti delle professioni sanitarie – spiega Zangrillo – e prevede importanti miglioramenti nelle condizioni di lavoro, dall’orario alle pronte disponibilità e alle guardie mediche, oltre che incrementi degli stipendi fino a quasi 300 euro”. Il ministro ricorda che “lo scorso autunno, c’erano ancora 2,4 milioni di dipendenti pubblici a cui non erano stati rinnovati i contratti 2019-2021, che ora stiamo invece per chiudere”. Resta da firmare soltanto il contratto dei dirigenti degli enti locali, su cui l’Aran sta già lavorando, “così potremo avviare subito il percorso dei rinnovi della tornata 2022-2024, su cui interviene la Nadef con risorse assolutamente rilevanti”.
“Si tratta di un contratto – ha spiegato il presidente del Comitato di settore Regioni-Sanità, Marco Alparone – che riguarda oltre 120mila medici e 14mila dirigenti sanitari nell’ambito del quale sono state introdotte significative novità per quanto riguarda il sistema degli incarichi dirigenziali, l’orario di lavoro, le prestazioni aggiuntive, l’indennità di esclusività e il sistema delle relazioni sindacali. Un contratto importante – sottolinea il Presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga - che non interverrà solo sul tema delle retribuzioni ma anche sulle condizioni di lavoro per una categoria che, negli ultimi anni, è stata sottoposta a forti pressioni e che ha bisogno di un Piano Strategico che tuteli la professionalità del singolo e la tenuta del Sistema Sanitario Pubblico. L’ipotesi sottoscritta è frutto di un percorso produttivo che ha visto tutte le parti – sindacali e datoriali - lavorare per il miglioramento della qualità della vita dei medici e della sicurezza delle cure per i pazienti”.
“Abbiamo ottenuto il massimo che si potesse ottenere - ha dichiarato il Presidente di FVM Aldo Grasselli al termine della giornata finale di una negoziazione che a fasi alterne si è sviluppata da febbraio, ha avuto uno stop alla fine di luglio che ha però poi consentito in settembre la maturazione delle consapevolezze del tavolo e l’avvicinamento al punto di equilibrio tra tutte le posizioni”
“La firma – ha detto - di questo contratto porta nelle buste paga la rivalutazione degli stipendi relativa all’inflazione del triennio 2019-2021 (ma oggi è perlomeno raddoppiata) e, soprattutto, porta molte innovazioni e puntualizzazioni normative che si erano manifestate necessarie per superare le inefficienze del contratto vigente. La vertenza ha rischiato più volte di incagliarsi intorno al tema più critico, quello dell’orario di lavoro, sul quale si sono tentate varie ipotesi di soluzione che spesso si sono neutralizzate l’una con l’altra. Certamente se si fosse concordato subito su questo punto il contratto avrebbe potuto trovare il consenso maggioritario molto prima ma quello che conta è che oggi tutti siano stati pronti a firmarne la preintesa.”
“Aran ha svolto con pazienza e metodo la sua funzione consentendo – ha rimarcato Grasselli - a ogni sigla di esprimere critiche e suggerimenti e ogni sigla ha offerto un punto di vista significativo e utile alla composizione del quadro contrattuale equilibrato. Possiamo manifestare soddisfazione per il contratto che ora va alle verifiche di rito, prevedendo che entro i primi mesi del 2024 sarà pienamente operativo dopo aver portato nelle buste paga un ammontare medio di circa 10.000 euro di arretrati. Le criticità del SSN, la carenza di specialisti, il modello di formazione specialistica, il ricorso ai medici a gettone, la persistenza di un tetto di spesa sul personale, la riduzione delle prospettive di carriera, la scarsa attrattività di certi settori professionali non sono obiettivamente aggredibili per mezzo del contratto”.
“Che questo contratto – ha proseguito - allinei gli stipendi al costo della vita di 4-5 anni fa e non a quella doppia di oggi, che il contratto 2022-2024 non sia ancora stato finanziato, che i medici specializzandi siano trattati e pagati come studenti mentre lavorano come specialisti, che i sanitari siano sempre più esposti a aggressioni e intimidazioni, che non ci siano risorse per pagare le prestazioni fuori orario di lavoro ma che si trovino ancora più soldi per pagare i medici a gettone, che la conciliazione vita-lavoro per una professione sempre più femminile sia un sogno nel mentre che il Governo chiede “figli alla patria”, non sono poste in gioco sul tavolo contrattuale”.
“Questi sono temi di politica sanitaria dello Stato e delle Regioni. Firmato il contratto, il lavoro del sindacato non è assolutamente finito. Le energie della classe medica, veterinaria e sanitaria – ha concluso Grasselli - devono ora concentrarsi su questi temi di politica sanitaria per ottenere uno stato giuridico aderente al ruolo professionale, per ottenere un maggior riconoscimento stipendiale extracontrattuale durevole sulla massa salariale, per ottenere più risorse per il Servizio sanitario nazionale e per rilanciarne la funzione per dare risposte nuove e tempestive, adeguate a un paese che ha sempre più bisogno di welfare. Sulla crisi del SSN e la perdita di welfare le promesse non mantenute non potranno che aggiungere tensione sociale e conflittualità. Il governo dovrà dare presto risposte concrete”, ha concluso Grasselli.
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