La rinite allergica è una malattia altamente diffusa nella popolazione pediatrica e tende ad aumentare con l'età, passando dal 3,4% all’età di 4 anni a più del 30% all'età di 18 anni.
La problematica che maggiormente si riscontra nell’identificare la rinite allergica locale è che i test cutanei risultano negativi, le IgE specifiche sono negative ed è possibile arrivare alla diagnosi solo attraverso il test di provocazione con l’allergene. Resta comunque una condizione da non trascurare poichè persistente nel tempo.
La rinite allergica è una condizione legata principalmente a pochi allergeni inalanti. In particolare, l’acaro della polvere domestica, il polline di graminacee, il polline degli alberi (in Italia ulivo e nocciolo sono estremamente importanti, così come in Nord Europa la betulla), gli epiteli di cane e gatto.
Per fare diagnosi di rinite allergica vengono eseguiti test cutanei di facile uso e a basso costo; inoltre, questi test possono essere effettuati senza alcuna conseguenza traumatica sul bambino.
La rinite allergica si distingue in lieve e grave. Il quadro lieve è quello che non altera le normali attività di un individuo, permettendo, quindi, di riposare la notte, fare sport, andare a scuola, ecc. Il quadro severo invece determina un’alterazione della qualità di vita. Inoltre, la rinite allergica può essere classificata come intermittente o persistente: la prima dura meno di 4 giorni alla settimana o per meno di 4 settimane consecutive, la seconda invece dura più di 4 giorni a settimana per più di 4 settimane. La forma persistente può essere riscontrata più facilmente con l’allergia agli acari della polvere, ma può essere presente anche nelle forme stagionali legata ai pollini.
La prima terapia per la rinite allergica è evitare gli allergeni: per l’allergia ai pollini sono utili alcuni consigli. I pollini sono presenti soprattutto la mattina presto, la sera e nelle giornate ventose. Si consiglia, quindi, di tenere le finestre delle camere da letto chiuse, di avere in macchina i finestrini con filtro antipolline, di indossare sempre gli occhiali da sole e di indossare occhialini quando si nuota (perché anche quella modesta irritazione in piscina o al mare è un fattore che favorisce l’aggravamento della condizione). Altro aspetto importante da considerare è il luogo in cui si vive: è importante controllare la carica pollinica che si può riscontrare nella zona.
Importante è anche evitare gli allergeni degli acari della polvere domestica. In questo caso materasso e cuscini devono essere coperti con tessuti specifici, bisogna pulire gli ambienti con aspirapolveri che non rimettono in circolo l’aria e lavare la biancheria frequentemente ad una temperatura maggiore di 60°C. In generale, prestare particolare attenzione al letto e all’ambiente dove si dorme. Gli spray acaricidi e i depuratori d’aria non sono da considerarsi una soluzione valida: non hanno dimostrato finora una grande efficacia e sono, il più delle volte, particolarmente costosi.
Il primo approccio per il trattamento della rinite allergica suggerito dalle linee guida ARIA, le più note e seguite anche in campo pediatrico, prevede l’antistaminico non sedativo. Successivamente, se questo non è sufficiente, si può associare anche uno steroide intranasale. Lo step ancora successivo può essere l’aggiunta di un antileucotrienico. Come ultimo approccio, invece, è da considerare l’immunoterapia allergenespecifica. Questo trattamento terapeutico, tranne che per il primo step, è sovrapponibile a quello suggerito dalle linee guida BSACI (British Society for Allergy & Clinical Immunology) rivisitate nel 2017. La differenza sostanziale riguarda gli antistaminici nasali, che le linee guida BSACI, a differenza delle linee guida ARIA, suggeriscono di inserire subito nel trattamento.
Le terapie nasali pediatriche sono un aspetto da non trascurare poichè spesso il bambino ne è infastidito e la terapia stessa potrebbe risultare compromessa.
Gli antistaminici svolgono un ruolo importante soprattutto nella rinorrea e negli starnuti, ma meno nell’ostruzione nasale. Lo steroide intranasale è efficace per l’ostruzione nasale, che è tipica dell’allergia da acaro. Nonostante ciò, da un punto di vista pratico sarebbe più opportuno iniziare con un antistaminico orale, che è quello più facile da gestire per una terapia pediatrica. La terapia si basa, quindi, soprattutto sull’antistaminico a cui si associano gli steroidi intranasali.
È importante sapere che i corticosteroidi intranasali hanno poco assorbimento sistemico: questo dovrebbe evitare problemi di corticofobia e, per questo, è da segnalare ai genitori dei bambini in terapia.
Per quanto riguarda l’immunoterapia allergene-specifica, bisogna caratterizzare accuratamente il paziente allergico e, per farlo, bisogna osservare i sintomi e correlarli con la carica pollinica. Inoltre, per fare un’immunoterapia antigene-specifica è estremamente importante considerare le molecole “genuine”, che sono quelle che determinano le allergie. Questo è un aspetto fondamentale, considerando che è una terapia lunga (dura almeno 3 anni) con costi, per la gran parte dei casi, a carico del paziente.
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