"I medici di famiglia rappresentano il caposaldo della sanità italiana ma bisogna riqualificarli attraverso un corso di formazione andando nella direzione di una medicina di famiglia che venga equiparata a una scuola di specializzazione"
Luci e ombre nella sanità italiana. "Le ombre sono legate alla medicina del territorio che già era fragile" prima del Covid. I medici di famiglia rappresentano il caposaldo della sanità italiana ma bisogna riqualificarli attraverso un corso di formazione andando nella direzione di una medicina di famiglia che venga equiparata a una scuola di specializzazione". È quanto ha affermato il Ministro della Salute, Orazio Schillaci ospite del Forum in Masseria di Bruno Vespa.
”È chiaro che il medico di famiglia oggi sconta anche un calo di attrattività se si considera che i numeri dei posti che vengono messi a concorso per la formazione dei medici di famiglia spesso non vengono completamente coperte quindi diciamo che da un certo punto di vista bisogna riqualificarli attraverso un corso di formazione che sia diverso da quello che è attualmente che è su base regionale e non dura quanto le scuole di specializzazione. Quindi - ha chiarito il Ministro - il primo discorso che ho imbastito con loro tra 1000 difficoltà è quello di andare verso una medicina di famiglia che venga equiparata a una scuola di specializzazione questo credo che la renderebbe più attrattiva e darebbe anche a chi la fa una maggiore soddisfazione e lo farebbe sentire maggiormente apprezzato anche dalla comunità medica”.
“Ci sono i fondi del Pnrr e gran parte – ha specificato il Ministro - sono destinati proprio alla medicina territoriale. Io credo che si debba riorganizzare a 360° la sanità italiana che oggi si basa su due pilastri fondamentali che sono i medici di famiglia e gli ospedali ma tra i medici di famiglia e gli ospedali non c'è una diffusa rete sul territorio nazionale e la sfida è costruirla con i fondi del Piano”. Il Ministro ha detto che per “costruirla dando quindi nuove opportunità di cura ai pazienti che vanno in pronto soccorso perché di fatto è l'unico posto dove oggi trovano richiesta alle loro giuste necessità di cura e come sapete bene come io in questi mesi più di una volta ho ripetuto a volte prendendomi anche qualche critica che spesso una percentuale ampiamente superiore alla metà dei casi che al pronto soccorso probabilmente ne potrebbe fare a meno poi è chiaro che non avendo altri posti sicuri dove andare i pazienti si rivolgono al pronto soccorso. Credo che per questo che bisogna costruire una rete di prossimità rivalutando la figura del medico di medicina generale e poi credo si debba anche mettere a sistema le farmacie che durante l'esperienza del covid si sono dimostrate utili, per esempio, per la vaccinazione quindi amplificare e rendere possibile che le farmacie facciano dei servizi per la salute dei cittadini”.
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