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Infertilità maschile: un nuovo studio italiano conferma l’emergenza tra i più giovani

Urologia Redazione DottNet | 13/04/2023 13:51

Montano (SIRU): I dati OMS su infertilità sono sottostimati, problema molto più grave. Necessario agire subito con efficaci e concrete misure di prevenzione

Ragazzi di 26 anni e in salute, ma quasi nella metà dei casi con "almeno una" alterazione dei parametri del liquido seminale. È questo quanto emerge dall’ultimo studio realizzato nell’ambito del progetto EcoFoodFertility, già sottomesso ad una rivista internazionale, e annunciata al
6° Congresso Nazionale della Società italiana di Riproduzione Umana (SIRU).  

"Su circa 157 giovani sani presi in esame nel territorio di Modena, oltre il 45% presenta almeno un parametro dello sperma alterato". A dare un’anticipazione dello studio inedito è Luigi Montano, presidente area andrologica SIRU.  

In particolare, in una delle diverse aree d’Italia dove la Rete della Salute Ambientale e Riproduttiva del progetto EcoFoodFertility sta svolgendo la ricerca, il gruppo di Salvatore Micali, Direttore della cattedra di Urologia dell’Università di Modena, ha riscontrato: 18 casi di oligospermia (ridotta quantità di spermatozoi), 27 di astenospermia (minore mobilità di questi), 62 di teratospermia (quando spermatozoi presentano una forma anomala). Alla visita andrologica, alcuni pazienti ipogonadici con ridotti valori di testosterone, 2 casi di tumore al testicolo e numerosi casi di varicocele.  "Oltre a diversi ragazzi che durante i colloqui hanno dichiarato di soffrire di disfunzione erettile e disturbi dell’eiaculazione", aggiungono Montano e Micali. 

Un dato in linea con i precedenti studi condotti sempre nell’ambito del progetto EcoFoodFertility nelle zone più inquinate d’Italia dove si rilevava un calo di qualità spermatica superiore al 50% in giovanissimi maschi (19enni), sani, non fumatori, non obesi e con stili di vita corretti.  

La ricerca "non solo conferma come i dati OMS secondo cui l’infertilità riguarda 1 su 6 persone siano in realtà una sottostima, ma ribadisce ulteriormente la necessità di agire subito e con misure incisive sulle sempre più ridotte capacità riproduttive nei maschi, anche e soprattutto dei giovani", aggiunge il Presidente SIRU.  Come spiega ancora l’esperto infatti, le stime globali OMS sono per la stragrande maggioranza basate su studi relativi all’infertilità femminile, pochi sono quelli che riguardano la coppia ed ancor meno quelli sull’infertilità maschile, che oggi sembra prevalere rispetto a quella femminile. Inoltra, e lo afferma anche lo stesso rapporto OMS, mancano dati di Paesi molto popolosi e particolarmente compromessi anche a causa dell’intenso sfruttamento ambientale come sta avvenendo da circa 25 anni in alcune aree dell’africa Centrale, India, Iran, Bangladesh.  

"Sempre più ricerche scientifiche confermano, contrariamente da quanto si pensi, che i problemi di infertilità riguardano sempre di più il maschio, con una crescita preoccupante soprattutto tra i più giovani e apparentemente in salute" conclude Montano - "È per questo che è fondamentale agire con un’opera incisiva di prevenzione primaria, attraverso informazione e visite e inevitabilmente i medici di famiglia, presidi di sanità pubblica sul territorio, devono e possono avere un ruolo importante nel contrastare tale fenomeno che ora finalmente comincia ad emergere in tutta la sua drammaticità, peraltro in un paese come l’Italia, fanalino di coda per natalità in Europa".

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