Canali Minisiti ECM

Gli adulti diabetici che assumono farmaci SGLT2 inibitori hanno meno possibilità di sviluppare la maggior parte dei tipi di cancro

Diabetologia Redazione DottNet | 07/08/2023 16:05

Sono i risultati di uno studio taiwanese pubblicato sul Journal of Diabetes and its Complications

Sono i risultati di uno studio taiwanese pubblicato sul Journal of Diabetes and its Complications.

Gli adulti con diabete che fanno uso di farmaci SGLT2 inibitori hanno un rischio inferiore di sviluppare la maggior parte dei tipi di cancro rispetto ai non utilizzatori, a parte il rischio di tumore pancreatico che sembra più elevato. Sono i risultati di uno studio taiwanese pubblicato sul Journal of Diabetes and its Complications.

«Di recente sono stati introdotti gli inibitori SGLT2 come nuovi agenti antidiabetici, per i quali sono stati proposti diversi effetti pluripotenti» hanno scritto Wei-Syun Hu, assistente professore di medicina presso la China Medical University e medico di medicina cardiovascolare presso il China Medical University Hospital di Taiwan, e colleghi. «A questo proposito, identificare il ruolo dell’intervento farmacologico nel cancro incidente tra i diabetici è una questione nuova, interessante e chiaramente importante per l’erogazione dell’assistenza sanitaria».

Per valutare la relazione tra il trattamento con SGLT2 inibitori e il rischio di cancro incidente tra i pazienti con diabete i ricercatori hanno utilizzato i dati raccolti dal database del National Health Insurance di Taiwan relativi a circa 326mila pazienti adulti affetti da diabete che utilizzavano un inibitore SGLT2 tra il 2016 e il 2019 (57,8% uomini, età media 58,5 anni), abbinandoli per età e sesso con altrettanti adulti diabetici che non facevano uso di questa classe di farmaci. L’outcome primario era l’insorgenza del cancro. Sono state anche analizzate le associazioni tra l’uso di queste molecole e specifici tipi di cancro e sono state raccolte le informazioni sulle comorbidità al basale e sull’uso di altri farmaci.

Rischio inferiore per tutti i tipi di rumore tranne quello al pancreas
Gli adulti in terapia con SGLT2 inibitori avevano un rischio inferiore di sviluppare il cancro rispetto ai non utilizzatori (HR aggiustato = 0,79). Nella coorte completa il rischio di neoplasia era più elevato negli uomini rispetto alle donne (aHR = 1,35) e negli adulti di età compresa tra 50 e 64 anni (aHR = 2,47) e con più di 65 anni (aHR = 4,31) rispetto ai soggetti con meno di 49 anni.

Quando sono stati analizzati specifici tipi di cancro, l’uso di SGLT2 inibitori è stato associato a un rischio ridotto di cancro della lingua (aHR = 0,61), del cavo orale (aHR = 0,54), dell’esofago (aHR = 0,48), del colon (aHR = 0,75), del fegato (aHR = 0,79), del polmone (aHR = 0,81), cancro al seno (aHR = 0,77), alla prostata (aHR = 0,83), a vescica e reni (aHR = 0,72) e cancro alla tiroide (aHR = 0,67), ma erano maggiori le probabilità di tumore al pancreas (aHR = 1,51). «Quest’ultimo risultato potrebbe essere ragionevole, dal momento che in precedenza è stato proposto un rischio elevato di pancreatite con l’suo di queste molecole» SGLT2» hanno scritto i ricercatori. «Tale tendenza ha consolidato ulteriormente la nostra ipotesi e meritava ulteriori indagini di approfondimento».

Gli adulti che hanno utilizzato un SGLT2 inibitore per meno di 60 giorni (aHR = 1,68) o da 60 a 140 giorni (aHR = 1,3) avevano maggiori probabilità di sviluppare il cancro rispetto ai non utilizzatori, mentre il rischio era inferiore con un uso per 140-280 giorni (aHR = 0,73) o per più di 280 giorni (aHR = 0,26). «Alcuni potrebbero obiettare che tutti i tumori potrebbero essere ridotti di quasi il 27% entro 140-280 giorni dall’esposizione a un SGLT2 inibitore e persino del 74% dopo 280 giorni di utilizzo» hanno commentato. «La natura osservazionale dello studio rende difficile affrontare il meccanismo dettagliato alla base di quanto rilevato, tuttavia la tendenza è chiara e si basa su un set di dati nazionale ben convalidato. È pertanto necessario condurre ulteriori ricerca prospettiche che analizzino tale meccanismo».

Referenze

Wei-Syun Hu, Cheng-Li Lin. Patients with diabetes with and without sodium-glucose cotransporter-2 inhibitors use with incident cancer risk. J Diabetes Complications. 2023 May;37(5):108468. 

Commenti

I Correlati

A più di cinque anni dall’arrivo in Italia della prima terapia genica, le CAR-T sono una realtà nella pratica clinica: crescono i successi nel trattamento di alcune patologie onco-ematologiche

L’approvazione Europea è supportata dai risultati dello studio clinico di Fase 3 SELECT GCA che ha dimostrato che i pazienti trattati con upadacitinib hanno raggiunto l’endpoint primario della remissione sostenuta e importanti endpoint secondari

Il trattamento in prima linea con daratumumab in somministrazione sottocutanea e in combinazione con bortezomib, lenalidomide e desametasone ha mostrato nei pazienti eleggibili a trapianto una sopravvivenza di circa 17 anni

Talquetamab è la prima immunoterapia per il trattamento del mieloma multiplo che abbia come target il GPRC5D (G-protein coupled receptor family C group 5 member D)

Ti potrebbero interessare

Si tratta di un nuovo farmaco per conservare la funzione beta internazionale: è la ricerca Fabulinus, e quello del pediatrico fiorentino è l'unico centro italiano attivo coinvolto

Soprattutto se rossa e lavorata, analisi su 2 milioni di persone

Con il nuovo sensore FreeStyle Libre 2 Plus le persone possono visualizzare il proprio glucosio con una rapida occhiata al cellulare e prendere decisioni appropriate ora con un’accuratezza migliorata (8,2%) e indicato per l’uso dai 2 anni in su

In Italia, secondo le proiezioni Istat, se proseguisse il trend in crescita degli ultimi decenni, nel 2040 il dieci per cento della popolazione avrà il diabete

Ultime News

Più letti