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Ruffini, Agenzia delle Entrate: Contro l'evasione controlli incrociati sui conti. In arrivo nuove tecnologie

Professione Redazione DottNet | 21/08/2023 17:24

Obiettivo: incassare 57 miliardi tra il 2023 e il 2025, con un aumento di 2,8 miliardi rispetto al triennio precedente. Risorse che in parte potranno servire per finanziare il fondo destinato alla riduzione delle tasse

Controlli incrociati sui conti correnti contro l'evasione. E' il primo passo verso un inasprimento delle verifiche con l'obiettivo di stanare i furbetti delle tasse, come afferma il direttore dell'Agenzia delle entrate, Ernesto Maria Ruffini, in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera. ''Se vogliamo garantire i diritti  fondamentali come sanità, istruzione, ordine pubblico, servono risorse. Ed è questo che fa l'Agenzia''. Ruffini ha spiegato al quotidiano milanese che ''l'archivio dei conti correnti è una risorsa fondamentale perché  consente di intercettare, ad esempio, i soggetti con residenza fittizia all'estero ma che hanno conti correnti nel nostro paese''. All'obiettivo di recuperare 2,8 miliardi dall'evasione, si è arrivati "recuperando capacità operativa, grazie a un ambizioso piano di reclutamento di 11 mila funzionari".

“La riduzione del tax gap - dice ancora Ruffini - è un obiettivo condizionato da tanti fattori, non solo fiscali. Per quanto riguarda gli obiettivi affidati dal Pnrr all'Agenzia abbiamo ancora entro fine 2024 l'invio di oltre 3 milioni di lettere di compliance, per un incasso di 2,77 miliardi”. Obiettivo che, secondo Ruffini, sarà raggiunto interamente a ottobre "con più di un anno di anticipo, avendo già realizzato il 99% degli incassi" Il direttore ha precisato che ''le prime esplorazioni basate su dati pseudonimizzati, cioè inizialmente anonimi e poi utilizzabili in base  a informazioni aggiuntive, riguarderanno il 2017 e consentiranno di  individuare, ad esempio, i soggetti che avevano grandi movimentazioni sui propri conti correnti ma non hanno presentato la dichiarazione dei redditi''.

In pratica, non sono previsti dei pignoramenti in maniera automatica del conto corrente dei contribuenti. Nel testo, che è stato approvato in Parlamento, il legislatore ha previsto di "andare a razionalizzazione, l’informatizzazione e la semplificazione delle procedure di pignoramento dei rapporti finanziari, che non possono in ogni caso eccedere complessivamente la misura della sorte capitale, degli interessi e di ogni relativo accessorio fino all’effettivo soddisfo".  Questa operazione, che coinvolgerà il conto corrente dei contribuenti, verrà effettuata attraverso l’introduzione di meccanismi di cooperazione applicativa che partiranno fin dal primo momento, quando si sarà nella fase della dichiarazione stragiudiziale. Nel dettaglio la delega fiscale, molto semplicemente, prevede la verifica della disponibilità dei fondi sul conto corrente da pignorare, in modo che l’azione dell’agente della riscossione sia mirata. E che soprattutto non comporti un dispendio di risorse e di tempo.

Il legislatore ha voluto, poi, introdurre una netta demarcazione tra la compensazione indebita di crediti d’imposta non spettanti o inesistenti. Lo scopo di questa particolare voce della delega fiscale consiste nell’effettuare una netta separazione tra i due tipi di errore tributario, in modo da garantire i contribuenti, sui quali, nel corso degli anni, la riqualificazione dei crediti ha causato delle pesanti conseguenze dal punto di vista penale. Tra le modifiche che, invece, potrebbero arrivare vi è quella che è stata chiesta espressamente al Governo, il quale dovrà valutare se sia possibile compensare sanzioni e interessi per mancati versamenti di imposte sui redditi, che sono stati dichiarati regolarmente, con i crediti che gli stessi soggetti hanno nei confronti delle varie amministrazioni statali. I crediti, comunque, devono essere stati certificati dalla piattaforma dei crediti commerciali e devono essere pari al debito d’imposta.

Rispetto alle polemiche sul 'pizzo di Stato', Ruffini commenta: "L'Agenzia si limita ad applicare la legge. Oltre l'80% del totale dell'evasione riguarda chi non presenta la dichiarazione dei redditi o la presenta in modo infedele; meno del 20% la cosiddetta evasione da versamento, cioè di chi presenta la dichiarazione, ma poi non salda quanto deve".  Ma è anche vero ''è presto per fare previsioni'' sui risultati del nuovo strumento, ''anche perché solo a maggio abbiamo completato  le attività richieste dal Garante per la privacy per assicurare il  corretto utilizzo dei dati personali''.  "Abbiamo spostato l'asticella in alto. Il nostro lavoro sarà valutato anche e soprattutto sull'incremento dei servizi telematici, sulla accelerazione dei rimborsi, sul contenzioso".

Insomma il fisco italiano affila le armi per contrastare l’evasione e promette di mostrare due facce nei confronti di contribuenti e imprese. Quella dura verso i furbi che si ostinano a nascondere ricchezza con dolo e quella accomodante verso chi, magari perché in difficoltà, non riesce a pagare ma vuole farlo. Obiettivo: incassare 57 miliardi tra il 2023 e il 2025, con un aumento di 2,8 miliardi rispetto al triennio precedente. Risorse che in parte potranno servire per finanziare il fondo destinato alla riduzione delle tasse. Un obiettivo ambizioso indicato nella convenzione stipulata dal governo con l’Agenzia delle entrate, ma possibile grazie ai rinnovati strumenti messi a disposizione dalla tecnologia. E allora ecco in campo big data, automatismi e intelligenza artificiale per verificare i risultati e il tasso di fedeltà di chi si è adeguato ai rilievi. Ovviamente, come detto, la lotta all’evasione terrà conto delle difficoltà del contesto economico e punterà sul dialogo e gli adempimenti collaborativi.

Ma poi dovranno arrivare i frutti: così, ad esempio, da regolarizzazioni e ravvedimenti spontanei si attendono in due anni circa 6 miliardi. L’impegno dell’Agenzia delle entrate passa attraverso una maggiore efficienza e digitalizzazione, ma anche dalla focalizzazione e verifica dei risultati rispetto alla tax compliance. Il fisco, anno dopo anno, si adegua alla realtà e cambia. Il lockdown, ad esempio, ha spinto i servizi da remoto, che diventeranno sempre più diffusi tanto che nella convenzione si dice di “privilegiare” l’utilizzo dei mezzi di erogazione da remoto «quali il canale telefonico mediante il consolidamento del sistema di videochiamata, quello telematico, avvalendosi di soluzioni tecnologiche innovative come la condivisione delle schermo, lo scambio documentale all’interno delle sessioni di assistenza e la possibilità di sottoscrizione digitale dei documenti». L’Agenzia delle Entrate, nella convenzione, conferma per quest’anno di puntare ad incassare 18,1 miliardi (1,3 in più del 2022), di salire a 19,3 miliardi nel 2024 (con un incremento di 400 milioni) e a 19,6 miliardi nel 2025 (altri 300 milioni in più). «La grave situazione economica e sociale che la pandemia ha determinato impone di indirizzare l’attività di contrasto nei confronti di coloro che, ricorrendo a forme più insidiose di evasione, elusione e frode, non esprimono comportamenti collaborativi e trasparenti», è scritto nella convenzione. Ecco allora che il rafforzamento della tax compliance verrà perseguito attraverso l’invio delle lettere, in particolare quelle dirette a favorire l’emersione delle basi imponibili ai fini dell’Iva e delle imposte dirette, migliorando gli algoritmi di selezione in modo da contenere i casi di “falsi positivi”.

Si punterà sulla qualità dei controlli attraverso selezioni più mirate dei contribuenti a maggiore rischio di evasione, rese possibili dall’applicazione di strumenti di data analysis più avanzati - quali lo sfruttamento dei big data - e dall’interoperabilità delle banche dati. E non basta. Si faranno analisi per verificare il “tax gap” sulle varie imposte, applicarlo ai diversi anni e poi fare un check sui risultati raggiunti.

Si userà allora l’intelligenza artificiale, il learning machine e il text mining per migliorare i controlli. È previsto anche il monitoraggio del «comportamento dei contribuenti che hanno subito un controllo fiscale per verificare nel tempo il loro grado di propensione all’adempimento e, più in generale, per valutare il livello di fedeltà fiscale». Inutile dire che anche bonus e agevolazioni percepiti indebitamente - leggi superbonus del 110% - rimangono un capitolo su cui si conferma l’impegno. Le 180 pagine del convenzione contengono dati e percentuali. E si capisce che puntano soprattutto a migliorare il rapporto di collaborazione con i contribuenti. Per il rafforzamento della tax compliance si invieranno le cosiddette “lettere di compliance”, migliorando gli algoritmi di selezione in modo da contenere i casi di “falsi positivi”. E infine è previsto un miglioramento dei servizi: per l’Iva ordinaria il tempo medio dei rimborsi non dovrà superare i 75 giorni.

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